di Massimo Lapponi
Una paio di anno fa ebbi l’isprazione di scrivere una saggio teologico molto ambizioso. L’idea nasceva soprattutto dalla costatazione che la teologia del nostro tempo appare drammaticamente frammentata. Oltre al fatto che in essa si oppongono due ampiamente diffusi atteggiamenti di fondo, uno rivolto a conservare una tradizione bimillenaria e l’altro rivolto ad aprirsi, senza troppi riguardi per la tradizione, alle moderne, spesso inquietanti, istanze, notavo che le problematiche tendono a concentrarsi su problemi particolari, mentre manca uno sguardo unitario che sappia porre nella loro giusta luce e in un’armoniosa collocazione sia le prospettive ereditate dalla tradizione, sia le istanze innovative emergenti con prepotenza dal nostro tempo, che non possono essere in alcun modo ignorate o trascurate.
Per fare un esempio, che mi colpì in modo particolare, nella disputa sulla vita consacrata claustrale, da una parte si cercava, con la lodevole intenzione di rispondere alla sensibilità sociale del nostro tempo, di indicare vie nuove di presenza delle claustrali nel mondo, mentre dall’altra si voleva difendere rigorosamente il valore della “vita contemplativa”, la quale rischiava di essere indebitamente sminuita nell’attuale unilaterale valorizzazione dell’operosità sociale. Ma all’una quanto all’altra tendenza sembrava mancare una motivazione teologica che non si limitasse ad un problema particolare, ma che facesse, invece, riferimento ad una globale visione sapienziale della fede.
Come si richiede un’armonizzazione tra ragione e fede e tra natura e grazia, non dovrebbe richiedersi un’altrattanto necessaria armonizzazione tra passato e presente, tra le intuizioni spirituali dei padri della fede e le insorgenti ansietà di un mondo in ebollizione, tra l’unità dell’eterno disegno divino e la varietà di una storia che si apre verso l’escatologia?
Dalla necessità di rispondere a questa esigenza di una sguardo unificante, aperto tanto alla tradizione quanto alle sfide del presente e dell’avvenire, nacque una serie di articoli, pubblicati originariamente sulla rivista online “La Croce” e poi raccolti, nel 2018, in un volume delle Edizioni Sant’Antonio dal titolo “Per una teologia rinnovata” – vedi qui.
Nella ricerca di una “chiave di lettura” che potesse raccogliere l’intera storia del mondo nella luce di Dio, trovai un’inattesa guida soprattutto in alcuni autori del secolo XIX che avevano indicato strade nuove alla teologia e la cui opera, se non fose caduta in un immeritato oblio, avrebbe potuto cotribuire validamente all’edificazione di quella rinnovata “Summa theologica” di cui si avverte tragicamente il bisogno in questi tempi di dolorose lacerazioni.
Che questa ispirazione “innovatrice” prendesse spunto da autori del secolo XIX, e anche da altri ancora più indietro nel tempo, dimostra quanto poco i cosiddetti “tradizionalisti” conoscano la tradizione del pensiero cristiano. Proprio questa costatazione mi suggerì di premettere alla riflessione più propriamente teologica un’ampia revisione storiografica, nella quale ho cercato di modificare molti pregiudizi che da troppo tempo gravano sull’interpretazione, di laici e cattolici, dell’età moderna e contemporanea.
Il risultato di questa ricerca è stato di riportare alla luce una visione sapienziale che giaceva ignorata nelle pieghe della tradizione teologica e che indicava la strada per porre il mistero di Cristo al centro di tutta la storia del mondo, dai divini consigli nel seno dell’eternità, attraverso le evoluzioni dei popoli, prima e dopo la nascita nel tempo di Colui che dà senso a tutte le cose, fino alla finale escatologia, in cui quanto ora incominciamo ad intuire apparirà in tutto il suo splendore. In questa visione teologica, innovativa e tuttavia fondata in una grande tradizione di pensiero cristiano, tutti i problemi contemporanei appaiono in una luce nuova, forse – questa è almeno la mia speranza – nella loro vera luce.
Per questa pubblicazione, non avendo trovato alcun teologo disponibile a scrivere una prefazione, pensai di rivolgermi a mio fratello. La cosa era molto arrischiata, essendo mio fratello di tutt’altri sentimenti rispetto ai miei. Infatti la sua prefazione risultò un po’ “scandalosa” per un lettore impreparato. Ma in una nota aggiunta dall’autore, mentre da una parte spiegavo le ragioni che mi avevano suggerito di chiedere la prefazione proprio a mio fratello, nello stesso tempo rispondevo anche con chiarezza alle sue obiezioni.
Purtroppo nell’edizione cartacea del saggio non è stato possibile evitare alcuni refusi e, per la difficoltà di revisione delle bozze, alcuni passaggi sono rimasti in una forma un po’ imperfetta.
Già esiste un’edizione online del saggio, priva di prefazione e di qualche aggiustamento apportato all’edizione cartacea. Si può leggere tramite il seguente link:
https://www.ilcattolico.it/catechesi/studi/per-una-teologia-rinnovata-contributo-completo.html
Un testo più completo e aggiornato viene ora messo qui a disposizione:
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