di Sabino Paciolla
Anche in questo periodo di “segregazione” dovuta alla pandemia da coronavirus, la lobby che promuove il suicidio assistito non si ferma, anzi, approfitta di questa claustrofobia psicologica indotta dalle circostanze per spingere le persone psicologicamente più fragili all’uso di farmaci letali prescritti per mezzo della telesalute. Ciò significa che una persona potrebbe essere autorizzata ad avviarsi sul percorso della morte per mezzo di farmaci letali, senza essere adeguatamente esaminata e senza nemmeno incontrare il medico che prescrive la morte. Curioso anche il fatto che si usino gli strumenti della “telesalute” per promuovere la morte.
Lo si legge in un articolo di Alex Schadenberg, direttore esecutivo di Euthanasia Prevention Coalition, pubblicato sul blog di quel sito.
Schadenberg scrive che “l’e-mail di oggi per la raccolta fondi di Kim Callinan, presidente di un gruppo di pressione per il suicidio assistito, afferma che l’attuale crisi di Covid-19 offre nuove opportunità per il suicidio assistito. Egli scrive:
Come sempre, stiamo rispondendo rapidamente alle esigenze e alle opportunità dei tempi. Mentre la forza lavoro è alle prese con la pandemia, la telesalute sta acquisendo sempre più importanza come modalità critica per fornire assistenza medica. Ciò offre un’opportunità unica per assicurarsi che i sistemi sanitari e i medici utilizzino la teleassistenza, laddove appropriata, per i pazienti che cercano di accedere alle opzioni di assistenza per il fine vita. Questi sforzi dovrebbero migliorare l’accesso all’assistenza medica in caso di morte a breve e lungo termine.
Questo non è un piano nuovo. La legge sul suicidio assistito nel New Mexico del 2019 includeva un’offerta di teleassistenza sanitaria e le recenti leggi per espandere il suicidio assistito alle Hawaii includono un’offerta di teleassistenza sanitaria.
Pensiamoci bene. Una persona con problemi di salute cagionevole, che si senta un peso per gli altri, o che soffra di depressione o di angoscia esistenziale, potrebbe essere valutata, tramite la teleassistenza, e ricevere la prescrizione di farmaci letali per il suicidio.
La lobby della morte si concentra sulla facilitazione della morte e sulla protezione dei medici che sono disposti ad essere coinvolti nell’uccisione dei loro pazienti. Non si preoccupano di proteggere le persone.”
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