Non sorprende che questa “ira di Dio” fosse inaccettabile per i pagani colti e i filosofi dei primi secoli, come anche per il cristianesimo eretico di Marcione e dei suoi seguaci fino ai giorni nostri, che contrappongono al Dio iracondo dell’Antico Testamento il Dio tutto e solo buono di Gesù.
Anzi, Lugaresi si chiede “se proprio la propaganda a favore di un Dio tutto e solo buono non sia uno dei fattori del successo del marcionismo di ieri e di oggi”.
Fu Tertulliano, all’inizio del III secolo, a contestare più direttamente questa eresia, nel suo “Adversus Marcionem”. Un Dio di sola bontà, scrive, “è un’assurda perversione”. Se non contende e non si adira, se non si oppone al male, non ha più senso nulla: i comandamenti, le norme morali… tutto è uguale, tutto è permesso. Sarebbe un Dio “disonesto verso la verità, che ha paura di condannare quello che condanna e di odiare quello che non ama”. Un Dio che “accetta, una volta compiuto, quello che non permette si faccia”.
Fonte: blog “Settimo cielo” di Sandro Magister
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