Foto: Giorgio Vittadini

Foto: Giorgio Vittadini

di Sabino Paciolla

Certo, quando si avvicina il Meeting di Rimini, leggere o ascoltare Vittadini diventa “emozionante”, perché ci coglie sempre di sorpresa.

Basterebbe ricordare le sue parole sulla scuola libera, quelle pronunciate l’anno scorso proprio durante un incontro della kermesse riminese, quando tuonò: “Tutti i dibattiti sulla scuola pubblica e sulla scuola libera ideologici che ci hanno ammorbato per anni nascono semplicemente perché uno non ascolta l’altro”. “Basta ideologie, è finito quel mondo. Adesso il mondo è il dialogo”. “La scuola deve essere un cambiamento di teoria: alla fine dell’anno non si capisce più chi è il professore comunista, cattolico o agnostico; c’è stato un ripensamento, perché un uomo intelligente cambia idea e i ragazzi sono contenti”.

Dialogare con l’aspirazione di perdere la propria identità (anziché approfondirla), che bel desiderio! Contento lui.

Ieri, Vittadini, in vista dell’imminente apertura del Meeting di Rimini, ha rilasciato un’intervista al Corriere (qui). E…anche questa volta ci ha colto di sorpresa!

Tralascio alcuni passaggi, francamente non veri (per non dire proprio falsi), ne prendo invece uno che mi sta a cuore.

Domanda: A proposito di Lega, secondo il ministro della Famiglia Fontana le famiglie gay non esistono.

Vittadini: «La famiglia tradizionale deve vivere dimostrando quanto è bello amarsi tra un uomo e una donna e fare i figli. La famiglia oggi non è aiutata. Perché non parliamo di quoziente familiare? Di questo dovrebbe occuparsi Fontana».

Domanda: E la frase sulle unioni gay?

Vittadini: «Diciamo che le unioni civili sono un compromesso accettabile per chi desideri un altro tipo di famiglia».

Come si può vedere, la domanda del giornalista è chiara, chiarissima. Ma Vittadini nel rispondere fa l’equilibrista, il saltimbanco. Prova a rispondere ambiguamente. Fa pure una gaffe madornale, parlando di “famiglia tradizionale”, facendo così un favore ai cultori della filosofia LGBT, quelli che dicono che la famiglia naturale (naturale Vittadini, NATURALE!!!) non esiste, che la famiglia è semplicemente un puro concetto sociologico, frutto degli usi e costumi, delle tradizioni di un luogo o di una epoca. La natura, per loro, conta come il due di coppe nel gioco della briscola.

Vittadini rimprovera pure il ministro Fontana che ha avuto la sventura di dire che la famiglia arcobaleno non esiste. “E no! Caro Fontana”, sembra dire Vittadini, “Tutti i dibattiti sulla famiglia naturale e tradizionale ideologici che ci hanno ammorbato per anni nascono semplicemente perché uno non ascolta l’altro”. “Basta ideologie, è finito quel mondo. Adesso il mondo è il dialogo!”. Il ministro, continua Vittadini, invece di perdere tempo con questi concetti fumosi, si occupi di cose concrete, ad es. del quoziente familiare.

Ma il giornalista, che non è fesso, ritorna a bomba ed insiste sul concetto che Vittadini ha voluto eludere: “E la frase sulle unioni gay?”

E qui Vittadini diventa un mito. La sua risposta è fantastica: le unioni civili sono un compromesso per chi desideri “un altro tipo di famiglia”.

Quindi, per Vittadini la famiglia naturale diventa “tradizionale”, cioè “un altro tipo” di famiglia tra i vari tipi di famiglie (eterosessuali, omosessuali, ecc.), e le unioni civili, anziché restare quello che sono, cioè semplici “unioni”, diventano “un’altro tipo di famiglia”. Vittadini, dunque, sia pure indirettamente, eleva l’unione civile a “famiglia”. Perbacco!

Ma allora aveva proprio ragione l’anno scorso quando diceva che “alla fine dell’anno non si capisce più chi è il professore comunista, cattolico o agnostico”. Allo stesso modo, più si affanna a rincorrere il dialogo, e più, “alla fine dell’anno”, sembra che non capisca più la differenza tra famiglia naturale, famiglia tradizionale e unione civile.

Purtroppo ci capita di assistere a queste strambe interviste dove, anziché cogliere l’occasione per affermare e difendere quanto è quotidianamente sotto un distruttivo attacco, la famiglia naturale, si preferisce diffondere una visione qualunquistica e relativistica in onore del “Dio dialogo”.

Sto leggendo l’ultimo libro di Stefano Fontana, “Chiesa gnostica e secolarizzazione”, in cui ad un certo punto è scritto:

“Lo sdoganamento dell’omosessualità anche in ambito cattolico, il fatto che l’esercizio della sessualità fuori del matrimonio non faccia più specie o che per oltre il 70% dei cattolici la masturbazione non sia più da considerarsi un peccato, sono effetti della lunga influenza dello Gnosticismo. Quando si pensa di poter essere spiritualmente salvi pur contribuendo a leggi e politiche contro la legge di natura, si dissocia Cristo creatore da Cristo redentore come vuole lo Gnosticismo. Abolita la legge naturale, la violenza evapora nel consenso delle parti. La negazione o l’abbandono da parte cattolica della legge morale naturale, compresi i principi non negoziabili e la dottrina degli intrinsece mala, è segno di cedimenti allo Gnosticismo”.

 

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