Hiroshima dopo lo scoppio della pomba atomica, 8 Sett.1945 (AP Photo/Stanley Troutman)
Hiroshima dopo lo scoppio della pomba atomica, 8 Sett.1945 (AP Photo/Stanley Troutman)

 

 

Domenica XXXIII del Tempo Ordinario (Anno C)

(Ml 3,19-20a; Sal 97; 2 Ts 3,7-2; Lc 21,5-19)

 

 

di Alberto Strumia

 

Avvicinandosi la conclusione dell’anno liturgico, prima dell’inizio del nuovo Tempo di Avvento, le letture della liturgia, non mancano, ogni anno, di richiamare i cristiani alla fede   nelle “ultime realtà”, alla dottrina dell’“escatologia”.

– Nella prima lettura ritorna la parola centrale di tutta la storia dell’umanità, del suo rapporto con Dio Creatore, con Cristo Redentore; dell’uomo con se stesso, con il prossimo, con Dio. È la parola giustizia: «Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia».

= La giustizia nel rapporto tra l’uomo/umanità e Dio Creatore, che è stata liberamente rifiutata prima dagli angeli ribelli, divenuti demoni, e dall’umanità intera impersonata dai progenitori, con il “peccato originale”. E dopo i progenitori gli esseri umani hanno confermato questo originario rifiuto, con i loro “peccati attuali”.

= La giustizia, la possibilità di riaccedere alla quale è stata ristabilita da Cristo Redentore, con la Sua Passione, Morte e Risurrezione, per quanti vogliono percorrere questa strada, da Lui riaperta («Io sono la via», Gv 14,6).

= La giustizia che nei tempi moderni, e soprattutto nei nostri odierni, gli uomini si sono illusi, presuntuosamente, di essere in grado di realizzare da soli – senza affidarsi a Dio, o immaginandone uno inventato da loro (ideologie e false religioni) – nella società e nel mondo globalizzato. Una presunzione (è il rinnovarsi del primo peccato di orgoglio e di ribellione a Dio) – ci avvertono le letture di oggi – che si acuisce negli “ultimi tempi” nel quali emergono i falsi messianismi anticristiani, sia nella forma “laicista” (ateismi, scientismi, statalismi) che “pseudo-religiosa” (false religioni, panteismi, naturalismi), i cui portatori finiranno per cercare di impossessarsi anche della voce della Chiesa, usando il nome di Cristo («verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”», Vangelo).

Di questi Gesù dice, nel Vangelo di oggi: «Non andate dietro a loro!».

– Nella seconda lettura san Paolo avverte, implicitamente, di non lasciarsi ricattare da questa falsa religiosità che punta a sostituire la fede in Dio Creatore trascendente, in Cristo Redentore vero Dio, con un orizzontalismo solo sociale che va bene a tutti, include tutti senza vera conversione, e non richiede fede in Dio, ma solo nell’uomo. Per non essere ricattati economicamente, e costretti a cedere alla logica del mondo anche dentro la Chiesa, Paolo raccomanda di lavorare come lui ha fatto per essere indipendenti. Così si ottiene l’effetto di «non essere di peso ad alcuno», e anche di non essere trattati come un «peso» che può essere spostato da un posto all’altro – adattandosi al pensiero e alle scelte del padrone di turno – o buttato fuori dagli abusi di potere.

– Nel Vangelo la profezia di Gesù sulla distruzione di Gerusalemme («Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta»), avvenuta meno di quarant’anni dopo, fa temere anche per la sorte di Roma e delle sue uniche bellezze artistiche, insieme alle persecuzioni dei cristiani.

Alla domanda che rivolsero a Gesù: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?», la risposta: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze», sembra che si stia realizzando proprio in questi nostri giorni. Per ora mancano ancora i «fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo», che dobbiamo, comunque prepararci, per quanto possibile, anche ad aspettarci, pur senza sapere esattamente quando.

Anche la profezia «metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno», si realizza più pesantemente che in altre epoche della storia, pur non essendo mai mancata la persecuzione dei cristiani. Oggi poi è all’ordine del giorno il fatto che «sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi», al punto che non ci si ne meraviglia neppure più tanto.

Ma viene anche detto: «non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine»; e ancora: «Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto». E infine: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita», non necessariamente quella materiale del corpo, ma soprattutto quella che riguarda la salvezza eterna («Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime», secondo la vecchia traduzione).

Tutti questi richiami, che la liturgia di fine anno liturgico non manca di farci ogni anno, servano a mantenere il senso della realtà e anche a desiderare che i tempi di compiano secondo la volontà del Signore, che è sempre quella giusta e migliore per noi, con quella serenità profonda che ebbe la Vergine Maria in tutta la sua vita terrena, insieme a san Giuseppe suo sposo. E con quella lucidità di fede che faceva dire all’Apostolo Paolo: «Desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo (cupio dissolvi et esse cum Christo)» (Fil 1,23).

 

Bologna, 13 novembre 2022

 

Alberto Strumia, sacerdote, teologo, già docente ordinario di fisica-matematica presso le università di Bologna e Bari.

 


 

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