Non c’è bisogno di affrettarsi a vaccinare i bambini contro il Covid-19 – la stragrande maggioranza ha poco da beneficiare, ed è eticamente dubbio perseguire un’ipotetica protezione degli adulti mentre si espongono i bambini a danni, noti e sconosciuti.
Ora anche il Comitato congiunto per le vaccinazioni e le immunizzazioni (JCVI) del Regno Unito ha sconsigliato ai ministri competenti le vaccinazioni di massa under 18 seguendo un principio di massima precauzione (valutare caso per caso, es. soggetto fragile), allineandosi alle decisioni di Germania, Olanda, Belgio e Irlanda. I ministri hanno accolto.
Sabato scorso, la professoressa Sarah Gilbert, una delle ricercatrici che ha creato il vaccino di Oxford-AstraZeneca, aveva già rivelato ad un quotidiano che i benefici della vaccinazione dei bambini erano “molto più bassi” rispetto all’inoculazione degli adulti.
Ennesima denuncia di una pericolosa prassi almeno nei paesi occidentali più industrializzati: esporre la fascia di popolazione più giovane agli effetti avversi certificati e anche molto gravi di una vaccinazione sperimentale, a fronte di un virus che per i bambini e i ragazzi non costituisce alcun serio rischio e in nome di presunti benefici tutti da dimostrare (Si veda anche qui).
Articolo pubblicato The BMJ Opinion, firmato da:
- Elia Abi-Jaoude, Dipartimento dell’Università di Toronto, Canada
- Peter Doshi, Dipartimento di ricerca sui servizi sanitari farmaceutici, Scuola di Farmacia dell’Università del Maryland, Baltimora
- Claudina Michal-Teitelbaum, Medicina preventiva, ricercatrice indipendente, Lione, Francia
Gli autori sollevano un importante interrogativo morale: Perché la società dovrebbe considerare di vaccinare i bambini, sottoponendoli a qualsiasi rischio, non allo scopo di beneficiarli ma per proteggere gli adulti?
La traduzione è a cura di Wanda Massa.
Poiché la maggior parte degli adulti in molti ricchi paesi occidentali ha finora ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19, l’attenzione si sta rivolgendo ai bambini.
Mentre c’è un ampio riconoscimento del fatto che il rischio di contrarre il Covid-19 in forma grave per i bambini è basso, molti ritengono che la vaccinazione di massa dei bambini possa non solo proteggere i bambini dal Covid-19 in forma grave, ma anche prevenire la trasmissione successiva, proteggendo indirettamente gli adulti vulnerabili e aiutando a porre fine alla pandemia.
Tuttavia, ci sono molteplici presupposti che devono essere esaminati quando si giudicano le richieste di vaccinare i bambini contro il Covid-19.
In primo luogo, la malattia nei bambini è comunemente lieve e le conseguenze gravi rimangono rare. Nonostante il “covid lungo” abbia recentemente attirato l’attenzione, due corposi studi sui bambini mostrano che i sintomi prolungati sono poco comuni e nel complesso simili o più lievi nei bambini che risultano positivi alla SARS-CoV-2 rispetto a quelli con sintomi di altri virus respiratori. Le stime del Centro americano per il controllo delle malattie (CDC) pongono il tasso di mortalità dell’infezione da Covid-19 tra i bambini da 0 a 17 anni a 20 su 1.000.000. Anche i tassi di ospedalizzazione sono molto bassi e sono stati probabilmente sovrastimati. Inoltre, una gran parte dei bambini è già stata infettata dalla SARS-CoV-2. Il CDC stima che il 42% dei bambini americani tra i 5 e i 17 anni sia stato infettato entro marzo 2021. Dato che l’infezione da SARS-CoV-2 induce una robusta risposta immunitaria nella maggior parte degli individui, l’implicazione è che i rischi che il Covid-19 pone alla popolazione pediatrica possono essere ancora più bassi di quanto generalmente apprezzato.
Nello studio clinico alla base dell’autorizzazione del vaccino mRNA di Pfizer-BioNTech nei bambini dai 12 ai 15 anni, dei quasi 1000 bambini che hanno ricevuto il placebo, 16 sono risultati positivi al Covid-19, rispetto a nessuno nel gruppo completamente vaccinato. Data questa bassa incidenza, il fatto che il Covid-19 sia generalmente asintomatico o lieve nei bambini, e l’alto tasso di eventi avversi in quelli vaccinati (ad esempio, nello studio di Pfizer sui 12-15 anni, 3 ragazzi su 4 avevano affaticamento e mal di testa, circa la metà aveva brividi e dolori muscolari, e circa 1 su 4 o 5 aveva febbre e dolori articolari), un confronto sul valore della vita residua (QALY, ossia Quality-Adjusted Life Year, ndt) nello studio favorirebbe molto il gruppo placebo. Potenziali benefici dal vaccino, compresa la protezione dei bambini contro il Covid-19 grave o il covid lungo, o il Covid-19 mesi in futuro, potrebbero influenzare questo equilibrio, ma tali benefici non sono stati mostrati nello studio e rimangono ipotetici.
