Dopo il grande interesse suscitato dagli incontri tenuti nella scorsa stagione, abbiamo pregato dom Giulio Meiattini, teologo, monaco benedettino, noto su questo blog, di tenere un nuovo ciclo per aiutarci a riflettere e comprendere questi tempi difficili e eccezionali che stiamo vivendo. Le parole vaccino, libertà, green pass, regime sono diventate per alcuni gioia e conforto, per altri fonte di dolore. Dom Giulio ha accettato di accompagnarci in questo cammino, per questo lo ringraziamo di cuore.
Il nuovo ciclo di incontri via Zoom avrà inizio sabato prossimo, 11 dicembre, alle ore 17.00. Una prima traccia di questo percorso ce la fornisce dom Giulio con l’articolo che trovate di seguito.
Chi vorrà partecipare è pregato di mettersi in contatto con me via Messenger, via Whatsapp, via mail o inviando una lettera alla mail del blog in modo che possa inviargli il link per il collegamento.
Sabino Paciolla
di Giulio Meiattini
L’immagine del labirinto si presta bene a illustrare ogni situazione di disorientamento, complessità o groviglio inestricabile che ci imprigiona. Esso può indicare, perciò, anche lo smarrimento e l’incognita sul futuro che contraddistinguono il presente momento storico.
Si avverte il bisogno di un filo conduttore da sgomitolare lungo il cammino per non smarrirsi del tutto lungo la strada. La breve serie di appuntamenti che mettiamo in programma cercano di cucire insieme, senza pretese, almeno alcuni piccoli segmenti di un possibile filo di Arianna.
Gli incontri via Zoom toccheranno dei temi sensibili del momento presente, ricorrendo alle suggestioni provenienti da alcuni capolavori letterari degli ultimi cento anni circa: il rapporto fra malattia e società, umanesimo e post-umanità, fede cristiana e cultura post-cristiana, crisi dell’Occidente e suo nucleo spirituale. Un piccolo caleidoscopio in cui individuare alcune delle venature più profonde dell’epoca che viviamo.
Nell’apparente eterogeneità degli argomenti affrontati, sarà possibile riscontrare, al termine del cammino, una certa continuità, intravedendo nel caos del labirinto i tasselli di un mosaico incompleto che si va componendo.
Le tappe saranno le seguenti.
- Homo aegrotans ovvero la società dei pazienti. Dal famoso romanzo di Thomas Mann La montagna incantata, si possono attingere spunti preziosi per addentrarci in alcuni aspetti dell’attuale medicalizzazione generalizzata della vita e della società, che l’emergenza da coronavirus ha intensificato e reso palese, ma che era in atto da tempo. Il romanzo, che rappresenta anche una radiografia della interna decomposizione del mondo europeo ed occidentale, fa emergere un problema antropologico rilevante: la trasformazione dell’uomo in paziente e alla fine del cittadino in malato permanente. La malattia può diventare cifra o metafora (S. Sonntag) della decadenza della società occidentale e del suo principio umanistico e la terapia emblema di una tendenza manipolatrice verso gli individui (I. Illich).
- Quando una cultura neutralizza la fede. Dall’opera dello scrittore cattolico giapponese Shukaku Endo, specialmente dal suo noto romanzo Silenzio (che ha ricevuto alcuni anni fa una versione cinematografica) affiorano elementi utili per riflettere sui rapporti tra fede cristiana e cultura. Il rapporto fra cultura giapponese e cristianesimo, tematizzato da questo autore, è pertinente anche per comprendere, nel contesto europeo e occidentale in genere, come e perché la fede, invece di fecondare una società e trasformarla, può essere neutralizzata e fagocitata dal contesto culturale, fino a diventare insignificante e sottomessa al potere e all’imperialismo di turno.
- Dall’umanesimo ateo alla disumanità post-cristiana. La grande e misconosciuta scrittrice italiana Elena Bono, scomparsa pochi anni fa, ha scritto fra l’altro una trilogia dal titolo Uomo e superuomo. Nel secondo volume di questo trittico – Una valigia di cuoio nero – ha descritto con straordinaria acutezza la coerente parabola che ha portato la civiltà europea dall’umanesimo immanentista dell’età dei Lumi fino all’antiumanesimo dei totalitarismi novecenteschi. Ella mostra, inoltre, come le ultime conseguenze di questo processo sono tuttora in corso, anche dopo la fine dei totalitarismi del secolo XX. In questo processo dialettico dall’uomo al super-uomo, l’abbandono e il rifiuto del cristianesimo, ormai neutralizzato, da parte della cultura europea e occidentale svolge un ruolo determinante.
- Fine o trasformazione dell’Occidente? Nella nota opera Il Signore degli Anelli R. Tolkien affronta in modalità originali il tema della crisi della civiltà occidentale, che attraversa tutto il ‘900. Di questa crisi e della sua risoluzione egli dà una lettura spirituale, potremmo dire mistica, senz’altro profondamente cristiana. Dietro i grandi sommovimento storici agiscono forze spirituali di segno negativo e positivo che vanno oltre le sole forze e dinamiche umane. La battaglia per il potere (il controllo totale dell’Occhio di Sauron e le sue manipolazioni tecnologiche distruttive della natura e dell’uomo) si può vincere solo nella debolezza e nello spogliamento interiori. L’Occidente è destinato non a perire, ma a trasformarsi.
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