di Massimo Lapponi
In due saggi scritti negli ultimi anni – vedi: qui e qui– ho voluto proporre un rinnovamento della teologia. Il primo di questi saggi, pubblicato online quasi quattro anni fa, ha ricevuto più di 6.000 visualizzazioni. Per essere un testo piuttosto impegnativo, e quindi indirizzato propriamente a chi ha già un notevole retroterra culturale, la cifra è lusinghiera. Rimane, tuttavia, il problema che questo genere di pubblicazioni rischia di rimanere in un ambito intellettuale troppo ristretto e teorico.
Un fatto positivo è che questo vale anche per le troppe pubblicazioni teologiche che vanno in giro suscitando grave preoccupazione per le tesi discutibili in esse sostenute senza tanti scrupoli. Il pensiero che di fatto ben pochi perdono il tempo a leggerle, e che perciò, come si usa dire, “lasciano il tempo che trovano”, è senz’altro confortante.
Ma questo suggerisce l’idea che conviene trovare un diverso modo di fare teologia, un modo che, rivolgendosi direttamente a tutte le persone impegnate nella vita cristiana, siano essi pastori o fedeli, offra loro chiare tracce di comportamento, sapientemente ma sobriamente motivate, nella vita di tutti i giorni. Ciò si può fare in molti modi, ad esempio animando con uno stile nuovo la vita parrocchiale, proponendo alle famiglie percorsi alternativi nell’organizzazione della loro vita quotidiana, fornendo loro le necessarie istruzioni e i relativi materiali per rinnovare il clima generale della loro dimora e del loro modo di sentire e di agire.
Recentemente qualcuno mi ha segnalato un testo del musicista ungherese Zoltan Kodaly (1882-1967) che vale la pena di riportare:
«Voi sarete le linee d’energia della vita culturale del nostro paese proprio allo stesso modo in cui si irradia una rete di energia elettrica attraverso l’Italia. Dovunque voi andiate nella vita, porterete con voi la cultura musicale e l’amore per la musica; e la sua luce brillerà vivamente nelle vostre case e nei posti di lavoro. Emanerà luce e calore e farà la vostra vita e quella di altre persone più pura e migliore. La nostra epoca di meccanizzazione conduce lungo una strada che porterà l’uomo stesso a finire di essere una macchina; solo il gusto del canto lo salverà da questo destino… È nostra ferma convinzione che il genere umano vivrà più felice quando avrà imparato con la musica a vivere più degnamente. Chiunque lavori per raggiungere questo scopo, in un modo o nell’altro, non sarà vissuto invano».
Kodaly si rivolgeva ai direttori di cori e ai coristi, molti dei quali, possiamo credere, lavoravano per la Chiesa nell’ambito parrocchiale. Questo ci fornisce lo spunto per un discorso più ampio. Non soltanto la musica, ma tanti altri aspetti della cultura umana sono preziosi per mantenere alto il senso della vita e del suo valore, che non si può abbassare al livello di una macchina, come una tendenza che tenta di imporsi a livello globale vorrebbe farci credere. La poesia, la lettura, il linguaggio, l’arte figurativa in tutti i suoi aspetti, la stessa cura del buon ordine della casa, non sono tutti elementi che dovrebbero servire a conferire all’esistenza delle famiglie e delle persone un tono di più alta umanità – e tanto più ciò dovrebbe essere vero per il gregge di Cristo, che per intima vocazione dovrebbe aspirare a conferire un impulso “divino” a tutta la sua esistenza?
Non dovrebbe, dunque, la vita parrocchiale arricchirsi di tutti gli elementi necessari per guidare le famiglie a realizzare questa interna vivificazione della loro esistenza quotidiana?
Se i nostri pastori si mettessero su questa strada e se i fedeli si risvegliassero a questo rinnovamento generale della loro vita familiare, le teologia intellettualistiche e teoriche – tanto più se malsane – rimerebbero spiazzate dalla nuova onda di Spirito Santo che invaderebbe la vita del popolo di Dio.
Con questa breve riflessione vorrei attirare l’attenzione di quanti dovrebbero essere interessati ad un rinnovamento cristiano che non rimanga “a danno delle carte”, come di dice.
Proprio in quest’ottica di “un nuovo modo di fare teologia”, abbiamo preparato un volumetto composto più di immagini che di parole, nel quale i brevi commenti, avvalorati dai disegni di un eccellente artista – a conferma di quanto sia importante l’arte, in tutte le sue forme – introducono con sobrietà, ma speriamo con efficacia, ai concetti più sostanziali di una luminosa visione cristiana della vita – e questo dovrebbe essere in realtà la teologia!
Si spera che presto il volumetto potrà essere stampato, anche in più lingue. Per il momento esso si trova in rete e si può scaricare tramite il seguente link.
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