Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Clare Marie Merkowsky e pubblicato su Lifesitenews. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione.
Una ricerca ha rivelato che gli incendi boschivi sono in calo, nonostante la narrativa mainstream sostenga che siano aumentati a causa del “cambiamento climatico”.
L’analisi dell’autore e accademico danese Bjorn Lomborg, pubblicata sul Wall Street Journal, rivela una grande disparità tra il numero effettivo di incendi spontanei e la preoccupazione sollevata da media e politici.
“Il cambiamento climatico non ha incendiato il mondo”, ha dichiarato Lomborg. “Risulta che la percentuale del globo che brucia ogni anno è in calo dal 2001”.
L’affermazione di Lomborg è confermata dai dati satellitari del Global Wildfire Information System, che registrano un calo costante dell’estensione delle aree bruciate a partire dai primi anni 2000.
“Nei primi anni 2000, ogni anno bruciava il 3% della superficie mondiale. L’anno scorso gli incendi hanno bruciato il 2,2% della superficie mondiale, un nuovo record negativo”, ha dichiarato Lomborg.
“Eppure si farebbe fatica a trovare questo dato da qualche parte”, ha aggiunto.
Tuttavia, nonostante gli incendi si verifichino meno spesso, le notizie sul “cambiamento climatico” sono aumentate del 400% tra il 2010 e il 2020.
Lomborg ha sottolineato che mentre i satelliti rivelano che il mondo brucia di meno, i media continuano a sostenere che ci sono più incendi a causa del “cambiamento climatico”.
“Questo spaventa erroneamente tutti”, ha dichiarato Lomborg. “E questo non va bene”.
Satellites: world is burning ever 𝙡𝙚𝙨𝙨
— Bjorn Lomborg (@BjornLomborg) August 1, 2023
Media: world is burning ever 𝙢𝙤𝙧𝙚
This falsely scares everyone
And that's not okayhttps://t.co/lJY9tXDbeIhttps://t.co/ymx5GmuokVhttps://t.co/Bqcu2h9EsF pic.twitter.com/nHv4gcMVFS
Nonostante l’evidenza, i media mainstream e i politici liberali, tra cui il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, continuano a sostenere che gli incendi spontanei sono in aumento.
“Stiamo assistendo a un numero sempre maggiore di incendi a causa del cambiamento climatico”, ha affermato Trudeau a giugno.
“Questi incendi stanno colpendo le routine quotidiane, le vite e i mezzi di sussistenza, e la nostra qualità dell’aria”, ha aggiunto. “Continueremo a lavorare – qui in patria e con i nostri partner in tutto il mondo – per affrontare i cambiamenti climatici e i loro impatti”.
Tuttavia, l’affermazione di Trudeau non è solo infondata ma completamente falsa, secondo i dati del Centro globale di monitoraggio degli incendi, che ha rivelato che il Canada ha sperimentato incendi molto peggiori nel 1989, 1994 e 1995.
Inoltre, si è scoperto che molti degli incendi di questa primavera ed estate sono stati causati da piromani, non dal “cambiamento climatico”.
La Royal Canadian Mounted Police (RCMP) ha arrestato dei piromani accusati di aver appiccato incendi in tutto il Paese, anche nello Yukon, nella British Columbia e nell’Alberta.
In Quebec, le riprese satellitari hanno mostrato il misterioso scoppio simultaneo di diversi incendi in tutta la provincia, facendo temere che si tratti di uno sforzo coordinato da parte di piromani.
Ad agosto, il premier dell’Alberta Danielle Smith ha rivelato che 500 dei 650 incendi che si verificano nella provincia sono di origine umana e non dovuti al “cambiamento climatico”.
Nonostante le prove schiaccianti, il governo Trudeau e i media mainstream continuano a sostenere che gli incendi sono di una pericolosità senza precedenti e causati dal “cambiamento climatico”, nel tentativo di approvare ulteriori regolamenti sulle risorse naturali.
La riduzione e l’eventuale eliminazione dell’uso dei cosiddetti “combustibili fossili” e la transizione verso l’inaffidabile energia “verde” sono state promosse anche dal World Economic Forum (WEF) – il gruppo globalista dietro l’agenda socialista del “Grande Reset” – un’organizzazione con cui Trudeau e alcuni membri del suo gabinetto sono coinvolti.
Mentre il piano di Trudeau è stato promosso con il pretesto della “sostenibilità”, la sua intenzione di diminuire le emissioni di protossido di azoto limitando l’uso di fertilizzanti è stata criticata dagli agricoltori. Essi sostengono che ciò ridurrà i profitti e potrebbe persino portare a una carenza di cibo.
Inoltre, gli esperti avvertono che le nuove norme sui “carburanti puliti” del governo Trudeau, che entreranno in vigore l’anno prossimo, costeranno ai lavoratori canadesi – molti dei quali stanno già lottando contro tassi di inflazione elevati da decenni – una media di 1.277 dollari in più all’anno.
Clare Marie Merkowsky
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.
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