Compianto sul Cristo morto (particolare) - Giotto
Compianto sul Cristo morto (particolare) – Giotto

 

«Un Dio infatti che non c’entri con la vita è un Dio per lo meno inutile. Quindi quanto più l’uomo è attivo, interessato alla vita e in essa impegnato, tanto più sentirebbe di perdere tempo nel soffermarsi a considerare un tale Dio. Dio si riduce ad un’opzione più o meno privata, ad un patetico conforto psicologico, ad un fatto da museo. Per un uomo che sentisse febbrilmente il tempo breve e le molte imprese da realizzare quel Dio non solo è inutile, ma anche dannoso, è “oppio del popolo”. (…) Il vero nemico di una religiosità autentica, a mio avviso, non è tanto l’ateismo quanto questo laicismo: un sacro infatti che non c’entri con il campo concreto degli interessi quotidiani dell’uomo rende il rapporto col Dio concepibile solo come totalmente soggettivo. E la realtà umana resta con i suoi problemi e i suoi interessi alla mercé dei criteri dell’uomo, in pratica facilmente determinabile dal potere».

(Luigi Giussani, Il senso di Dio e l’uomo moderno, BUR 1994, pp. 96 e 97)

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