La Howard University, l’università dei neri per eccellenza, l’università dove si è laureata Kamala Harris, vice presidente degli USA, sta sciogliendo il suo dipartimento di studi classici. Perché? Perché gran parte dei personaggi classici, da Omero, Platone, Cicerone, ecc., coloro che con il loro pensiero hanno forgiato la civiltà occidentale, sono tutti personaggi maschili e bianchi. Una autentica pazzia. Su questo riflettono, amaramente, Cornel West, professore di pratica della filosofia pubblica all’Università di Harvard, che fa parte del consiglio dei consulenti accademici del Classic Learning Test, e Jeremy Tate, il fondatore e amministratore delegato del Classic Learning Test, nel loro articolo scritto a quattro mani pubblicato sul Washington Post, che vi propongo nella mia traduzione. 

 

Kamala Harris alla Howard University dove si è laureata
Kamala Harris alla Howard University dove si è laureata (foto: MARVIN JOSEPH/THE WASHINGTON POST VIA GETTY IMAGES)

 

Dopo aver imparato a leggere mentre era schiavo, Frederick Douglass iniziò il suo grande viaggio di emancipazione, come tali viaggi iniziano sempre, nella mente. Sfidando le leggi ingiuste, leggeva in segreto, autorizzato dalla saggezza dei contemporanei e dei classici a pensare come un uomo libero. Douglass rischiò la derisione, gli abusi, le percosse e persino la morte per studiare personaggi come Socrate, Catone e Cicerone.

Molto tempo dopo gli incontri di Douglass con questi antichi pensatori, il reverendo Martin Luther King Jr. sarebbe stato galvanizzato in modo simile dalla sua lettura dei classici come giovane seminarista – cita Socrate tre volte nella sua “Letter From Birmingham Jail” del 1963.

Eppure oggi, una delle più grandi istituzioni nere d’America, la Howard University, sta diminuendo la luce della saggezza e della verità che ha ispirato Douglass, King e innumerevoli altri combattenti per la libertà. In una mossa di “prioritizzazione educativa”, la Howard University sta sciogliendo il suo dipartimento di studi classici. I docenti di ruolo saranno dispersi in altri dipartimenti, dove i loro corsi possono ancora essere insegnati. Ma l’università ha inviato un messaggio inquietante abolendo il dipartimento.

La continua campagna accademica tesa a ignorare o trascurare i classici è un segno di decadenza spirituale, di declino morale e di una profonda ristrettezza intellettuale che si sta diffondendo nella cultura americana. Coloro che commettono questo terribile atto trattano la civiltà occidentale o come irrilevante e non degna di priorità o come dannosa e degna solo di condanna.

Purtroppo, nella concezione della nostra cultura, i crimini dell’Occidente sono diventati così centrali che è difficile tenere traccia del meglio dell’Occidente. Dobbiamo essere vigili e fare la distinzione tra la civiltà e la filosofia occidentale da un lato, e i crimini occidentali dall’altro. I crimini nascono da certe filosofie e da certi aspetti della civiltà, non da tutti.

Il canone occidentale è, più di ogni altra cosa, una conversazione tra grandi pensatori nel corso delle generazioni che si arricchisce quanto più aggiungiamo le nostre voci e l’eccellenza delle voci dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina e di ogni altra parte del mondo. Non dovremmo mai cancellare le voci in questa conversazione, sia che si tratti di Omero o di studenti della Howard University. Perché questa non è una discussione ordinaria.

Il canone occidentale è un dialogo esteso tra la crème de la crème della nostra civiltà sulle domande più fondamentali. Si tratta di chiedere “Che tipo di creature siamo?” indipendentemente dal contesto in cui ci troviamo. Si tratta di vivere più intensamente, più criticamente, più compassionevolmente. Si tratta di imparare a prestare attenzione alle cose che contano e distogliere la nostra attenzione da ciò che è superficiale.

La Howard University non sta rimuovendo il suo dipartimento di studi classici in modo isolato. Questo è il risultato di un massiccio fallimento in tutta la nazione della “scolarizzazione”, che ora non è altro che l’acquisizione di competenze, l’acquisizione di etichette e l’acquisizione di gergo. La scolarizzazione non è educazione. L’educazione tira fuori l’unicità delle persone affinché siano tutto ciò che possono essere alla luce della loro irriducibile singolarità. È la maturazione e la coltivazione di esseri umani spiritualmente integri e moralmente attrezzati.

La rimozione dei classici è un segno che noi, come cultura, abbiamo abbracciato fin dalla più giovane età la scuola utilitaristica a spese dell’educazione che forma l’anima. Per porre fine a questa catastrofe spirituale, dobbiamo ripristinare la vera educazione, mobilitando tutte le risorse intellettuali e morali che possiamo per creare esseri umani di coraggio, visione e virtù civica.

Gli studenti devono essere sfidati: Possono essi affrontare testi dei più grandi pensatori che li costringono a mettere radicalmente in discussione i loro presupposti? Possono essi venire a patti con le condizioni e le circostanze antecedenti in cui vivono ma che non hanno creato? Possono essi affrontare il fatto che l’esistenza umana non è facilmente divisibile in bene e male, ma piena di complessità, sfumature e ambiguità?

Questo approccio classico è unito all’esperienza nera. Riconosce che il fine e lo scopo dell’educazione è davvero l’inno del popolo nero, che è quello di alzare ogni voce. Questo significa trovare la propria voce, non un’eco o un’imitazione degli altri. Ma non si può trovare la propria voce senza essere radicati nella tradizione, radicati nelle eredità, radicati nei patrimoni.

Come il filosofo tedesco Hans-Georg Gadamer ha sottolineato nel secolo scorso, le tradizioni sono ineludibili e inevitabili. Non si tratta di sapere se si lavora in una tradizione, ma in quale. Anche la scelta di nessuna tradizione lascia le persone con ignoranza vincolate a un linguaggio che non hanno creato e a strutture che non comprendono.

Impegnarsi con i classici e con il nostro patrimonio di civiltà è il mezzo per trovare la nostra vera voce. È così che diventiamo pienamente noi stessi, spiritualmente liberi e moralmente grandi.

 

 

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