LA VERITÀ È STATA MESSA DA PARTE PERCHÉ SEMBRA TROPPO GRANDE PER L’UOMO
Nel libro intervista “Ultime conversazioni”, pag. 225, ed. Garzanti, il giornalista Peter Seewald chiede a Benedetto XVI:
Cosa ci sarà scritto sulla sua lapide?
Papa Benedetto: (Sorride soddisfatto.) Direi niente! Solo il nome.
Seewald: Mi viene in mente il suo motto episcopale: “Collaboratori della verità”. Come ci è arrivato?
Papa Benedetto: “Da molto tempo l’argomento verità è stato messo da parte perché sembra troppo grande per l’uomo. Nessuno osa più dire ‘Possediamo la verità’, cosicché anche noi teologi abbiamo tralasciato sempre più il concetto di verità. In quegli anni di lotta, gli anni settanta, sono diventato sempre più consapevole che se lasciamo da parte la verità quale scopo ha tutto quanto? La verità deve restare sempre al centro.
È vero che non possiamo dire: ‘Io posseggo la verità’, ma la verità possiede noi, ci ha toccato. E noi cerchiamo di farci guidare da questo contatto. Quando fui ordinato vescovo mi vennero in mente queste parole della terza lettera di Giovanni, che noi siamo ‘collaboratori della verità’. Con la verità, dato che è persona, si può collaborare. Per lei ci si può impegnare, cercare di farla valere. Mi sembrava che fosse la definizione autentica del mestiere del teologo: colui che è stato toccato dalla verità, che ha visto il suo volto, ora è disposto a mettersi al suo servizio, a collaborare con lei e per lei”.
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