25 luglio 2022
San Giacomo apostolo
di Jacob Netesede
Alla caduta del Governo Draghi, tra lutti e festeggiamenti per l’uscita di scena del “governo dei migliori”, occorre tracciare una piccola linea, un piccolo memoriale, perché è disumano vivere senza memoria.
E la memoria potrebbe servirci anche pensando all’appuntamento elettorale che ci aspetta.
Oggi è il 25 luglio, San Giacomo (ieri, ndr): “Signore, vuoi che diciamo al fuoco di discendere dal cielo a consumarli?» Ma Gesù rispose: “Non sapete di che spirito siete. Il Figlio dell’uomo non è venuto a perder le anime, ma a salvarle”.
E allora, bando agli istinti, ragioniamo per la salvezza.
Negli occhi abbiamo, necessariamente, gli ultimi due anni e mezzo: sin dall’inizio abbiamo mosso le nostre argomentazioni in punta di piedi, senza imporre e senza urlare.
Abbiamo cercato di usare -anche- la ragione, senza rimanere in balia delle emozioni e delle paure che hanno caratterizzato questi ultimi anni.
Ad ogni passaggio abbiamo condiviso tra amici un giudizio che, tentativamente, tenesse conto di tutti i fattori: lockdown, mascherine, vaccini, green pass, obblighi, sospensioni…
Abbiamo usato grande prudenza, un passo alla volta, sbagliando e cercando correzioni.
Per l’esattezza, cercando correzioni adeguate e ragionevoli: non ci bastava infatti un “fai così perché sono il ministro” o perché “sono un medico” o “perché sono un amico” o “perché sono un Papa” o “perché sono un papà…”.
Abbiamo ascoltato e vagliato le ragioni sottostanti ad ogni consiglio ricevuto.
E abbiamo scelto.
Professori universitari e netturbini, sportivi e sedentari, credenti, miscredenti o atei, liberi professionisti e impiegati, disoccupati o pensionati, ricchi o poveri, di successo o falliti, abbiamo fatto le nostre scelte e ne abbiamo pagato le conseguenze.
E mentre sceglievamo, proprio mentre il Governo varava a norme allo scopo di “convincere” (azione tipica dello Stato etico), abbiamo letto commenti come:
“Campi di sterminio per chi non si vaccina”
Giuseppe Gigantino, cardiologo.
“Mi divertirei a vederli morire come mosche”
Andrea Scanzi, giornalista.
“Se fosse per me costruirei anche due camere a gas”
Marianna Rubino, medico.
“I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori”
Sebastiano Messina, giornalista.
“Vagoni separati per non vaccinati”
Mauro Felicori, assessore.
“I no vax fuori dai luoghi pubblici”
Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana.
“Potrebbe essere utile che quelli che scelgono di non vaccinarsi andassero in giro con un cartello al collo”
Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto.
“Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli”
Paolo Guzzanti, giornalista.
“Verranno messi agli arresti domiciliari, chiusi in casa come dei sorci”
Roberto Burioni, virologo.
“Non chiamateli no vax, chiamateli col loro nome: delinquenti”
Alessia Morani, deputato.
“Vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no-vax restano al mondo”
Selvaggia Lucarelli, giornalista.
“I rider devono sputare nel loro cibo”
David Parenzo, giornalista.
“I loro inviti a non vaccinarsi sono inviti a morire.”
Mario Draghi, Presidente del Consiglio
“Gli metterò le sonde necessarie nei soliti posti, lo farò con un pizzico di piacere in più.”
Cesare Manzini, infermiere.
“Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla”
Francesca Bertellotti, infermiera.
“Provo un pesante odio verso i no vax”
J-Ax, cantante.
“Se riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per staccare la spina”
Carlotta Saporetti, infermiera.
“Non siete vaccinati? Toglietevi dal cazzo!”
Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna.
“Un giorno faremo una pulizia etnica dei non vaccinati, come il governo ruandese ha sterminato i tutsi”
Alfredo Faieta, giornalista.
“Il greenpass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli”
Renato Brunetta, ministro.
“E’ giusto lasciarli morire per strada”
Umberto Tognolli, medico.
“Prego Dio affinché i non vaccinati si infettino tra loro e muoiano velocemente”
Giovanni Spano, vicesindaco.
“Bisogna essere duri e discriminare chi non si vaccina, in ospedale, a scuola, nei posti di lavoro”
Filippo Maioli, medico.
“Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo”
Giuliano Cazzola, giornalista.
“Mandategli i Carabinieri a casa”
Luca Telese, giornalista.
“Gli renderemo la vita difficile, sono pericolosi”.
Piepaolo Sileri, Viceministro alla salute.
“E’ possibile porre a loro carico una parte delle spese mediche, perché colpevoli di non essersi vaccinati”
Sabino Cassese, costituzionalista.
“Non sarà bello augurare la morte, ma qualcuno sentirà la mancanza dei novax?”
Laura Cesaretti, giornalista.
“Se arrivi in ospedale positivo, il Covid ti sembrerà una spa rispetto a quello che ti farò io”.
Vania Zavater, infermiera.
“I novax sono i nostri talebani”
Giovanni Toti, presidente regione Liguria
“Sono dei criminali, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi”
Matteo Bassetti, infettivologo.
…e potrei pure proseguire!
Ad ogni modo, per chiunque voglia e sia sufficientemente realista per vederla, da ogni parte del mondo e anche qui in Italia, oggi emerge in modo chiaro un’altra verità.
Anzi, la verità, l’unica verità.
La nostra prudenza era saggezza.
Per essere precisi, la nostra scelta si rivela la più ragionevole, quella con gli argomenti più validi.
Il tempo è stato galantuomo: come conferma il clamoroso dietrofront di alcuni Governi, come attesta una notevole mole di studi sulle migliori riviste, come mostrato dalla realtà che ci circonda (con tridosati ammalati e persone soffrenti per eventi avversi), la nostra scelta è quella che ha tenuto conto di tutti i fattori.
E allora:
a voi che avete detto queste cose,
a voi che ascoltandole non vi siete alzati in piedi,
a voi che avete contestato irragionevolmente la nostra scelta,
a voi che avete guardato con superiorità il nostro dolore, disprezzandolo,
a voi che avete creduto al telegiornale piuttosto che a vostro fratello,
a voi che vi siete schierati con i più forti,
a voi che avete goduto per le nostre umiliazioni,
a voi che avete avuto paura e ancora ne avete,
a voi che odiate il fatto che noi non abbiamo paura,
a tutti voi io auguro tristezza: “perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte” (Seconda Lettera ai Corinzi).
Ve la auguro perché non ho ceduto al Vostro odio e cerco ancora di amarVi, cioè di dirVi la verità.
Siate tristi, ma tristi alla San Paolo.
Che San Giacomo, patrono dei pellegrini che oggi si venera, Vi sia compagno nel viaggio dalla allegria del mondo alla tristezza secondo Dio, ovvero dalla paura che viene dal mondo al pentimento che porta salvezza.
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Credo che nessuno di noi prima del 2020 avrebbe immaginato una spaccatura così profonda e trasversale della società così da coinvolgerne ogni livello. Ora sarebbe davvero ingenuo pensare che tutto ciò non sia il frutto calcolato, preordinato e scientificamente attuato di una precisa strategia che ottiene un triplice obiettivo: quello appunto di creare divisione interna al popolo, abituarci a paradigmi emergenziali in cui il potere “deve” assumere una fisionomia dispotica (va da sé che anche un blando dissenso deve essere violentemente soppresso nel plauso dei più) ed infine condurci verso il post (o trans) umanesimo, tutti servi, nullatenenti e felici stando all’agenda 2030. Ma il ridicolo è che proprio coloro che si sono eretti a nuovi kapò con quelle frasi becere, sono schiavi a loro volta di un potere che tutto cerca eccetto che il bene dell’uomo, inclusi guarda caso loro stessi. A meno che ci stiano dicendo di essere pari al “famoso” animale che può entrare al bar (chissà che imbarazzo quando hanno saputo del vaiolo delle scimmie…)
Vorrei aggiungere una cosa: non ci si illuda di cambiare qualcosa con le prossime elezioni. Se solo capissimo quale meccanismo ci conduce verso di esse e magari con uno sguardo non solo a quello che dicono i leader politici ma anche alla storia che ci ha portato sin qui, dovremmo esser persuasi sul fatto che siamo di fronte a una trappola in cui a prescindere dall’esito avremo un potere che blinderà se stesso ancora di più schiacciando ulteriormente la già irrilevante sovranità popolare. Il cammino è un po’ più lungo di quel che si pensa.