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La RAI sta facendo una informazione di parte, non cerca un equilibrio, sta favorendo solo, o quasi, il fronte favorevole ai vaccini COVID. Non solo, difende anche questa linea e lo mette per iscritto in una risposta ad una domanda posta da Gianluigi Paragone, politico, conduttore televisivo e giornalista italiano.
Per questo, Gianluigi Paragone si muove e farà un esposto in procura e si sta preparando per una class action nei confronti della RAI.
Il ragionamento di Paragone è semplice: il vaccino COVID è sperimentale e non è obbligatorio, per questo chi non vuole vaccinarsi non sta violando la legge e dunque ha diritto a manifestare legittimamente i suoi dubbi su questa vaccinazione. Dunque, chi non vuole vaccinarsi ha diritto di parola a pieno titolo sulle reti della RAI perché è un servizio pubblico. Se invece la RAI si trasforma da televisione pubblica a televisione di Stato, una televisione bulgara, una televisione di regime, una televisione come quella di Ceaușescu, il dittatore rumeno, allora sta violando le regole del servizio pubblico, le regole della imparzialità e della par condicio. La RAI, è bene ricordarlo, è pagata da tutti noi, da chi è favorevole e chi no alla vaccinazione COVID.
Si chiede Paragone: E’ mai possibile che in RAI non si parli delle cure domiciliari precoci? E’ mai possibile che non possiamo ascoltare le storie di chi è guarito con queste cure precoci? E’ mai possibile che non possiamo ascoltare le storie e le ragioni di chi ha applicato queste cure e i resoconti dei suoi strabilianti risultati? E’ mai possibile che dobbiamo sorbirci solo la narrativa delle Big Pharma?
Prosegue Paragone: Noi vogliamo sapere se i medici favorevoli ai vaccini che vengono invitati in RAI hanno preso soldi dalla case farmaceutiche, se i loro progetti di ricerca sono finanziati da Big Pharma. Vogliamo sapere se il conduttore televisivo negli ultimi due anni è stato pagato dalle case farmaceutiche per andare a moderare un convegno organizzato o sponsorizzato dalle case farmaceutiche. Noi lo VOGLIAMO sapere, noi lo DOBBIAMO sapere. Questo si chiama contratto di pubblico servizio.
Bene, bravo Gianluigi Paragone, siamo con te, vai avanti. Comportamenti come quelli di Bruno Vespa nei confronti del dott. Amici non devono più accadere, pena la rottura del contratto con lo storico giornalista della RAI.
Come letteralmente dice Paragone, questo fa schifo e ci siamo ROTTI LE BALLE!!!
Condividete questo articolo e questo video. E’ una questione di libertà!
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