“Tra i protagonisti di questo processo ci sono per me un po’ troppi difensori dei matrimoni gay, persone che non pensano veramente che l’aborto sia un problema e non si mostrano mai veramente difensori del ricco credo della Chiesa, volendo soprattutto essere graditi al loro ambiente laico”.
Monsignor Robert Mutsaerts, vescovo ausiliare della diocesi di ‘s-Hertogenbosch, nei Paesi Bassi, di cui abbiamo parlato più volte, ha pubblicato una dichiarazione sul suo blog, commentando il Sinodo sulla sinodalità, in particolare il nuovo documento di lavoro del 27 ottobre “Per una Chiesa sinodale: communio, participatio, mission”, che chiede il diaconato femminile e utilizza il linguaggio dell’agenda LGBT. Ha annunciato di aver lasciato il processo sinodale. Ecco nella mia traduzione la dichiarazione di Mons. Mutsaerts che riprendo dalla traduzione fatta da Lifesitenews.
Giovedì 27 ottobre, la Segreteria del Sinodo dei Vescovi a Roma ha presentato il documento di lavoro per la fase continentale del Sinodo “Per una Chiesa sinodale: communio, participatio, mission”. Ciò è avvenuto nel corso di una conferenza stampa presieduta dal cardinale Grech e tenutasi presso il centro stampa della Santa Sede a Roma. Il documento era intitolato “Aumenta lo spazio della tua tenda” (Isaia 54,2). Sulla base di tutti i documenti finali delle riunioni nei vari continenti, la Segreteria del Sinodo dei Vescovi compila poi l’Instrumentum Laboris, il documento di lavoro per le riunioni del Sinodo del 2023 e del 2024.
Il mantra del processo è: ascoltare. A chi? A tutti. Il documento di lavoro contiene un buon numero di citazioni. “Queste citazioni sono state scelte perché esprimono in modo particolarmente forte, bello o preciso sentimenti che sono espressi più in generale in molte relazioni. L’esperienza sinodale può essere letta come una via di riconoscimento per coloro che non si sentono adeguatamente riconosciuti nella Chiesa”. I contorni del processo sinodale stanno diventando sempre più chiari. Esso fornisce un megafono per i punti di vista non ecclesiali. Il documento indica a cosa dovrebbe portare in ultima analisi il percorso sinodale: “Ciò significa una Chiesa che impara, ascoltando, a rinnovare la sua missione evangelizzatrice alla luce dei segni dei tempi, per continuare a offrire all’umanità un modo di essere e di vivere in cui tutti possano sentirsi inclusi come protagonisti”.
Chi sono coloro che si sentono esclusi? Par. 39: “Tra coloro che chiedono un dialogo più significativo e uno spazio più accogliente, troviamo anche coloro che, per vari motivi, sentono una tensione tra l’appartenenza alla Chiesa e le proprie relazioni d’amore, come ad esempio: divorziati risposati, genitori single, persone che vivono in matrimoni poligami, persone LGBTQ, ecc.”. In breve, coloro che non sono d’accordo con gli insegnamenti della Chiesa cattolica. Ciò che il documento di lavoro sembra suggerire è di compilare un elenco di lamentele e poi discuterne. La missione della Chiesa è un’altra. Che non è: esaminare tutte le opinioni e poi trovare un accordo. Gesù ci ha comandato un’altra cosa: proclamare la verità; è la verità che vi renderà liberi. Particolarmente curioso è il commento secondo cui la Chiesa non presta attenzione alla poligamia. Del resto, il documento non presta attenzione ai tradizionalisti. Anche questi si sentono esclusi. Anzi, lo sono letteralmente da Papa Francesco (Traditionis custodes). A quanto pare, non c’è empatia per questo gruppo.
Ad oggi, il processo sinodale assomiglia più a un esperimento sociologico e ha poco a che fare con lo Spirito Santo che dovrebbe risuonare in tutti. Questo potrebbe quasi essere definito blasfemo. Ciò che sta diventando sempre più chiaro è che il processo sinodale verrà utilizzato per cambiare alcune posizioni della Chiesa, gettando nella mischia anche lo Spirito Santo come sostenitore, anche se lo Spirito Santo ha davvero soffiato qualcosa di contrario nel corso dei secoli. Soprattutto, ciò che si evince dalle sessioni di ascolto è una fede evaporata, non più praticata, che non accetta le posizioni della Chiesa. Le persone si lamentano che la Chiesa non accetta le loro posizioni. Tra l’altro, questo non è del tutto vero. I vescovi fiamminghi e tedeschi vanno molto lontano da loro, il che è in realtà molto più tragico. Non vogliono più chiamare il peccato, peccato. Quindi non si parla più di conversione e pentimento.
