Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Robert Kogon e pubblicato su The Daily Sdceptic. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione.

 

DNA

 

Replicando le scoperte degli scienziati americani Kevin McKernan (qui articoli in italiano del blog blog, ndr) e Phillip Buckhaults (qui articoli in italiano del blog, ndr), anche il biologo tedesco Jürgen O. Kirchner ha riscontrato livelli massicci di contaminazione da DNA nelle fiale del vaccino a base di mRNA BioNTech-Pfizer distribuite nel paese di origine del vaccino, la Germania. Sebbene sia comunemente chiamato vaccino “Pfizer” al di fuori della Germania, il vaccino è stato in realtà sviluppato dall’azienda tedesca BioNTech, che ne è il produttore legale.

Mentre Pfizer produce l’mRNA per la fornitura del farmaco finito negli Stati Uniti, BioNTech è responsabile della produzione dell’mRNA per la fornitura nell’UE in collaborazione con subappaltatori europei. Tuttavia, questo non sembra aver fatto alcuna differenza per il problema della contaminazione del DNA.

Kirchner aveva avvertito per la prima volta del problema della contaminazione da DNA del vaccino BioNTech già nel 2022 nel libro Die mRNA-Maschine – “La macchina dell’mRNA” – che aveva pubblicato con lo pseudonimo di David O. Fischer. Il libro contiene un intero capitolo su “La contaminazione del DNA del vaccino mRNA della BioNTech e i suoi rischi” e cita documenti dell’Agenzia medica europea che riconoscono il problema senza quantificarlo.

Nel frattempo, però, Kirchner stesso si è procurato cinque fiale non aperte del vaccino BioNTech e le ha sottoposte all’analisi del laboratorio della professoressa Brigitte König dell’ospedale universitario di Lipsia, con sede a Magdeburgo. I risultati delle analisi della professoressa König sono riassunti nella tabella seguente. La professoressa König ha riscontrato una massiccia contaminazione del DNA, fino a 354 volte superiore al limite di 10 nanogrammi per dose raccomandato dall’OMS e applicabile nell’UE. Come Kevin McKernan, anche lei ha trovato plasmidi batterici completamente residui. I plasmidi sono utilizzati nel processo di produzione industriale dell’mRNA (“processo 2”), che differisce in questo senso dal processo utilizzato per produrre lotti di vaccino per gli studi clinici del farmaco (“processo 1”).

 

 

La tabella è adattata dalla lettera di Kirchner del 9 agosto all’ente regolatore tedesco, l’Istituto Paul Ehrlich (PEI), in cui si chiedeva “l’immediato ritiro dal mercato del vaccino Comirnaty mRNA della BioNTech” a causa della contaminazione del DNA. (La lettera è allegata alla lettera di Kirchner del 16 settembre al Ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach, disponibile qui).

Nella stessa lettera del 9 agosto, Kirchner ha anche criticato l’Istituto Paul Ehrlich per non aver effettuato un adeguato controllo di qualità del vaccino prima di approvare i lotti da immettere sul mercato. Come sottolineato nella lettera, e anche nei miei precedenti articoli qui, qui e qui, il PEI è responsabile del rilascio dei lotti del vaccino BioNTech-Pfizer non solo per la Germania, ma per l’intera UE.

Citando una delle pubblicazioni del PEI, Kirchner osserva in particolare che il PEI non testa la purezza della soluzione vaccinale:

Viene invece condotta una “ispezione visiva”, il cui standard abituale, che prevede l’osservazione della soluzione vaccinale su sfondo bianco e nero, consente di identificare solo contaminanti grossolani: come, ad esempio, se un insetto è caduto nel vaccino durante il riempimento della fiala. La contaminazione da DNA o proteine non può essere identificata in questo modo. Sembra che i test richiesti sulla purezza della soluzione non siano stati sistematicamente eseguiti.

In un’intervista rilasciata all’edizione tedesca di Epoch Times, Kirchner osserva che mentre il PEI non ha condotto test avanzati per i contaminanti del vaccino BioNTech – anche se l’EMA aveva già identificato il rischio di contaminazione da DNA nel processo di produzione industriale – ha richiesto tali test per il vaccino Novavax COVID-19, che si basa sulla più tradizionale tecnologia delle proteine ricombinanti:

Un vaccino [Novavax] che può essere prodotto in modo molto puro è stato testato per la contaminazione, mentre il vaccino a mRNA, che non può essere prodotto in modo puro per il consumo di massa, non è stato testato. Quindi, c’è da chiedersi: perché?

Come ho scritto in precedenza, esiste un rapporto di collaborazione di lunga data tra l’ente regolatore tedesco – l’Istituto Paul Ehrlich – e l’azienda BioNTech. Ora ci si chiede quanto sia collaborativo.

Robert Kogon

 

Robert Kogon è lo pseudonimo di un giornalista ampiamente pubblicato che si occupa di questioni europee. Abbonati alla sua Substack e seguilo su X. Traduzioni dal tedesco a cura dell’autore.

 

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