Rilancio l’ultima parte di una lettera molto interessante e articolata, da leggere con attenzione, che la Commissione Medico-Scientifica Italiana indipendente (CMSi) ha scritto all’OMS in replica alla risposta che l’OMS aveva dato alla lettera che la CMSi le aveva scritto inizialmente.
Intanto riporto di seguito il comunicato del CMSi:
CMSi scrive OMS risponde, tutta la corrispondenza – 13 Agosto 2023
Di seguito lo stralcio finale della lettera che, ripeto, va letta tutta e attentamente:
In realtà, quando mettiamo in discussione “la perseveranza dell’OMS nel sostenere la necessità di ripetute vaccinazioni anti-COVID-19″, guardiamo esattamente alla vostra “Tabella di marcia (del 30 marzo 2023)“. Facciamo fatica a considerare allentate le seguenti raccomandazioni: «continuare la vaccinazione con i vaccini disponibili in vista di uno scenario “di base”:
• intervallo più lungo [un anno? sei mesi?] per richiami aggiuntivi (oltre al 1° richiamo…) a gruppi prioritari
• i richiami oltre al 1° richiamo non sono più raccomandati di routine per i gruppi a medio rischio
• ulteriore richiamo in gravidanza entro la seconda metà del secondo semestre, se l’ultima dose è stata somministrata >6 mesi prima
• richiamo aggiuntivo (2° richiamo) per gli operatori sanitari 12 mesi dopo l’ultima dose
• serie primaria + richiamo per giovani adulti sani
• per bambini e adolescenti sani considerare la serie primaria, in base al contesto, al costo…».
Le Raccomandazioni dell’OMS (destinate a diventare vincolanti se nel 2024 saranno approvate modifiche ai Regolamenti Internazionali) sono già state rafforzate da parte delle Raccomandazioni ECDC ed EMA rispetto a vari obiettivi per la campagna vaccinale dell’autunno 2023. Per esempio:
• per i bambini sotto i 5 anni di età senza anamnesi di vaccinazione o pregressa infezione da SARSCoV-2 è consigliata una serie primaria composta da 2 o 3 dosi (a seconda dello specifico vaccino) appena adattate…
In alternativa alle vostre raccomandazioni, consideriamo con interesse le raccomandazioni svizzere della CFV (Commissione Federale per le Vaccinazioni) con l’UFSP (Ufficio Federale della Sanità Pubblica). Nella primavera/estate 2023 in Svizzera non è raccomandata alcuna vaccinazione contro la COVID-19, nemmeno per le persone particolarmente a rischio (PPR). Tuttavia, le persone possono ricevere la vaccinazione dopo un controllo individuale con il proprio medico. Se dovesse arrivare una nuova ondata di SARS-CoV-2, una vaccinazione sarebbe consigliata… alle PPR. Chi vuole vaccinarsi senza raccomandazione deve sostenerne i costi. In tema di responsabilità valgono le solite regole. In caso di danno, possono essere chiamati a rispondere:
1) il produttore, se il vaccino è difettoso;
2) chi ha effettuato la vaccinazione o l’ospedale, secondo le norme sul rispettivo mandato (“responsabilità del medico”), in base al codice delle obbligazioni. Si applicano anche le norme sull’informazione del paziente. È obbligatorio informare sul tipo di vaccinazione e sui suoi rischi. Tenendo conto delle informazioni accessibili: sia dal produttore, sia di eventuali raccomandazioni delle autorità sanitarie e delle associazioni professionali, nonché dei risultati di studi scientifici e tecnici. Le informazioni devono includere sia i rischi frequenti che quelli rari, se noti e potenzialmente gravi. Inoltre, va ricordato al paziente che non tutti i rischi sono attualmente noti (per esempio eventuali danni a lungo termine); 3) in via sussidiaria risponde la Confederazione, per le vaccinazioni obbligatorie… Ma la decisione di vaccinarsi o meno dipende interamente dal singolo, insieme a chi somministra il vaccino.
«Il nostro gruppo di esperti ha anche indagato sul possibile effetto negativo del cosiddetto imprinting immunologico degli attuali vaccini, come sostiene una delle riviste mediche che citate. Sebbene tali effetti possano essere osservati in laboratorio, la rilevanza clinica non è stata stabilita e sono state trovate spiegazioni metodologiche per le osservazioni sull’efficacia negativa del vaccino che citate. La raccomandazione che i futuri vaccini dovrebbero essere basati su un ceppo virale aggiornato tiene conto di tali considerazioni.
Vorremmo riaffermare che gli attuali vaccini continuano a essere altamente efficaci contro la prevenzione di malattie gravi e morte, anche per i ceppi virali attualmente in circolazione».
La vostra ultima affermazione sembra parzialmente contraddetta dalla stessa documentazione che ci avete inviato, e che abbiamo analizzato e commentato di conseguenza. E questo anche senza dover riconoscere la fondamentale distorsione sopra descritta (cioè lo “spostamento [degli esiti] di 7, 14 o 21 giorni” [con loro attribuzione] al precedente stato vaccinale).
Per il resto, c’è una grande controversia sull’entità delle reazioni avverse e degli eventi avversi a seguito di queste vaccinazioni, documentata dalle fonti ufficiali di sorveglianza attiva.
Per affrontarla in maniera basata sulle prove, oltre ad attivare una vera e propria sorveglianza attiva, riteniamo necessario riformare i sistemi di raccolta e comunicazione dei dati, e accettare che su questi si sviluppi un dibattito scientifico aperto.