Anche se si assume la protezione contro il Covid-19 grave, data la sua incidenza molto bassa nei bambini, un numero estremamente elevato avrebbe bisogno di essere vaccinato per prevenire un caso grave. Nel frattempo, un gran numero di bambini con un rischio molto basso di malattia grave sarebbe esposto ai rischi del vaccino, noti e sconosciuti. Finora, il vaccino mRNA della Pfizer è stato giudicato dal governo israeliano come probabilmente correlato a una miocardite sintomatica, con un’incidenza stimata tra 1 su 3000 e 1 su 6000 nei giovani tra i 16 e i 24 anni. Inoltre, gli effetti a lungo termine dei vaccini basati sui geni, che coinvolgono nuove piattaforme vaccinali, rimangono essenzialmente sconosciuti.
Per quanto riguarda il rischio di trasmissione della SARS-CoV-2 dai bambini agli adulti, anche questo è basso e in diminuzione, anche se non trascurabile. Gli insegnanti delle scuole hanno più probabilità di prendere la SARS-CoV-2 da altri adulti che dai loro studenti. Il contributo delle scuole alla trasmissione comunitaria è stato costantemente basso in tutte le giurisdizioni. Inoltre, considerando le stime secondo cui il 42% di coloro che hanno un’età compresa tra i 5 e i 17 anni negli Stati Uniti sono ormai post-covid, questo dovrebbe solo abbassare il rischio di trasmissione dai bambini. A questo si aggiunge il fatto che la maggior parte degli adulti nei ricchi paesi occidentali ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19 – circa l’80% degli adulti britannici ha ora gli anticorpi contro la SARS-CoV-2, sia per un’infezione passata che per la vaccinazione – e sembra che le opportunità per i bambini di essere vettori di trasmissione agli adulti stiano diminuendo.
Date tutte queste considerazioni, l’affermazione che vaccinare i bambini contro la SARS-CoV-2 proteggerà gli adulti rimane ipotetica. Anche se dovessimo supporre che questa protezione esista, il numero di bambini che dovrebbero essere vaccinati per proteggere un solo adulto da un attacco di Covid-19 grave – considerando i bassi tassi di trasmissione, l’alta percentuale di bambini già post-covid, e la maggior parte degli adulti vaccinati o post-covid – sarebbe straordinariamente alto. Inoltre, questo numero verrebbe probabilmente paragonato sfavorevolmente al numero di bambini che verrebbero danneggiati, anche per rari eventi gravi.
Una questione separata, ma cruciale, è quella dell’etica. La società dovrebbe considerare di vaccinare i bambini, sottoponendoli a qualsiasi rischio, non allo scopo di beneficiarli ma per proteggere gli adulti? Noi crediamo che l’onere di proteggersi sia a carico degli adulti. In diverse giurisdizioni del mondo, la stragrande maggioranza degli adulti, compresi quelli ad alto rischio, non sono stati vaccinati completamente contro il Covid-19. Se l’obiettivo è quello di proteggere gli adulti, non dovrebbero essere concentrati gli sforzi per assicurare che gli adulti siano completamente vaccinati piuttosto che prendere di mira i bambini? Inoltre, è altamente iniquo vaccinare i bambini a rischio molto basso nei paesi ricchi, mentre molti adulti vulnerabili nei paesi a basso reddito non hanno ricevuto alcuna dose.
Non c’è bisogno di affrettarsi a vaccinare i bambini contro il Covid-19 la stragrande maggioranza ha poco da beneficiare, ed è eticamente dubbio perseguire un’ipotetica protezione degli adulti mentre si espongono i bambini a danni, noti e sconosciuti. La considerazione rischi/benefici può essere diversa nei bambini a rischio relativamente più alto di malattia grave, come quelli che sono obesi o immunocompromessi. Altrimenti, l’attenzione dovrebbe concentrarsi sull’assicurare che vaccini sicuri ed efficaci siano disponibili per le popolazioni adulte che hanno più da beneficiare, specialmente quelle ad alto rischio. Nel frattempo, ci dovrebbe essere una continua valutazione attiva dei rischi per i giovani, compresa la ricerca sui fattori di rischio per il Covid-19 grave e l’impatto delle nuove varianti (che a detta di diversi autorevoli scienziati sono state determinate dalla vaccinazione di massa durante la pandemia: qui, ndt), così come una continua valutazione dell’efficacia e della sicurezza del vaccino. Ci dovrebbe essere anche una valutazione continua della protezione offerta dall’immunità indotta dall’infezione rispetto all’immunità indotta dal vaccino, specialmente nei giovani (peraltro l’immunità naturale risulta ben più efficace e duratura di quella eventuale prodotta dal vaccino. Si veda qui, ndt).
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