Un anno fa, durante la riunione autunnale dei vescovi USA, come quella che si sta svolgendo ora, era in programma la votazione di una risoluzione che avrebbe istituito una commissione di indagine sugli abusi sessuali commessi dall’ex card. McCarrick. Ci si chiedeva come era stato possibile che un abusatore sessuale seriale come McCarrick avesse raggiunto le alte sfere della gerarchia ecclesiale e, soprattutto, come mai fosse tornato in auge dopo un periodo di relativo silenzio voluto da Benedetto XVI. La riunione si aprì con la comunicazione che non se ne sarebbe fatto nulla, cioè la mozione non sarebbe stata votata, o sarebbe stata declinata, perché il Vaticano lo aveva richiesto. E ciò perché la Santa Sede stava già operando in tal senso e perché nel febbraio successivo Papa Francesco aveva convocato i vescovi di tutto il mondo a Roma per discutere gli abusi nella Chiesa. 

Tutto ciò un anno fa! Sì, un anno fa!

Ecco un commento dello scrittore e giornalista Phil Lawler, pubblicato su Catholic Culture , nella mia traduzione.

 

McCarrick Theodore

McCarrick Theodore

 

Circa un anno fa, i membri della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) hanno respinto una risoluzione che avrebbe, in termini rispettosi, “incoraggiato” il Vaticano a rilasciare documenti rilevanti relativi al caso ex cardinale caduto in disgrazia Theodore McCarrick.

Questa settimana, in una comunicazione inviata all’USCCB (la Conferenza Episcopale USA, ndr), il cardinale Sean O’Malley ha detto che si aspetta che il Vaticano fornisca “presto” un rapporto sull’affare McCarrick.

Quando hanno votato contro quella risoluzione l’anno scorso, i vescovi americani hanno espresso la loro fiducia che il Vaticano avrebbe fornito una certa chiarezza “presto”, senza inutili sollecitazioni. Non c’è stata fortuna.

L’anno scorso, in questo momento, “presto” avrebbe potuto significare prima della riunione di Roma dello scorso febbraio, durante la quale i vescovi di tutto il mondo hanno discusso lo scandalo degli abusi e la conseguente crisi di coscienza nella leadership della Chiesa. Ma no.

Sappiamo dove cercare i documenti in questione. Sono negli archivi del nunzio apostolico a Washington, e/o negli uffici della Curia romana. Non ci vorrà un anno per tirarli fuori.

Il cardinale O’Malley ha riferito questa settimana di aver ricordato al segretario di Stato, il cardinale Parolin, che i vescovi americani vogliono sapere “chi sapeva cosa e quando” della cattiva condotta di McCarrick. Ha detto: “La lunga attesa ha provocato una grande frustrazione nei vescovi e nel nostro popolo e, in effetti, un’interpretazione molto dura e persino cinica dell’apparente silenzio”.

Il silenzio apparente? Se vi sembra che il Vaticano sia silenzioso, c’è un motivo per questa impressione. Sedici mesi dopo che lo scandalo è diventato pubblico – sedici mesi dopo che i cattolici americani hanno cominciato a chiedere risposte oneste a domande ovvie – il Vaticano non ha risposto.

Ma non preoccupatevi, e soprattutto non diventate “addirittura cinici”. Avremo le risposte – beh, avremo delle risposte – “presto”.

 

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