Riprendo la lettera che il Card. Caffarra scrive a padre Ariel Levi di Gualdo il 12 maggio 2017, qualche mese prima di morire. Caffarra si ferma a riflettere su poche righe che, come scrive, dovrebbero suscitare “profondo tremore in qualsiasi uomo di buona volontà”. 

E’ una lettera da meditare.

Card. Carlo Caffarra

Card. Carlo Caffarra

 

Caro e stimato Padre Ariel.

Quando leggo il complesso brano di San Matteo [24, 1-36] che si conclude con le parole: «Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre», oggi mi verrebbe da dire che i segni di cui ci parlano Gesù Cristo, San Paolo e l’Apocalisse di San Giovanni, sembrerebbero ricorrere tutti. 

Anni fa, in un paio di tuoi articoli, hai concluso riportando il passo lucano in cui Gesù dice: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» [Lc 1, 18].

Questo passo lo commentasti con parole che sul momento, ti confesso, reputai un “fuoco d’artificio”, una di quelle iperbole di cui faceva uso letterario anche lo stesso San Paolo.

A quell’interrogativo, infatti, tu dai risposta con un altro interrogativo:

« … e se il Verbo di Dio fatto uomo, che pone un drammatico quesito sulla fede, al proprio ritorno alla fine dei tempi trovasse sì, sempre la Chiesa, ma una Chiesa completamente invertita, svuotata del tutto di Cristo e riempita di altro?».

Queste tue parole oggi non suonano come un “fuoco d’artificio” o una “iperbole” e, forse, non immagini neppure, quanto mi stiano gravemente accompagnando verso la conclusione della mia vita.

A quell’interrogativo, hai abbozzata una risposta che dovrebbe generare profondo tremore in qualsiasi uomo di buona volontà, proprio perché, al drammatico quesito, tu rispondi con un drammatico quesito contenente un’ipotesi sconvolgente:

«… una Chiesa completamente invertita, svuotata del tutto di Cristo e riempita di altro».

Prega per me, che sono verso il tramonto della vita, come io prego per te che hai sempre molte albe all’orizzonte della vita, ma soprattutto tanto bene da fare, a questa nostra tormentata ma sempre Santa Chiesa e al popolo di Dio sempre più disorientato e bisognoso di santi pastori.

Tuo

+Carlo

 

 

Fonte: Isoladipatmos

 

 

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