Card. Gerhard Ludwig Mueller. Credit: Daniel Iba?n?ez / CNA.

 

MÜLLER: “CONTRAPPORRE PONTIFICATI E’ CRIMINE CONTRO LA CHIESA

Parlando ad una presentazione di un libro su Humanae Vitae, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, ha sottolineato mercoledì che i tentativi di cambiare l’insegnamento della Chiesa sono “un crimine contro la Chiesa”.

 

Qualche giorno fa vi è stata la presentazione ufficiale del libro scritto dal polacco Pawel Galuska, edito da Cantagalli, intitolato: Karol Wojtyla e Humanae Vitae”. Il libro ripercorre il contributo del cardinale Wojtyla alla redazione di Humanae Vitae.Tra gli intervenuti alla presentazione del volume, anche il Cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione della Dottrina della Fede

Riprendo, nella mia traduzione, il resoconto (qui) fatto da Andrea Gagliarducci su Catholic News Agency di ieri.

L’attuale tentativo – ha detto il card. Müller  – di contrapporre gli ultimi tre pontificati, con il pretesto di imporre un insegnamento eterodosso ai fedeli è un crimine contro la Chiesa e un tradimento della sua missione e del suo mandato, il cui compito finale è quello di conservare la fede autenticamente ereditata dagli apostoli”.

Le osservazioni del cardinale Müller si riferiscono in particolare all’articolo dal titolo  “Rilettura della Humanae Vitae alla luce di Amoris Laetitia” del teologo italiano Maurizio Chiodi, recentemente nominato membro della Pontificia Accademia per la Vita (qui)

L’articolo, pubblicato a fine gennaio sul quotidiano Avvenire, giornale della Conferenza Episcopale Italiana – è tratto da una relazione tenuta presso la Pontificia Università Gregoriana da Chiodi, nell’ambito di una serie di conferenze organizzate dall’Università dei Gesuiti a Roma per celebrare il 50° anniversario della enciclica (Humanae Vitae, ndr) di Paolo VI.

Nella sua relazione, Chiodi ha detto che “ci sono circostanze che richiedono l’uso della contraccezione”, perché in questi casi l'”intervento tecnico (cioè l’uso del contraccettivo, ndr) non nega la responsabilità delle relazioni procreative”.

E Chiodi  ha anche sottolineato che “l’insistenza del Magistero della Chiesa sui metodi naturali non può essere interpretata, a mio parere, come una norma fine a se stessa, né come semplice conformità alle leggi biologiche, perché la norma si riferisce ad un’antropologia, il bene della responsabilità coniugale”.

Alla fine, don Chiodi ha detto: “un metodo artificiale per la regolazione della nascita potrebbe essere riconosciuto come un atto di responsabilità che viene compiuto, non per rifiutare radicalmente il dono di un bambino, ma perché in queste situazioni la responsabilità chiama la coppia e la famiglia ad altre forme di accoglienza e ospitalità”.

Ricollegandosi all’articolo di Chiodi, il cardinale Müller si è infatti rivolto a qualsiasi tentativo di cambiare o “reinterpretare” l’insegnamento della enciclica dell’Humanae Vitae.

Il professor Gilberto Marengo, (membro) della Pontificia Università Lateranense, sta attualmente dirigendo un gruppo di studio per definire la genesi dell’enciclica, e ha respinto ogni tentativo di cambiare l’insegnamento di Humanae Vitae.

Tuttavia, il cardinale Müller l’ha descritta come una commissione segreta, e ha detto che questa commissione “non porterà a nessuna modifica dell’insegnamento cattolico”.

Il cardinale Mueller ha anche sottolineato che la discussione è ora “solo basata sul dualismo, e questo renderà un cattivo servizio alla Chiesa”.

Parlando di Humanae Vitae Vitae, il cardinale Müller ha detto che l’enciclica “va oltre la sterile polarizzazione tra regolazione artificiale e naturale delle nascite”. Ha anche detto che l’enciclica è ancora attuale, perché “le stesse domande sono oggi ancora valide”.

Il cardinale Mueller ha sottolineato che “la secolarizzazione inganna gli uomini, privandoli di Dio”, dicendo che la secolarizzazione “non implica alcun passo avanti nel cammino verso la perfezione. Si tratta piuttosto di un deficit antropologico, in quanto abbandona gli uomini alla disperazione e all’inutilità. Il paradigma della secolarizzazione è il nichilismo “.

L’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ha sostenuto che l’Humane Vitae: “ha un messaggio positivo, poiché guarda gli uomini nella loro interezza”.

Il libro di Galuska contiene una relazione redatta da un gruppo di studiosi di Cracovia riguardo il cardinale Karol Wojtyla, che si riferisce alla partecipazione di Wojtyla alla commissione di studio sulla contraccezione di Paolo VI. Il cardinale (Wojtyla, ndr) spedì una relazione perché non fu in grado di ottenere un visto dal regime sovietico (per lasciare la Polonia, ndr) e di presentarla personalmente a Roma.

Ancora più importante, il libro pubblica una lettera del cardinale Wojtyla indirizzata a Paolo VI nel 1969. La lettera elogiava l’enciclica, osservava che c’erano resistenze e chiedeva un’istruzione papale per ribadire il messaggio di Humanae Vitae.

La presentazione del libro è stata l’occasione per sfatare alcune “false notizie” sull’enciclica.

E qui Gagliarducci fa molto probabilmente riferimento alla campagna mediatica che sta cercando di annacquare l’insegnamento della Humanae Vitae. Tale campagna ha letto quella lettera del cardinale Wojtyla del 1969 a Paolo VI come un tentativo di rendere ancora più rigida l’interpretazione dell’enciclica, chiedendo a papa Paolo VI di proclamare che il suo insegnamento aveva un carattere dogmatico e infallibile. Un tale tentativo di lettura in questo senso lo possiamo riscontrare nell’articolo scritto da Luciano Moia su Avvenire proprio a proposito di quella lettera (qui).

Riprende Gagliarducci: mons. Livio Melina, ex presidente del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia, ha sottolineato che “dire che il cardinale Wojtyla ha chiesto un’istruzione per ribadire l’infallibilità dell’enciclica è solo una notizia falsa”.

Invece, ha detto Melina, quella lettera chiedeva al Papa di spiegare che ciò che Humanae Vitae diceva faceva parte del magistero universale ordinario della Chiesa, e che il magistero ordinario e universale della Chiesa è infallibile.

Mons. Melina ha spiegato che “la lettera deve essere letta attentamente. Il cardinale Wojtyla non ha chiesto a Paolo VI di dichiarare che l’enciclica è infallibile. Egli ha appena chiesto di ribadire che gli insegnamenti in esso contenuti fanno parte del magistero ordinario (universale) della Chiesa. E quel magistero è infallibile”.

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