di Aurelio Porfiri
Se si deve indicare una figura che giganteggia nella Chiesa cattolica del XX secolo, sono certo che a molti verrebbe in mente il nome del cardinale Ignazio Kung Pin-mei, un autentico testimone della fede nelle condizioni di più ardua persecuzione. C’è chi desidera che la sua causa di beatificazione venga introdotta ma sembra che per motivi politici la cosa non riesca ad andare avanti. Eppure, se c’è uno che dovrebbe essere fatto santo è proprio lui.
Nasceva a P’ou-tong, che si trovava nella arcidiocesi di Shanghai. La sua famiglia era cattolica da varie generazioni e una sua zia suora lo istruì nella religione cattolica. Entra nel Seminario di Shanghai a 19 anni e viene ordinato prete nel 1930. Da quell’anno svolge il suo servizio a Shanghai anche come responsabile di alcune scuole gestite dai gesuiti. Alcuni suoi allievi (tra cui il futuro cardinale Joseph Zen) lo ricordano come molto sollecito verso gli studenti, a cui insegnava anche un po’ di latino.
Nel 1949 viene ordinato Vescovo di Suzhou e nel 1950 è trasferito nella sua Shanghai dove diviene Vescovo dell’arcidiocesi. Sappiamo che nel 1949 i comunisti presero il potere in Cina. Per esercitare un pieno controllo era per loro necessario mettere sotto controllo tutti i settori vitali della società, tra cui quello religioso. Chi non si assoggettava rischiava grosso. Tra coloro che non si assoggettarono ci fu il vescovo Kung, che viene imprigionato nel 1955, rimanendo poi prigioniero fino al 1985, per 30 anni. Quando rilasciato viene messo agli arresti domiciliari e i suoi diritti politici gli verranno ridati solo nel 1988, all’età di 87 anni. In quell’anno lascia la Cina e va a vivere negli Stati Uniti con un suo nipote che viveva in quel paese.
Nel 1991 si viene a sapere che Giovanni Paolo II lo aveva consacrato Cardinale in pectore dal 1979. Viene a Roma per ricevere la berretta cardinalizia il 30 giugno 1991. Al momento della consegna da parte del Pontefice, i fedeli che affollavano la celebrazione liturgica lo applaudirono per 9 minuti. Morirà negli Stati Uniti, dove è stato sepolto, all’età di 98 anni.
Molti aneddoti ci dicono dell’eroismo del cardinal Kung, come il seguente: “Poco prima che il vescovo Kung fosse rilasciato dal carcere, gli è stato permesso di partecipare a un banchetto organizzato dal governo di Shanghai per accogliere Sua Eminenza il Cardinale Jaime Sin, Arcivescovo di Manila, Filippine, in visita di amicizia. Questa era la prima volta che il vescovo Kung incontrava un vescovo in visita della Chiesa universale dalla sua prigionia. Il cardinale Sin e il vescovo Kung erano seduti agli estremi opposti del tavolo, separati da più di 20 comunisti, e non hanno avuto la possibilità di scambiare parole in privato. Durante la cena, il cardinale Sin ha suggerito a ciascuno di cantare una canzone per festeggiare. Quando giunse il momento per il vescovo Kung di cantare, alla presenza dei funzionari del governo cinese e dei vescovi dell’Associazione patriottica, guardò direttamente il cardinale Sin e cantò “Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo Ecclesiam” (Tu sei Pietro e su questo pietra edificherò la mia Chiesa), un canto di fede che proclama la suprema autorità del Papa. Il vescovo Kung ha comunicato al cardinale Sin che in tutti i suoi anni di prigionia è rimasto fedele a Dio, alla sua Chiesa e al Papa. Dopo il banchetto, Aloysius Jin, vescovo di Shanghai dell’Associazione patriottica cattolica cinese, ha rimproverato il cardinale Kung: “Cosa stai cercando di fare? Mostrare la tua posizione?” Il cardinale Kung ha risposto tranquillamente: “Non è necessario mostrare la mia posizione. La mia posizione non è mai cambiata”. Il cardinale Sin ha subito portato il messaggio del cardinale Kung al Santo Padre e l’ha annunciato al mondo: quest’uomo di Dio non ha mai vacillato nel suo amore per la sua Chiesa o per il suo popolo nonostante l’inimmaginabile sofferenza, isolamento e dolore”. Veramente la testimonianza eroica di un grande martire.
In una intervista a Soul Magazine del 1993 il Cardinale ha affermato: “Uno dei simboli della Chiesa cattolica romana è la croce. A partire dall’Impero Romano fino ai giorni nostri, l’intera storia della Chiesa Cattolica Romana negli ultimi 2000 anni è piena di croci sotto forma di persecuzione e martirio. Come dicevano quarant’anni fa i giovani cattolici di Shanghai, “Siamo molto onorati di essere nati e vissuti in questo momento importante, capaci di testimoniare Cristo”. Quarant’anni di continue persecuzioni non hanno paralizzato la Chiesa cattolica romana in Cina. Al contrario, la Chiesa cattolica romana in Cina ha raddoppiato i suoi membri con molte vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. “Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo un chicco di grano. Ma se muore, produce molto frutto”. (Gv. 12:24) Sono molto ottimista riguardo alla Chiesa cattolica romana in Cina. Sono fiducioso che i martiri, i sacrifici e le preghiere non solo proteggeranno e promuoveranno la Chiesa cattolica romana in Cina, ma anche la Chiesa universale. Poiché la Chiesa cattolica romana è una chiesa fondata da Dio, nessuno sforzo umano può abolire la Chiesa di Dio. Il governo dovrebbe capire dalla storia che ogni volta che la Chiesa è stata perseguitata, la Chiesa è sempre sopravvissuta ed è cresciuta fuori dalla persecuzione. La Chiesa cattolica romana non svanirà mai in Cina. Spero che il governo lo riconosca e dia alla Cina la vera libertà religiosa e i diritti umani in conformità con gli standard internazionali. Quando il Santo Padre ha invitato tutti i Vescovi del mondo ad unirsi a Lui il 25 marzo 1984 per consacrare la Russia e il mondo al Cuore Immacolato di Maria, io ero in carcere, isolato dal mondo. Non ero a conoscenza delle istruzioni di Sua Santità. L’anno scorso, il 30 maggio 1992, accompagnati dal vescovo in pensione Walter Curtis di Bridgeport che per primo mi accolse negli Stati Uniti e dal clero cinese e dai cattolici nell’area dei tre stati, siamo venuti al Santuario del Cuore Immacolato di Maria a Washington, New Jersey, per consacrarci alla nostra Santa Madre. Ho consacrato in particolare le mie tre diocesi – Shanghai, Nanchino e Soochou – al Cuore Immacolato di Maria. Sono fiducioso che a suo tempo, Nostra Signora di Fatima salverà la Cina proprio come ha salvato la Russia e l’Europa orientale dalla persecuzione religiosa. Continueremo a recitare il Rosario e chiedere misericordia alla nostra Santa Madre per salvare la Cina”. Queste parole del grande cardinal Kung ci siano di guida e insegnamento.
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