Per esprimere solidarietà ai cristiani perseguitati, tra cui Asia Bibi (qui), una donna pakistana (cattolica, ndr) recentemente assolta dalla accusa di blasfemia, la città di Venezia è stata illuminata con luce rossa martedì sera.
In un messaggio di sostegno all’iniziativa, Papa Francesco ha detto che l’evento “richiamerà la dovuta attenzione di tutti al grave problema della discriminazione che i cristiani subiscono in molte parti del mondo”.
“Ci sono paesi dove si impone una religione, altri dove c’è una persecuzione violenta o una sistematica derisione culturale verso i discepoli di Gesù”, ha detto.
A partire dal buio del 20 novembre, otto edifici storici veneziani, così come il Ponte di Rialto e la Basilica di Santa Maria della Salute, sono stati illuminati di rosso per attirare l’attenzione sui cristiani perseguitati in tutto il mondo.
La stessa sera, i giovani dell’Arcidiocesi di Venezia hanno fatto un pellegrinaggio a piedi attraverso la città per pregare per i cristiani perseguitati.
L’evento, sponsorizzato da Aid to the Church in Need (ACN – Aiuto alla Chiesa che Soffre), segue un’iniziativa simile di febbraio scorso, quando il Colosseo è stato illuminato (di rosso).
Nel 2017, ACN ha illuminato di rosso anche l’edificio del Parlamento di Londra, la Basilica del Sacro Cuore di Parigi e la cattedrale di Manila, nelle Filippine. L’anno prima, la famosa Fontana di Trevi a Roma era stata illuminata.
Dal 21 novembre al 28 novembre, altri importanti punti di riferimento nelle città di Montreal, Toronto, Parigi, Parigi, Barcellona, Londra, Sydney e Washington, DC saranno anch’essi illuminati in rosso per una serata.
L’iniziativa di quest’anno, organizzata in collaborazione con la città di Venezia e il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, viene messa in atto in modo particolare per la pakistana cristiana Asia Bibi.
La madre di cinque anni è stata assolta dalle accuse di blasfemia dalla Corte Suprema del Pakistan il 31 ottobre. Tuttavia, la sua vita è ancora in pericolo, dato che la sentenza è in corso di revisione da parte del governo nell’ambito di un accordo che serviva a placare i gruppi che stavano conducendo rivolte per le strade.
Bibi aveva trascorso otto anni nel braccio della morte in Pakistan dopo essere stata accusata di blasfemia per aver fatto commenti denigratori sul profeta islamico Maometto.
La famiglia di Bibi ha chiesto che le sia concesso asilo negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in altri paesi europei. L’Italia si è offerta di aiutare Bibi ad ottenere asilo.
Fonte: Catholic News Agency (nella
Mia traduzione)
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