Foto: Tom e Kate Evans

Come ho scritto in un altro post di oggi (qui), papa Francesco stamattina ha ricevuto a Casa Santa Marta Thomas Evans, il padre del piccolo Alfie, il bimbo inglese di quasi 2 anni affetto da una malattia neurodegenerativa non conosciuta e ricoverato presso l’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool, i cui medici vorrebbero “staccargli la spina” perché – dicono – è nel suo “miglior interesse”. I suoi genitori invece vogliono trasferirlo all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, che si è detto disposto ad accoglierlo per assisterlo fino alla fine. Il trasferimento è stato negato sia dai medici che dai giudici. Si è in attesa dell’ultima parola della Corte suprema.

Dopo tale incontro, il papa, al termine della consueta udienza del mercoledì, ha ripreso quanto aveva detto domenica scorsa nel corso del Regina Coeli (qui). Papa Francesco ha detto queste  forti parole:

Attiro l’attenzione di nuovo su Vincent Lambert e sul piccolo Alfie Evans, e vorrei ribadire e fortemente confermare che l’unico padrone della vita, dall’inizio alla fine naturale, è Dio! E il nostro dovere, il nostro dovere è fare di tutto per custodire la vita. Pensiamo in silenzio e preghiamo perché sia rispettata la vita di tutte le persone e specialmente di questi due fratelli nostri. Preghiamo in silenzio”.

Eppure, qualche ora dopo, come riportato in un articolo pubblicato oggi sul Catholic Herald (qui), anche se non è riportata la fonte, in un comunicato, i vescovi cattolici dell’Inghilterra e del Galles hanno detto: Noi affermiamo la nostra convinzione che tutti coloro che stanno ed hanno preso le angosciose decisioni riguardo alla cura di Alfie Evans agiscono con integrità e per il bene di Alfie secondo il loro punto di vista“.

Sappiamo che le critiche pubbliche recentemente riportate sul loro lavoro sono infondate, dato che la nostra cura dell’ufficio del cappellano per l’assistenza allo staff, ed in verità offerta alla famiglia, è stata costantemente fornita“.

Nella loro dichiarazione, i vescovi hanno detto: “Prendiamo atto dell’offerta dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma per curare Alfie Evans. Spetta a quell’ospedale presentare ai tribunali britannici, dove devono essere prese decisioni cruciali in materia di conflitti di opinione, le ragioni mediche di un’eccezione da fare in questo tragico caso“.

Foto: Thomas Evans e Papa Francesco il 18 04 2018

Foto: Thomas Evans e Papa Francesco il 18 04 2018

Quanto riportato dal Catholic Herald si ricollega ad un altro articolo pubblicato il 16 aprile scorso su LifeSiteNews da Diane Montagna.

La Montagna riporta nel suo articolo una nota interna alla Arcidiocesi di Liverpool, datata 13 aprile, che è però trapelata (pubblicata integralmente nell’articolo stesso), in cui si può leggere che un vescovo ausiliare dell’arcidiocesi ha offerto sostegno “ai medici e al personale” dell’ospedale pediatrico Alder Hey, ma “non ha incontrato i genitori che, si capisce, non sono cattolici“.

Ciò è sorprendente poichè proprio il giudice Hayden nella sua decisione (si legga il mio precedente articolo qui) aveva fatto esplicita menzione della fede cattolica dei genitori del piccolo Alfie.

Il promemoria interno della arcidiocesi di Liverpool dice che lo staff medico dell’Alder Hey opera “nell’interesse di Alfie“, e loda l’ospedale come “centro di eccellenza“. Include dichiarazioni dell’ospedale e della polizia locale relative a recenti proteste pacifiche che si sono svolte al di fuori dell’ospedale, ma non fa alcuna menzione di  alcuna dichiarazione resa da Thomas Evans e Kate James.

Diane Montagna riporta che una fonte vicina al Vaticano e alla Chiesa cattolica in Inghilterra ha detto a LifeSiteNews: “L’affermazione di Peter Heneghan dell’arcidiocesi di Liverpool è stupefacente per la sua allegra negazione del cattolicesimo professato da Tom Evans, per la sua mancanza di compassione e per l’assenza di qualsiasi cosa che appartenga alla fede cattolica. Qual comunicato avrebbe potuto essere stato scritto anche da un funzionario male informato del Consiglio locale o del NHS Trust (un organismo del Sistema Sanitario Nazionale, ndr)“.

Unito al cospicuo e inaccettabile silenzio dell’arcivescovo McMahon, siamo portati a credere che ci sia qualcosa di gravemente marcio nell’arcidiocesi di Liverpool“, ha detto la fonte, parlando sotto la condizione di anonimato.

Il padre di Alfie, due giorni dopo, ha scritto a mons. Malcolm McMahon, arcivescovo di Liverpool, tra l’altro, queste parole: Sua Eccellenza, Mi chiamo Thomas Evans e sono il padre di Alfie. Ho provato grande tristezza nel leggere il comunicato stampa dell’Arcidiocesi sulla situazione di mio figlio. Il mio più grande dolore deriva dal non essere stato riconosciuto come figlio della Santa Madre Chiesa: sono cattolico, sono stato battezzato e confermato e guardo a Lei come mio pastore e al Santo Padre come vicario di Gesù Cristo sulla terra. Per questo ho bussato alla porta della Chiesa chiedendo aiuto per salvare mio figlio dall’eutanasia!

Ed infatti, l’assordante silenzio della arcidiocesi di Liverpool era stato notato da molti.

Anche perché, lo stesso mons. Paglia, Presidente della Pontificia Accademia della Vita, nel marzo scorso, in una intervista a Tempi (qui) aveva precisato che: In Inghilterra esiste una Conferenza episcopale che può intervenire sulle tematiche sensibili come queste. E sappiamo che sta seguendo attentamente la vicenda .(…) C’è una comunità locale che accompagna queste persone. Loro possono conoscere la situazione più da vicino e con maggiore esattezza. Non vorrei mai che un dramma così intenso si riduca solo a una battaglia su princìpi astratti”.

Il silenzio della arcidiocesi di Liverpool che fino ad oggi si è notato sarebbe stato rotto, a quanto riportato dal Catholic Herald, dalla nota di alcuni vescovi dell’Inghilterra e del Galles. Se ciò corrispondesse al vero, che sorpresa!  

AGGIORNAMENTO: ecco il link al comunicato della Conferenza Epperò iscopale di Inghilterra e Galles (qui)

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