Non stiamo contestando il fatto che l’immunizzazione non inizia dal momento dell’inoculazione di un vaccino e che siano richieste effettivamente da 1 a 3 settimane perché si stabilisca una risposta adeguata. Ma in queste 1-3 settimane le conseguenze dell’iniezione possono differire da quelle del bere un bicchier d’acqua. L’interesse di chi riceve l’iniezione, ma anche di chi decide le politiche sanitarie per il bene della collettività, è conoscere in modo trasparente tutte le conseguenze di quella inoculazione, nel bene e nel male, e da quell’istante in poi (anche le possibili conseguenze a lungo termine, favorevoli o meno).
Una richiesta è quindi che le istituzioni continuino – se lo ritengono – a presentare i dati anche nella modalità attuale (rendendo però espliciti gli aggiustamenti che attuano perché ritenuti opportuni). Ma che, in parallelo, rendano immediatamente disponibili anche i dati grezzi, senza aggiustamenti, comprensivi di tutti gli eventi sanitari (infezioni di qualsiasi natura, altri eventi di interesse sanitario, ricoveri, decessi) dall’istante successivo a ciascuna inoculazione. Quanto osservato deve essere associato ai diversi stati vaccinali di 1, 2, 3, 4… dosi, definite in coincidenza con il momento preciso di ogni corrispondente inoculazione. In questo modo ricercatori indipendenti potranno verificare il percorso, la solidità della comunicazione scientifica istituzionale, e mettere all’occorrenza in discussione le interpretazioni su cui si basa.
I limiti temporali per tali rilevazioni dovrebbero essere ragionevolmente estesi; ma, soprattutto, gli eventi di rilevanza sanitaria verificatisi nei mesi e negli anni successivi dovrebbero riportare anche lo stato vaccinale personale nella storia del paziente, espresso inequivocabilmente come inoculazione con 1, 2, 3, 4… dosi di vaccino, come sembra logico fare per prodotti che sono stati testati in modo formalmente valido (studi clinici controllati randomizzati) solo per pochi mesi, e di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine, anche aspecifici.
Altra richiesta fondamentale è quella di evitare ogni forma di censura e di accettare commenti e suggerimenti anche da voci critiche e posizioni diverse (purché facciano ovviamente esplicito riferimento al metodo scientifico e alla discussione delle prove disponibili). Questo dibattito scientifico dovrebbe avvenire anche in contesti istituzionali, senza imporre dogmi o pregiudiziali aree di esclusione, consentendo alla normale dialettica scientifica di migliorare le interpretazioni dei dati e di correggere eventuali gravi errori nelle strategie di sanità pubblica adottate.
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Avete concluso “Il virus continua ad evolversi così come l’immunità della popolazione. Continueremo a monitorare la situazione virologica , epidemiologica e immunologica e adatteremo le nostre raccomandazioni secondo necessità… la malattia rimarrà con noi e dobbiamo proteggere le popolazioni più vulnerabili ”.
In effetti, la nostra posizione è simile in linea di principio, sebbene le strategie che riteniamo basate sulle prove differiscano, come differiscono ipotesi e previsioni coerenti con la maggior parte delle indicazioni fondate su prove.
Ad esempio, l’ultimo studio del Qatar citato (Qassim et al. eClinicalMedicine 2023; https://doi.org/10.1016/j.eclinm.2023.102102) afferma: “I risultati suggeriscono che l’epidemiologia del SARS-CoV-2 possa mostrare un comportamento simile a quello dei coronavirus del raffreddore comune. La protezione immunitaria a lungo termine contro il COVID-19 grave potrebbe contribuire a un modello benigno di infezione forse non dissimile da quello dei coronavirus del raffreddore comune. Alcune delle misure di efficacia del vaccino dopo l’introduzione di Omicron, in particolare per la vaccinazione di richiamo, avevano un valore negativo, forse suggerendo un imprinting immunitario negativo. Questo effetto è stato pronunciato durante l’ondata BA.4/BA.5. Questo riscontro supporta riscontri recenti simili in questa stessa popolazione.10,52″
Questa ipotesi sembra ragionevolmente aderente alle più recenti prove disponibili, non esclude l’impegno a tutelare i più vulnerabili, ma appare coerente con la posizione attualmente assunta dalla sanità svizzera. In ogni caso scelte simili, destinate a incidere sulla situazione epidemiologica e sanitaria e sullo sviluppo economico e sociale del mondo intero, meriterebbero un dibattito pubblico, e comportano la nostra richiesta di «Fidarsi delle prove scientifiche», anziché di «Fidarsi de “la Scienza”» o di delegare a un gruppo di “esperti”.
Cordiali saluti
24-07-2023
Commissione Medico-Scientifica Italiana indipendente (CMSi): Dott. Alberto Donzelli, Prof. Marco Cosentino, Dott.ssa Patrizia Gentilini, Prof. Eduardo Missoni, Dott. Panagis Polykretis, Dott. Sandro Sanvenero, Dott. Eugenio Serravalle
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OMS chi? Quelli che due mesi fa in combutta con l’onnipresente UE hanno annunciato la messa in cantiere del sistema sanitario digitale globale “per _agevolare_ la mobilità mondiale?
Grazie, siamo davvero in buone mani. E del resto, chi sarebbe così irresponsabile da dubitare che questa “immensa tragedia” sia nata dal pangolino e il pipistrello innamoratisi dell’ornitorinco? O da dubitare sull’efficacia e sicurezza di questi farmaci miracolosi come se le curve epidemiologiche non avessero da che mondo e mondo una naturale evoluzione indipendentemente dall’isteria psico pandemica?
Non c’è bisogno di un meteorite, dello “scioglimento dei ghiacciai” o altre tragedie assortite, siamo già bravissimi a farci del male da soli. Specie nelle mani di Bourla, Von Drn Layen, Gates, Cingolani e soci.