di Luca Del Pozzo
E poi non capisco questa società ipersensibile verso le bestie e indifferente all’umanità. Ho appena visto la pubblicità di un cibo per gatti castrati: ma ci sarà una differenza tra chi muore di fame e non ha da mangiare, 135 milioni di persone nel mondo, e l’attenzione agli animali domestici? Lo dico da uomo che ha due cani, Miele, un labrador, e Lady, un bracco tedesco. Mi incolpano di essere buddista col fucile, di andare a caccia, di togliere la vita, ma voi il pesce lo mangiate e chi uccide il tonno per voi, e i polli e i maiali e i bovini e i conigli e le anatre? … A me della caccia piace il prima e farei anche a meno dello sparo, ma essere trattato da assassino non mi va”. Questo il magnifico calcio al politicamente corretto assestato dal Divin Codino, al secolo Roberto Baggio, intervistato dal Venerdì di Repubblica. Il che, ripensando alle immagini di animali e bestie proiettate sulla facciata di S. Pietro in occasione del controverso sinodo amazzonico (per non dire di certa teologia animalista cosiddetta), da altra angolatura restituisce una fotografia piuttosto nitida sulla deriva in atto di un cattolicesimo sempre più attento alla salvaguardia degli ecosistemi e sempre meno a quella delle anime. Poi ci stupiamo delle chiese vuote?
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