Donald Trump in Washington, DC, on January 24, 2020. (Photo by OLIVIER DOULIERY/AFP via Getty Images)

 

 

di Annarosa Rossetto

 

Il presidente Donald Trump mercoledì scorso ha annunciato un ordine esecutivo che imporrebbe cure mediche ai bambini nati vivi dopo un tentativo fallito di aborto. Ricordiamo che in alcuni degli Stati dell’America del Nord è possibile abortire nel secondo e anche nel terzo trimestre di gravidanza e che, spesso, in questi aborti tardivi, il bambino sopravvive all’aborto per morire poco dopo in quanto non viene assistito. Ci sono casi noti di persone sopravvissute a queste pratiche che cercano di dare voce a questa doppia grave ingiustizia: il video con le loro testimonianze è stato censurato al Super Bowl dello scorso anno.

“Oggi annuncio che firmerò l’Ordine esecutivo Born-Alive per garantire che tutti i preziosi bambini nati vivi, indipendentemente dalle circostanze, ricevano le cure mediche che meritano. Questo è un nostro sacrosanto dovere morale”, ha detto Trump il 23 settembre, intervenendo in un video discorso pre-registrato durante la National Catholic Prayer Breakfast svoltasi quest’anno principalmente con interventi in video. Questo evento di preghiera annuale che si svolge a Washington, DC. è stato creato in risposta alla richiesta di Papa Giovanni Paolo II di una nuova evangelizzazione degli Stati Uniti. Negli anni tra il 2005 e il 2008 vi partecipò anche il presidente Bush. Questa è stata la prima volta che Trump ha parlato all’evento, sebbene altri funzionari della sua amministrazione, tra cui il vicepresidente Mike Pence e l’ex capo di stato maggiore della Casa Bianca Mick Mulvaney, abbiano parlato negli anni passati.

Ci sono stati negli anni precedenti vari tentativi di introdurre il Born-Alive Infant Protection Act al Congresso, ma non è mai diventato legge. Il disegno di legge infatti si è bloccato alla Camera dei Rappresentanti nel 2019-2020 perché un numero insufficiente di membri aveva firmato la “petizione di discarico” (procedura parlamentare utilizzata quando il presidente di una commissione rifiuta di inserire un disegno di legge o una risoluzione all’ordine del giorno della commissione) che avrebbe innescato una votazione sul disegno di legge.

La legge proposta non creerebbe alcun nuovo limite o restrizione all’accesso all’aborto, ma richiederebbe che ai bambini nati vivi dopo un tentativo di aborto fosse fornita un’adeguata assistenza medica coerente con quella che viene data a un bambino della stessa età gestazionale nato per un parto prematuro. Diversi Stati hanno già approvato leggi di questo genere.

Il testo completo dell’ordine esecutivo deve ancora essere pubblicato, ma si prevede che rispecchi i precedenti tentativi di legislazione federale sulla questione.

Settembre negli Stati Uniti è anche il mese della sensibilizzazione per le Unità di Terapia Intensiva Neonatale e Trump ha anche annunciato che la sua amministrazione avrebbe “aumentato i fondi federali per la ricerca neonatale, per garantire che ogni bambino abbia le migliori possibilità di crescere in salute”.

Leonard Leo, presidente del consiglio del National Catholic Prayer Breakfast, ha presentato Trump elogiando gli sforzi del suo governo per proteggere le scuole confessionali e la libertà religiosa e l’impegno di Trump sulle questioni della tutela della vita. Il presidente infatti ha preso una posizione attiva e decisa contro l’aborto; è stato il primo presidente in carica a parlare alla Marcia per la Vita all’inizio di quest’anno, ha vietato alle catene di cliniche abortiste nazionali di ricevere alcuni fondi federali e ha annunciato piani per espandere la politica di Città del Messico che proibisce di dare aiuti federali esteri a organizzazioni che promuovono o eseguono aborti.

L’amministrazione del presidente ha raccolto elogi dalla conferenza episcopale degli Stati Uniti per questi sforzi, anche se ha ricevuto critiche da parte loro per aver posto fine a una moratoria federale sulla pena di morte e autorizzato le esecuzioni di diversi detenuti negli ultimi mesi.

L’evento virtuale ha visto anche una lectio magistralis del vescovo Robert Barron, ausiliare di Los Angeles, e il conferimento del premio annuale Christifideles Laici al procuratore generale Bill Barr.

Il vescovo Barron, invece ha elogiato il “legame eccezionale e importante” tra la paternità della Dichiarazione di indipendenza di Thomas Jefferson e la fondazione di San Junipero Serra di una serie di missioni nel sud della California e in Messico. Le statue di questo santo sono state tra gli obiettivi della distruzione di “simboli del suprematismo bianco” durante alcune delle proteste targate Black Lives Matter.

Barr invece, ringraziando per il premio, ha parlato del “legame cruciale tra religione e libertà, così ben compreso alla fondazione, è spesso frainteso oggi” criticando i “laicisti militanti” che tentano “di scacciare la religione dalla pubblica piazza”. Un certo numero di organizzazioni cattoliche hanno contestato l’assegnazione del premio a Barr sostenendo che, in quanto Cattolico che ha ripristinato la pena di morte federale, non avrebbe dovuto essere premiato.

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