di Brunella Rosano
(d’altronde “una cosa morta va con la corrente, solo una cosa viva può andare controcorrente” Chesterton)
Alcuni giorni fa Daniela, un’amica di Arezzo, mi ha inviato un messaggio relativo al dottor Sergio Brancatello, un medico “scomodo” come ama definirsi, convenzionato con il servizio 118 piemontese, che durante il periodo “pandemico” si è prodigato a curare chi contraeva il virus cinese. E ora ne paga le conseguenze…
Se chiedete al signor Google notizie del dottor Brancatello, trovate pagine intere a lui dedicate. Ma, visto che abita a pochi chilometri da casa, dopo aver letto un po’ di articoli, abbiamo preferito telefonargli per incontrarlo di persona.
Abbiamo chiacchierato per più di un’ora, registrando la conversazione, per poter riferire esattamente i fatti oggetto del nostro discorrere. L’impressione che ne abbiamo avuto è quella di una persona “consistente” (come sono tutti i medici che abbiamo conosciuto in questo periodo, che non hanno semplicemente seguito la corrente, ma hanno ragionato con la loro testa ed agito di conseguenza!), innamorata della sua professione, fedele al giuramento fatto all’inizio della carriera, quel famoso “giuramento di Ippocrate” che sembra ormai diventato obsoleto. Un’ora è poca cosa per conoscere una persona. È vero. Potrebbe essere un lestofante che sa vendersi bene! Ma dubito che, se così fosse, in tanti lo cercherebbero e scenderebbero in piazza a manifestare la loro solidarietà come è avvenuto lunedì 27 settembre radunandosi davanti alla sede dell’Ordine dei medici di Cuneo! E far muovere i cuneesi non è cosa facile! Lo sa chi ha provato ad organizzare qualche evento pubblico!
Ma torniamo al nostro incontro.
Già a settembre 2019 il dottor Brancatello aveva notato un incremento anomalo di casi di polmoniti, passando da una media di due/tre casi al mese a 30/40 al mese. Polmoniti che aveva comunque curato con i farmaci classici che la scienza medica consiglia, antinfiammatori, antibiotici, anticoagulanti, limitando il ricovero in ospedale ai soli casi di persone sole, non pienamente autosufficienti.
Quando poi a febbraio/marzo 2020 è scoppiato il putiferio, ha continuato con le stesse terapie domiciliari e lo stesso criterio. A tutt’oggi ha curato (GRATUITAMENTE E CON SUCCESSO) quasi ottomila cinquecento pazienti, di cui ha le cartelle cliniche. Come mai un numero così elevato di persone? Perché grazie al passa parola e al fatto che molti medici di base, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni ministeriali, non visitavano più i pazienti, si è trovato a dover seguire, in ossequio alla deontologia professionale, persone che lo chiamavano (e lo chiamano) un po’ da tutta Italia. Ha destinato una camera ad ufficio e giorno e notte risponde alle chiamate. Nell’ora trascorsa assieme avrà ricevuto una dozzina di telefonate!
Come è possibile curare con successo gente sparsa per ogni dove da una piccola frazione di Mondovì, telefonicamente?
Temperatura, ossigenazione, pressione sono dati che chiunque dotato di strumentazione può fornire al medico. Per quanto riguarda la tosse, il malato chiama il 118 locale e il medico del 118 spiega telefonicamente le caratteristiche della tosse ed eventuali rumori polmonari patologici (fischi, sibili, sfregamenti) al dottor Brancatello. La necessità aguzza l’ingegno, dicevano i nostri vecchi!!! Per un certo periodo di tempo ha collaborato con “Ippocrate.org”, l’insieme di medici che hanno scelto, in scienza e coscienza, di curare i malati, anziché rispettare il protocollo del ministro Speranza che prevede “paracetamolo e vigile attesa”. È ormai accertato da molti studi che le cure precoci sono efficaci ed evitano, quasi sempre, i ricoveri ospedalieri. Ma, appunto, devono essere “precoci”: appena si ha il minimo sospetto che si tratti di contagio da Covid effettuare le giuste terapie.