Prevedibile la richiesta di ammissione delle donne al sacerdozio: “il ruolo attivo delle donne nelle strutture di governo degli organismi ecclesiastici, la possibilità per le donne con una formazione adeguata di predicare nelle parrocchie, e un diaconato e sacerdozio femminile”. Un esercizio inutile, visto che gli ultimi tre pontificati hanno esplicitamente dichiarato l’impossibilità di farlo. In politica, tutto è aperto alla discussione e al dibattito. Nella Chiesa non lo è. Esiste una dottrina della Chiesa che non è soggetta a tempi e luoghi. Ma il documento di lavoro sembra davvero mettere in discussione tutto. Ad esempio, al par. 60 leggiamo: “L’appello alla conversione della cultura ecclesiale, per la salvezza del mondo, è concretamente legato alla possibilità di stabilire una nuova cultura, con nuove pratiche e strutture”. E poi questo: “Ai vescovi viene chiesto di trovare le modalità adeguate per svolgere il loro compito di convalida e approvazione del documento finale e di assicurare che esso sia il frutto di un autentico cammino sinodale, rispettoso del processo che si è svolto e fedele alle diverse voci del popolo di Dio in ogni continente”. A quanto pare, l’ufficio di vescovo si riduce alla semplice attuazione di quello che, in ultima analisi, è il massimo comune denominatore come risultato di una lotteria di opinioni. La fase conclusiva del processo sinodale non può che rivelarsi una confusione da Babele. Prevedibilmente, tutti coloro che non ottengono la loro opinione diranno di essere stati esclusi. In anticipo, questa è una ricetta per il disastro. Se tutti ottengono la loro strada – cosa in realtà impossibile – il disastro è completo. Allora la Chiesa avrà rinnegato se stessa e sprecato la sua identità.
Alla presentazione del documento di lavoro, il cardinale Grech si è spinto troppo in là nell’affermare che il compito della Chiesa è quello di fungere da amplificatore di ogni suono proveniente dall’interno della Chiesa, anche se contrario a ciò che la Chiesa ha sempre proclamato. Una volta era diverso. All’epoca della Controriforma, la Chiesa era chiarissima sulle sue posizioni. Si convincono le persone sostenendo la fede cattolica con ragionata e piena convinzione. Non si convince nessuno se ci si limita ad ascoltare e a lasciar perdere. La cosa fastidiosa è che i vescovi sono stati istruiti ad ascoltare e poi a documentare ciò che è stato detto. Questi rapporti sono stati poi raccolti a livello di provincia ecclesiastica e poi inoltrati a Roma. Rapporti che includevano le necessarie eresie con la firma della conferenza episcopale. Non potevamo fare altrimenti, ma non ne sono affatto contento. Diversi cardinali, tra l’altro, hanno anche affrontato la questione a Roma, chiedendo ancora una volta che cosa sia effettivamente la sinodalità. Non c’è stata una risposta chiara.
Gesù ha avuto un approccio diverso. Ascoltò i due discepoli delusi che erano in cammino verso Emmaus. Ma a un certo punto prese la parola e chiarì loro che stavano andando fuori strada. Questo li portò a voltarsi e a tornare a Gerusalemme. Se non ci voltiamo, finiamo a Emmaus e siamo ancora più lontani da casa di quanto non lo siamo già.
Una cosa mi è chiara. Dio è fuori dal quadro di questo ignobile processo sinodale. Lo Spirito Santo non c’entra assolutamente nulla. Tra i protagonisti di questo processo ci sono per me un po’ troppi difensori del matrimonio gay, persone che non pensano davvero che l’aborto sia un problema e non si mostrano mai davvero difensori del ricco credo della Chiesa, volendo soprattutto essere graditi al loro ambiente secolare. Non è pastorale, non è amorevole. La gente vuole risposte sincere. Non vuole tornare a casa con altre domande. State allontanando le persone dalla salvezza. Da allora ho abbandonato il processo sinodale.
+Rob Mutsaerts
Traduzione gentilmente fornita da Padre Cor Mennen
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Che suonino le trombe dell’Apocalisse e arrivi il Giudice Universale!
Lo dico spesso e in ogni sede, il mondo ha trasformato l’eccezione nella regola, e la tradizione è messa all’indice.
Tutte le regole sono adeguate per sovvertire la disfatta dell’ordine costituito sia laico che religioso.
Che Dio distrugga questo abominio!!
Io non mi ci riconosco più.
Fratelli e sorelle, sappiate tutti che tutto quello che sta avvenendo doveva e deve accadere, poiché si realizzano le Sacre Scritture e vada tutto a compiersi come DIVINA VOLONTÀ desidera. Si, è molto molto molto doloroso per tutti voi, per tutti noi, ma del resto vi era già stato rivelato non solo da San Giovanni Apostolo ma anche ampiamente da moltissimi santi. Non scandalizzatevi anzi, rivestitevi dell’Armatura di Cristo menzionata da San Paolo e preparatevi spiritualmente all’ardua lotta, L’ultima a quanto pare poiché figlia di questi ultimi tempi. Questo vi è richiesto dal Signore. Non demoralizzatevi, il Signore vi Benedica sempre e Mamma Maria vi sostenga.