Dopo la nomina del card. Luis Tagle a prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione molti vaticanisti hanno aggiornato la loro lista dei probabili papabili al prossimo conclave. Chi sarà il successore di Papa Francesco? Qui alcune considerazioni dello scrittore e giornalista Phil Lawler, che vi presento nella mia traduzione. 

 

Papa Francesco e il card. Luis Tagle nelle Filippine (Foto Lapresse/Osservatore Romano)

 

La nomina del cardinale Luis Tagle a prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione ha spinto i giornalisti che si occupano di questioni vaticane ad osservare che Papa Francesco spera di mettere il prelato filippino nella posizione per diventare il suo successore.

Papa Francesco festeggerà il suo 83° compleanno la prossima settimana, e le sue condizioni fisiche non sono mai state robuste. Anche se non mostra segni di rallentamento del suo ritmo – e non ha negli ultimi tempi ripetuto il suo precedente suggerimento che il suo pontificato sarebbe durato solo “quattro o cinque anni” – il Papa potrebbe pensare a modi che assicurino che le sue politiche sopravvivano oltre la sua morte o le sue dimissioni – che assicurino il “cambiamento irreversibile” che i suoi sostenitori speravano che avrebbe portato alla Chiesa.

Il cardinale Tagle era già nella lista dei papabili di ogni osservatore informato, e questa nomina senza dubbio sposta verso l’alto il suo nome su quella lista. La Congregazione per l’Evangelizzazione, popolarmente nota come Propaganda Fide, è uno dei più potenti dicasteri vaticani, responsabile dell’opera della Chiesa nei territori di missione in tutto il mondo. Il cardinale Tagle veglierà su circa 4.000 diocesi e circa un terzo dei vescovi cattolici del mondo.

Inoltre, come nota Edward Pentin sul National Catholic Register, la tanto attesa riforma della Curia Romana darà al Cardinale Tagle un’autorità ancora maggiore. Nella sua bozza attuale, la costituzione apostolica Praedicate Evangelium fa di Propaganda Fide un super-dicastero, secondo solo alla Segreteria di Stato (e superiore alla Congregazione per la Dottrina della Fede) nel suo potere.

John Allen di Crux vede la nomina di Tagle come una nomina logica, dal momento che il cardinale filippino è strettamente allineato con la politica di papa Francesco, tanto da essere stato identificato come il “Bergoglio asiatico”. Il cardinale Tagle è allineato con la “Scuola di Bologna” progressista in materia teologica, e con l’enfasi del Papa stesso sulla giustizia sociale.

Da un lato ha senso che Papa Francesco nomini un cardinale che condivide il suo punto di vista a quello che diventerà il terzo posto al Vaticano. Su un altro livello la scelta darà al cardinale Tagle esperienza nel trattare con la Curia romana: esperienza che potrebbe essere considerata una necessità per un candidato papale. Così Papa Francesco ha preso l’incarico di portare avanti i propri piani, o di promuovere un potenziale successore? Ha importanza?

Mentre il Papa può promuovere la posizione dei suoi prelati preferiti, bisogna tener presente che non avrà voto al prossimo conclave. Quando papa Benedetto XVI ha nominato il cardinale Angelo Scola arcivescovo di Milano nel 2011, gli osservatori vaticani hanno suggerito che Benedetto puntava al cardinale Scola come suo successore preferito. E forse lo era. Ma il conclave ha fatto una scelta diversa.

Dal punto di vista dello scommettitore, la stretta associazione tra il cardinale Tagle e papa Francesco potrebbe non aiutare le probabilità del cardinale filippino [di diventare Papa] al prossimo conclave. Molti cardinali-elettori, scossi dalle polemiche che hanno afflitto questo pontificato, potrebbero cercare un candidato molto diverso, qualcuno che ripristini la fiducia, rinvigorisca l’insegnamento tradizionale, o almeno porti un senso di equilibrio in Vaticano. Il “Bergoglio asiatico” ha solo 62 anni, e il Collegio cardinalizio potrebbe rifuggire dalla prospettiva di un altro lungo pontificato guidato dagli stessi disorientanti principi.

A parte il cardinale Tagle, chi sarebbe il primo papabile se il conclave si svolgesse nel prossimo futuro?

Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, sarebbe in cima a qualsiasi lista. Anche lui avrebbe i benefici e gli inconvenienti di una stretta associazione con Papa Francesco e la possibilità che (non ha ancora 65 anni) possa avere un lungo pontificato. Ha un’ottima reputazione come diplomatico vaticano, ma è ostacolato dal non aver mai prestato servizio come vescovo diocesano. E gli scandali finanziari che attualmente girano per la Segreteria di Stato potrebbero danneggiare le sue possibilità.

Il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga di Tegucigalpa, Honduras, potrebbe essere un importante contendente alla luce del suo attuale ruolo di presidente del Consiglio cardinalizio. Ma presto compirà 78 anni, e sia lui che l’arcidiocesi che conduce sono stati implicati in scandali finanziari e di abusi sessuali.

Il cardinale Christoph Schönborn di Vienna e il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, erano considerati in cima alla lista dei papabili prima dell’ultimo conclave. Sono entrambi in pensione (Ouellet ha 75 anni; Schönborn raggiungerà quell’età a gennaio), ma alcuni cardinali elettori potrebbero in realtà favorire un candidato più anziano, con la prospettiva di un pontificato relativamente breve. Entrambi i cardinali sono ex alunni di papa Benedetto XVI; anche questo potrebbe essere visto come un plus o un minus.

– E il cardinale Robert Sarah potrebbe essere il candidato più probabile per ottenere il sostegno dei cardinali che guardano con affetto ai giorni di papa Benedetto, e sperano in un’inversione di rotta della politica di papa Francesco. Il cardinale Sarah è stato attento ad evitare critiche al Santo Padre, anche se ha visto diminuire la propria influenza durante l’attuale pontificato; è stato un soldato leale – qualcuno potrebbe dire troppo leale. Ha comunque pubblicato tre libri in rapida successione, delineando una sua chiara visione dei bisogni della Chiesa. Originario della Guinea (dove ha rischiato la vita sfidando un dittatore) e ora veterano della Curia romana, porterebbe al papato una drammatica storia personale, come primo Pontefice africano in secoli. Ha 74 anni.

Nel suo resoconto sui papabili il vaticanista Sandro Magister de L’Espresso introduce un nome che non sarà familiare alla maggior parte dei lettori americani: Il cardinale Matteo Zuppi di Bologna, leader della Comunità di Sant’Egidio. Come il cardinale, la Comunità di Sant’Egidio non è molto conosciuta negli Stati Uniti, ma esercita un’enorme influenza in Italia, in Europa in generale, e di fatto in Africa, dove ha contribuito a mediare gli accordi internazionali di pace. Secondo i calcoli di Magister, questo background rende il cardinale Zuppi il primo a succedere a papa Francesco.

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