Olio santo

 

 

di Sabino Paciolla

 

Come riporta il Catholic News Agency (CNA) in alcuni articoli (ad esempio qui), una diocesi del Massachusetts ha autorizzato in un primo momento una modifica alle norme che la Chiesa universale prevede per il Sacramento dell’Unzione dei malati, permettendo ad un’infermiera, piuttosto che ad un sacerdote, di espletare fisicamente l’unzione, che è parte essenziale del Sacramento.

“Con effetto immediato permetto ai cappellani dell’ospedale cattolico assegnato, in piedi fuori dalla stanza di un paziente o lontano dal suo letto, di ungere un bastoncino di cotone con l’Olio Santo e poi di permettere a un’infermiera di entrare nella stanza del paziente e di somministrare l’olio. Se il paziente è sveglio, le preghiere possono essere fatte per telefono”, ha detto ai sacerdoti il vescovo Mitchell Rozanski di Springfield con una e-mail del 25 marzo.

La motivazione di questa decisione sembra essere legata agli aspetti tecnico-sanitari e alle difficoltà determinate dal contagio da coronavirus. 

“Gli ospedali hanno la necessità di controllare l’accesso al letto dei pazienti in modo da ridurre la trasmissione del COVID-19 e conservare una quantità molto limitata di maschere e di altri dispositivi di protezione personale (DPI)”, ha spiegato Rozanski, osservando che la politica è stata elaborata in consultazione con “i servizi pastorali presso i centri medici del Mercy Medical e del Baystate Medical”.

Il Mercy Medical Center è un ospedale cattolico e fa parte del Trinity Health, un sistema sanitario cattolico.

Ma la Chiesa insegna che solo un sacerdote può validamente eseguire il Sacramento.

Un portavoce della diocesi di Springfield ha detto al CNA il 27 marzo che il permesso riflette la politica diocesana “per ora”. Il portavoce ha detto che la politica è stata proposta dal sistema sanitario del Trinity, ed è stata proposta anche ad altre diocesi.

Il Trinity Health non ha risposto alle domande di CNA. 

Secondo l’insegnamento della Chiesa, «Con la sacra Unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio»

“Il Signore risorto rinnova questo invio (« Nel mio nome […] imporranno le mani ai malati e questi guariranno »: Mc 16,17-18) e lo conferma per mezzo dei segni che la Chiesa compie invocando il suo nome. Questi segni manifestano in modo speciale che Gesù è veramente «Dio che salva ». (CCC 1507)

Soltanto i sacerdoti (Vescovi e presbiteri) sono i ministri dell’Unzione degli infermi” (CCC 1516). “Come tutti i sacramenti, l’Unzione degli infermi è una celebrazione liturgica e comunitaria, sia che abbia luogo in famiglia, all’ospedale o in chiesa, per un solo malato o per un gruppo di infermi (CCC 1517). “La celebrazione del Sacramento comprende principalmente i seguenti elementi: «i presbiteri della Chiesa » impongono – in silenzio – le mani ai malati; pregano sui malati nella fede della Chiesa: è l’epiclesi propria di questo Sacramento; quindi fanno l’Unzione con l’olio, benedetto, possibilmente, dal Vescovo” (CCC 1519). (Enfasi mia)

“Il ministro compia le unzioni con la propria mano, salvo che una grave ragione non suggerisca l’uso di uno strumento.” secondo il canone 1000 §2 del Codice di Diritto Canonico.

Il card. Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel 2005, in risposta ad un quesito pastorale riguardante l’Unzione degli infermi in regioni che sperimentavano una carenza di sacerdoti, e quindi una difficile amministrazione tempestiva del Sacramento che prospettava l’ipotesi che fossero diaconi permanenti e anche laici qualificati ad essere deputati Ministri del Sacramento, precisò preliminarmente che “la Chiesa, sotto l’azione dello Spirito Santo, ha individuato nel corso dei secoli gli elementi essenziali del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, che il Concilio di Trento (Sess. XIV, capp. 1-3, cann. 1-4:  DS 1695-1700, 1716-1719) propone in forma sistematica: a) soggetto: il fedele gravemente ammalato; b) ministro: ‘omnis et solus sacerdos’; c) materia: l’Unzione con l’olio benedetto; d) forma: la preghiera del ministro; e) effetti: grazia salvifica, perdono dei peccati, sollievo dell’infermo”.  

Dopo questa precisazione la Congregazione stabilì:

“La dottrina secondo cui il ministro del Sacramento dell’Unzione degli Infermi ‘est omnis et solus sacerdos’ gode di tale grado di certezza teologica che deve essere qualificata come dottrina definitive tenenda’. Il Sacramento è invalido se un diacono o un laico tenta di amministrarlo. Tale azione costituirebbe un delitto di simulazione nell’amministrazione del Sacramento, punibile a norma del can. 1379 CIC (cfr can. 1443 CCEO)”. (enfasi mia)

Un’ora dopo la pubblicazione della decisione come sopra illustrata, la Diocesi di Springfield ha informato la CNA di aver revocato il permesso alle infermiere di condurre l’Unzione fisica durante la celebrazione dell’Unzione dei malati. La diocesi ha rifiutato di commentare questa ulteriore decisione che annullava la precedente.

Infatti, Rozanski ha inviato una ulteriore e-mail ai sacerdoti di Springfield venerdì pomeriggio spiegando che “Dopo ulteriori discussioni e revisioni, annullo la mia precedente direttiva e sospendo temporaneamente l’Unzione dei malati in tutti i casi”. 

La diocesi di Springfield non ha risposto alle domande sulla durata prevista della sospensione temporanea di Rozanski.

Coincidenza vuole che l’annuncio di marcia indietro di venerdì da parte del vescovo sia arrivato mentre il presidente della commissione per la liturgia della conferenza episcopale degli Stati Uniti ha emesso un promemoria per i vescovi degli Stati Uniti, informandoli che “per quanto riguarda l’unzione degli infermi, non è possibile che l’unzione con l’olio sia delegata a qualcun altro, come un’infermiera o un medico”. Quel promemoria è sembrato confutare la licenza che si era presa Rozanski il 25 marzo..

 

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