Ne parlo per esperienza. A marzo abbiamo preso il Covid, marito, figlia e la sottoscritta, in forma e gravità diversa. Il nostro medico di famiglia, Maria, subito accorso, ci ha curati a casa con la consulenza di Giuliana, nostra amica dottoressa trapiantologa in quel di Siena, e siamo guariti. E come noi sono stati curati e sono guariti migliaia di italiani e non solo!
Ultimamente è stato indagato dall’ASL di Cuneo e multato con una decurtazione del 20% sullo stipendio per cinque mesi per un post che ha scritto sui social durante l’orario di servizio. Ricordo che il dottor Sergio Brancatello è un medico del 118. Ciò vuol dire che durante l’orario di servizio rimane in attesa delle chiamate per poi diventare operativo, ma se non arrivano le chiamate, cioè non ci sono le urgenze, i medici sono a disposizione, ma possono guardare la televisione, che fa parte dell’arredo dei locali posti a loro disposizione, o lavorare/giocare col computer o a calciobalilla. Non è come un medico di corsia o di pronto soccorso che deve sempre essere operativo!
E poi lo attende anche l’Ordine dei medici di Palermo, presso cui è iscritto il dottore, in quanto l’Ordine dei medici di Cuneo, che lo aveva convocato per il 27 settembre, successivamente gli ha comunicato che, essendo attualmente in malattia, l’incontro è stato rinviato a data da destinarsi e si terrà a Palermo.
A questo proposito non si capisce come mai il giornale locale online “targatocn”, il 28 settembre, abbia riportato questa dichiarazione del dottor Giuseppe Guerra, presidente dell’Ordine dei medici e chirurghi di Cuneo: “Brancatello è iscritto a Palermo e l’Ordine di quella provincia ci ha chiesto di procedere in sua vece. Come? Innanzitutto, ascoltandolo. Lo abbiamo convocato più volte ma non si è mai presentato. La nostra è una commissione di ascolto, non di giudizio. Basta. Adesso se ne occuperà Palermo. Noi non ne vogliamo più sapere”.
E ancora: “L’Ordine si occupa di questione deontologiche e quello di Palermo ci ha inviato tutta una serie di documenti e domande da fare al dottor Brancatello, ma non siamo mai riusciti a parlargli. È da due mesi che cerchiamo di incontrarlo. Ora se la vedrà il suo ordine di appartenenza, che non è quello di Cuneo”.
Perché stupirsi se il dottore non si è presentato all’incontro visto che è stato proprio l’ordine dei medici a sospendere e rinviare l’incontro? Sembra un modo neanche tanto velato di screditare Brancatello! Un po’ come l’articolo de La Stampa del 9 settembre scorso che scrive in neretto, in modo che l’espressione non passi proprio inosservata, che “Il dottor Brancatello prescriveva ai pazienti affetti da Covid un mix di farmaci e vitamine…” Come se si trattasse di un intruglio da stregone! Un po’ la stessa strategia adottata per screditare i medici che non sono stati con le mani in mano, ma hanno fatto tutto quello che competenza ed esperienza suggerivano! In realtà i farmaci utilizzati dal dottor Brancatello erano quelli che erano stati utilizzati nella precedente epidemia di SARS covid 1 e che nell’attuale situazione non sono stati vietati, ma solo non raccomandati.
Sergio Brancatello è molto sereno in tutte queste vicende dal vago sapore persecutorio!
“Possono fare quello che vogliono, sospendermi, radiarmi… Sono tranquillo perché sono a posto con la mia coscienza, ho fatto il mio dovere, niente di più, niente di meno!”
Stiamo veramente vivendo un periodo “distopico” (mi piace molto questo termine!), in cui le umane vicende vanno al contrario: il bene diventa male e il male diventa bene! I medici che hanno curato i malati vengono perseguitati dalla “giustizia” e chi se n’è stato tranquillo nel suo studio, trascurando magari i pazienti a lui affidati, vive tranquillo e sereno perché…. ha seguito il protocollo: senza rischi, senza oneri. Tanto lo stipendio, un buon stipendio, corre lo stesso!!!!
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