di Elena Mancini
Dopo il Belgio, che qualche giorno fa ha reagito pesantemente all’annuncio dei primi casi di vaiolo della scimmia nel proprio territorio, infliggendo ai contagiati ben tre settimane di quarantena, l’Austria rilancia e riesce a fare, come già dimostrato con le misure anti-Sars-Cov2, ancora peggio. Sembra infatti che il ministro della salute Johannes Rauch sia un degno successore del precedente ministro Mückstein (entrambi dei Verdi), a cui è subentrato a marzo 2022, e si prepari ad affrontare questa forma di vaiolo come Mückstein la covid. La rivista online WB (Wochenblick) riporta (qui) in data 24 maggio, che chi verrà diagnosticato come malato sintomatico di questo „nuovo“ virus, dovrà essere sottoposto a ben quattro (!) settimane di quarantena, cioè fino alla caduta dell’ultima crosta, senza avere nel frattempo il minimo contatto né con bambini né con amimali. Ci chiediamo come faranno a metterlo in pratica e abbiamo paura della risposta. Con il numero di settimane poi sembra che si faccia al rialzo: chissà quante ne proporrà Speranza, per non rimanere secondo a nessuno?!
Ma torniamo al quadro dipinto dal ministro Rauch: „chiunque risulti positivo al test molecolare per il vaiolo delle scimmie (Monkeypox virus o MPXV) è considerato un caso confermato“, afferma la rivista. „Sono considerati casi sospetti invece persone che abbiano avuto un contatto con un caso confermato o i viaggiatori che sono stati in Africa se hanno febbre o un’eruzione cutanea di causa sconosciuta e soffrono di brividi, sudorazione, dolori muscolari o mal di schiena.“
Torneranno quindi le figure „contatto di primo livello“ (tipo1) e „contatto di secondo livello“ (tipo 2), delle quali abbiamo fatto conoscenza negli anni precendenti. Contatti di tipo 1 saranno considerati: partner sessuali, conviventi o persone che abbiano pernottato nella stessa stanza, nonché passeggeri di aerei, autobus e treni che per più di otto ore siano stati seduti accanto a un caso di vaiolo. Questi verranno sottoposti ad un controllo costante da parte di ufficiali pubblici che telefoneranno giornalmente per un resoconto dello stato di salute. Appena dovesse comparire un qualche sintomo, la persona verrà messa in quarantena per tre settimane, anche lei lontana da bambini, donne in stato di gravidanza e animali domestici.
NESSUNO TOCCHI IL MIO GATTO
La questione „animali domestici“ non è banale: sono centinaia di migliaia gli animali domestici accolti in molte nostre case e le voci che cominciano a girare in campo sanitario sono preoccupanti e suonano come una vera e propria minaccia. Sul quotidiano Heute si riferisce (qui) che il 23 maggio il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) avrebbe segnalato il seguente pericolo: “Se si verifica una trasmissione da uomo a animale e il virus si diffonde in una popolazione animale, c’è il rischio che la malattia diventi endemica in Europa”. Questa rinnovata ansia di mettere paura è come minimo sospetta.
La situazione sarebbe meno drastica per i contatti di “tipo 2”, che comprendono contatti sociali più brevi, come colleghi di lavoro in altri uffici o contatti fugaci in palestra, in sauna o in bagno. Neanche questi possono però dormire sonni tranquilli: anche se i controlli saranno inizialmente solo a carattere volontario (cioè dovrà essere il contatto a prendersi la responsabilità di informare del proprio stato di salute gli organi competenti), il sistema di tracciamento e di raccolta dati già messo in pratica in Austria con il Sars-cov2 tornerà in funzione e i contatti sia di tipo 1 che di tipo 2 dovranno registrare oltre al nome, numero di telefono, indirizzo e-mail, datore di lavoro e situazione abitativa. Considerando che il pericolo maggiore di contagio è rappresentato dai rapporti sessuali, in particolare quelli omosessuali, che sono più a rischio di contatto tra fluidi e lacerazioni, sarà davvero divertente vedere come potranno attuare un tale piano senza incorrere in proteste e corti circuiti con diritto alla privacy e politically correctness.
Già durante la pandemia di Covid in Austria, i dati dei pazienti sono stati raccolti su larga scala e i movimenti dei pazienti e dei propri contatti sono stati in parte trasmessi ai responsabili politici con il pretesto di “contenere la pandemia”.
VACCINAZIONI „ORDINATE DALLE AUTORITÀ“
Un po’ meno divertente anche se molto interessante sarà vedere come si comporterà il sindaco di Vienna nonché governatore della regione corrispondente (Vienna è allo stesso tempo città e „Land“), Michael Ludwig (SPÖ, Socialdemocratici), che durante il covid ha inflitto e sta ancora infliggendo le misure in assoluto più restrittive nella sua città, mantenendo, ad esempio, ancora adesso l’obbligo di mascherine nei negozi e nei luoghi di prima necessità, obbligo caduto il primo di giugno in tutto il resto dell’Austria. Non credo che dovremo aspettare tanto prima di saperlo, purtroppo, visto che a Vienna è stato registrato il primo caso di Monkeypox e che le affermazioni dell’infettivologo che lo ha in cura aprirebbero ad altri scenari decisamente preoccupanti: Christoph Wenisch non solo trattiene il suo paziente in osservazione nella sua clinica, nonostante questo stia relativamente bene e abbia espresso la volontà di tornare a casa, ma avrebbe anche affermato che i contatti dell’uomo (un 35enne) dovranno ricevere il vaccino contro il vaiolo: „questo potrebbe essere ordinato dalle autorità“, ha affermato. Sappiamo tutti che cosa potrebbe significare, vista l’esperienza passata.
Sembra quindi che le autorità abbiano iniziato su due piedi a trattare questo virus con le stesse identiche regole „sanitarie“ che hanno applicato al Sars-Cov2, cosa che sembra molto strana, trattandosi di due virus diversi, soprattutto per la modalità di contagio, che per il Covid è per via aerea e per il Monkeypox è per contatto fra mucose ovvero per scambio di liquidi corporei. Vi ricordate le pubblicità progresso degli anni ’90 con cui si invitavano le persone a non tenere alla lontana persone infette dall’HIV? A non discriminarle, a continuare addirittura ad abbracciarle, perché con un semplice abbraccio non ci si contagia? La modalità del contagio del vaiolo delle scimmie sembra analoga, eppure iniziamo già con folli quarantene senza senso: i governi ci trattano come bambini, ai quali non è permesso mangiare la cioccolata, ma non basta dir loro di non mangiarla, la si deve nascondere dove è inarrivabile.
Un’ultima osservazione: il MPXV è una zoonosi, una malattia, cioè, che si trasmette da animale a uomo, che è stata isolata per la prima volta nel 1958 e già da più di venti anni, grazie ad uno studio su una grande epidemia in Congo nel 1996-97, si sa che può diventare a trasmissione interumana, eppure, scrive ad oggi 2 giugno 2022 Wikipedia sotto la voce „Vaiolo delle scimmie“: „fino a tempi recenti non esisteva un trattamento specifico [mio il grassetto, ndr.] Da fine gennaio 2022 [guarda caso! Ndr.], l’EMA ha autorizzato all’interno dell’Unione europea l’uso del tecoviramat, applicabile anche ad altre infezioni da virus della medesima famiglia (Poxviridae).“
A pensar male si fa peccato ma…
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