I vescovi cattolici francesi hanno espresso sabato “stima” per le persone e i pastori delle comunità della Messa tradizionale in latino dopo la pubblicazione del motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco. Lo riferisce un articolo pubblicato sul Catholic News Agency. Eccolo nella mia traduzione. 

 

Cattedrale di Chartres (Francia)
Cattedrale di Chartres (Francia)

 

I vescovi cattolici francesi hanno espresso sabato “stima” per le persone e i pastori delle comunità della Messa tradizionale in latino dopo la pubblicazione del motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco.

I vescovi hanno rilasciato una dichiarazione il 17 luglio, il giorno dopo che il papa ha apportato modifiche radicali alla lettera apostolica Summorum Pontificum del 2007 del suo predecessore Benedetto XVI, che aveva riconosciuto il diritto di tutti i sacerdoti a dire messa usando il Messale Romano del 1962.

Il nuovo motu proprio, emesso con effetto immediato, afferma che è “competenza esclusiva” di ogni vescovo autorizzare l’uso del Messale Romano del 1962 nella sua diocesi.

“I vescovi di Francia, insieme a tutti i fedeli delle loro diocesi, hanno ricevuto il motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco, che è stato reso pubblico ieri”, dice il comunicato.

“Essi desiderano esprimere ai fedeli che celebrano abitualmente secondo il Messale di San Giovanni XXIII, e ai loro pastori, la loro attenzione, la stima che hanno per lo zelo spirituale di questi fedeli, e la loro determinazione a continuare la missione insieme, nella comunione della Chiesa e secondo le norme in vigore.”

I commenti dei vescovi saranno studiati da vicino poiché la Francia è uno dei principali centri mondiali del tradizionalismo cattolico.

La dichiarazione continua: “Ogni vescovo avrà a cuore di essere all’altezza delle sfide descritte dal Santo Padre per esercitare la responsabilità che gli viene ricordata nella giustizia, nella carità, nella cura degli uni e degli altri, nel servizio alla liturgia e nell’unità della Chiesa. Questo sarà fatto attraverso il dialogo e richiederà tempo”.

“Il motu proprio Traditionis custodes e la lettera del Santo Padre ai vescovi che lo introduce sono un richiamo esigente per tutta la Chiesa ad un autentico rinnovamento eucaristico. Nessuno può farne a meno”.

I vescovi hanno concluso il loro messaggio citando dalla Lumen gentium, la Costituzione Dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II.

“I vescovi invocano lo Spirito Santo affinché l’Eucaristia, ‘fonte e culmine della vita cristiana’, sacrificio del Signore e memoriale della sua passione e risurrezione, sia il luogo dove la Chiesa attinge ogni giorno la forza per diventare ciò che è: “in Cristo, in un certo senso, il sacramento, cioè il segno e il mezzo dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano””.

La Francia ha visto recentemente tensioni tra i sostenitori della messa con il Messale Romano del 1962 e un arcivescovo locale.

I parrocchiani hanno protestato dopo che l’arcivescovo Roland Minnerath di Digione ha chiesto ai membri della Fraternità Sacerdotale di San Pietro (FSSP) di lasciare la Basilica di Fontaine-lès-Dijon, il luogo di nascita di San Bernardo di Clairvaux, dopo 23 anni nell’arcidiocesi.

La FSSP è una società clericale di vita apostolica di diritto pontificio, eretta canonicamente da Papa Giovanni Paolo II nel 1988. La Fraternità, che ha più di 300 sacerdoti e 150 seminaristi provenienti da 30 paesi, usa il Messale Romano pre-vaticano II.

La FSSP ha detto il 16 luglio che i suoi membri erano “scoraggiati e preoccupati” dal nuovo motu proprio.

In una dichiarazione rilasciata il giorno in cui il papa ha emesso le nuove norme, il gruppo ha detto: “Con la pubblicazione dell’ultimo motu proprio di Papa Francesco, Traditionis custodes, che ha posto nuove restrizioni alla Forma Straordinaria del Rito Romano, molti di noi sono scoraggiati e ansiosi”.

“A questo punto, è troppo presto per dire quali saranno tutte le implicazioni per la Fraternità Sacerdotale di San Pietro, ma vi assicuriamo che rimaniamo impegnati a servire i fedeli che frequentano i nostri apostolati in conformità con le nostre Costituzioni e il nostro carisma come abbiamo fatto fin dalla nostra fondazione.”

“Dobbiamo sforzarci di vedere questa Croce come un mezzo per la nostra santificazione, e ricordare che Dio non abbandonerà mai la Sua Chiesa”.

“Nostro Signore stesso ci promette le grazie necessarie per portare le nostre croci con forza e coraggio. Non dobbiamo, tuttavia, trascurare di fare la nostra parte di cattolici fedeli; preghiamo e offriamo sacrifici nella nostra vita quotidiana, e confidiamo nell’intercessione della Madonna, di San Giuseppe e del nostro patrono, San Pietro.”

 

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Fin qui l’articolo.

Riporto ora la dichiarazione del vice presidente della Conferenza Episcopale Francese, Mons. Olivier Leborgne:

Il vicepresidente della Conferenza episcopale francese, Mons. Olivier Leborgne, sulla Traditionis Custodes: “È vero che il tono del Papa è duro e sono rimasto sorpreso” aggiungendo “i fedeli che desiderano il [Vecchio Rito] sono totalmente affidati al Signore e hanno una spiritualità molto bella”

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