Titus Brandsma, frate carmelitano
Titus Brandsma, frate carmelitano

 

 

di Miguel Cuartero Samperi

 

Titus Brandsma nacque nella fattoria di Oegeklooster, presso Bolsward, nei Paesi Bassi, il 23 febbraio 1881. Il padre, Titus, era un agricoltore bene­stante, sposato con Tjitsje Postma; ebbero sei figli.

Durante il ginnasio sentì la vocazione alla vita religiosa. Desiderava entrare tra i Francescani, ma non venne accolto a motivo della salute cagionevole. Si rivolse quindi ai Carmelitani che lo accettarono.

Il 17 giugno 1905, a 24 anni, venne ordinato presbitero quindi inviato a Roma, dove restò tre anni (1906-1909). Frequentò la Facoltà di filosofia della Pontificia Uni­ver­sità Gregoriana.

Nel 1923 divenne professore di filosofia e storia della mistica nella neonata Università Cattolica di Nimega, dove restò fino al 1942. Nell’anno accademico 1932-1933 fu eletto Rettore Magnifico della stessa Università.

Fu nominato assistente ecclesiastico dell’Associa­zione dei giornalisti cattolici, con l’incarico di seguire circa una tren­tina di testate giornalistiche. In quell’occasione ottenne la tessera internazionale di giornalista.

Tra il 1938 e il 1939 tenne dei corsi all’interno dell’Università, criticando l’impostazio­ne pagana e antiumana dell’ideologia nazionalsocialista, di cui aveva ben compreso il pericolo.

Il 26 gennaio 1941 la Chiesa Olandese, per mezzo dei suoi vescovi, reagì con fermezza contro i provvedimenti nazisti. Padre Titus, cui era stata affidata anche la presidenza dell’Associazione delle scuole cattoliche, collaborò attivamente con l’episcopato.

Nel gennaio del 1942, Padre Titus girò in treno l’Olanda, visitando le redazioni dei giornali cattolici, per portare le indicazioni dell’epi­scopato e incoraggiare i direttori a resistere alle pressioni naziste. Sua Ecc.za Mons. De Jong dichiarò in seguito che il religioso era ben consapevole del pericolo a cui si stava esponendo.

Appena rientrato a Nimega, tenne in Università la sua ultima lezione. Mentre faceva ritorno al convento, fu arrestato.Quando venne interrogato sulla sua attività e i motivi della sua opposizione al nazismo, Padre Titus ribadì con franchezza le sue posizioni, redigendone anche nove pagine di memoriale.

Dopo diversi trasferimenti, il 13 giugno iniziò il lungo viaggio in treno, a bordo di un carro bestiame con molti altri prigionieri, che condusse il Beato attraverso Colonia, Francoforte e Norimberga fino al campo di Dachau.

Dal 19 giugno al 18 luglio 1942 Padre Titus si trovò nel blocco 28, in cui erano radunati numerosi religiosi e sacerdoti. Il 18 luglio entrò nell’ospedale del campo, detto Revier, e vi rimase fino a dome­nica 26 luglio. Quel giorno, alle ore 14, venne ucciso da un’iniezione di acido fenico.

Poco prima di morire, il Beato aveva donato all’infermiera che lo stava uccidendo la propria corona del Rosario, fabbricata per lui da un internato. La donna, una giovane olandese infatuata dell’ideologia nazista, gli disse di non saper pregare e Padre Titus le rispose che per farlo le sarebbe bastato dire: “Prega per noi peccatori”. Ella poi si convertì e, durante il Processo per la Beatificazione e Canonizzazione, rese la propria preziosa testimo­nianza sulle ultime ore di vita del Carmelitano.

Il corpo di Titus Brandsma, come quello di migliaia di altri prigionieri deceduti, venne verosimilmente cremato negli ince­ne­ritori del campo di Dachau.

Fonte: Congregazione delle Cause dei Santi

La canonizzazione è si terrà domani 15 maggio. 

 

Titus Brandsma, frate carmelitano
Titus Brandsma, frate carmelitano

 

Il miracolo per la canonizzazione

La Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Titus Brandsma, O.Carm. prese avvio il 14 febbraio 1952. Nel 1984 la Congregazione per la Causa dei santi riconobbe come vero martirio la morte di Titus Brandsma. Il 3 novembre 1985 fu proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo II.

Dall’11 luglio 2016 al 12 dicembre 2017 si è svolta nella diocesi di Palm Beach, in Florida, l’Inchiesta dioce­sana su un presunto miracolo ottenuto per intercessione del Beato. Si trattò della guarigione di un sacerdote professo dell’Ordine Carmelitano, dalla recidiva di un “melanoma metastatico ai linfonodi”. Della malattia, particolarmente maligna ed invasiva, non c’era più alcuna traccia, anche a distanza di oltre 15 anni. La validità giuridica dell’Inchiesta diocesana fu riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 13 aprile 2018.

La Consulta Medica, nella riunione del 26 novembre 2020, ha riconosciuto che quella guarigione fu rapida, completa e duratura, e non trova spiegazione nelle attuali conoscenze della medicina.

La sua festa si celebra il 27 luglio. È considerato patrono dei giornalisti e dei fumatori (fumava la pipa).

 

Titus Brandsma, frate carmelitano
Titus Brandsma, frate carmelitano

 

Nel 1988 è stato prodotto un film, scritto dal regista Silvio Maestranzi e intitolato “Le due croci”, ispirato alla vita del beato olandese.

Nel 2016 la Mary’s Drowry Productions ha prodotto un nuovo film (in inglese e spagnolo) sull vita del martire olandese (TRAILER).

 


 

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