E’ finalmente finito il torrido rally di 6 settimane iniziato il 26 dicembre e che ha portato alla migliore prestazione di gennaio dal 1987?
Questa è la seconda domanda cui i trader vorrebbero rispondere stamattina (la prima è proprio ciò che ha causato il drammatico crollo del libor USD durante la notte, il più profondo da circa dieci anni).
Infatti, dopo quelle che sembrano settimane di richieste di pausa e di verifica del rally di rimbalzo, sembra che le azioni siano pronte a provarci, secondo Andrew Cinko di Bloomberg che nota che “le previsioni di crescita robusta per il Regno Unito e l’area dell’euro sono una buona scusa sufficiente per fare un passo indietro oggi e lasciare che i prezzi si contraggano” e aggiunge che l’entusiasmo per le azioni sembra essere certamente calato dato “il tiepido volume di trading composito statunitense e la mancanza di movimento dei prezzi intraday”.
Non che non ci siano ragioni tattiche per l’improvviso cambiamento di sentimento, con Charlie McElligott di Nomura che evidenzia l’ultimo “spavento della crescita”, tra cui:
la CE (la casa d’affari britannica Capital Economics) riduce le sue previsioni di crescita e inflazione nell’area dell’euro
la scossa di RBI che ha effettuato un taglio di tasso a sorpresa
Boe ha tagliato le loro previsioni, mostrando l’entità del timore del rallentamento, che permea le banche centrali mondiali.
Staremo a vedere.
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