Tutto ghermisce,
gelido,
tra fragorosi lapilli,
neri come il nulla,
e rimbomba di tuoni
ora lontani
or più vicini
che si rincorrono,
rimbalzano,
rotolano,
bagliori di cielo
spezzato, stracciato,
minaccioso.
Poi si ripiegano,
si allontanano,
si raggomitolano
sulle palpebre
dell’orizzonte,
e aprono finestre
di sereno…
spezzato, stracciato,
minaccioso.
Poi si ripiegano,
si allontanano,
si raggomitolano
sulle palpebre
dell’orizzonte,
e aprono finestre
di sereno…
Così la pace
dopo il tumulto,
e una Voce:
che in tutto questo
perdersi
mi ha tenuto
e mi fa
ritrovare.
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di Giorgio Canu
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(pubblicato su giorgiocanupoesie)
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