Francesco Lollobrigida,  Ministro dell’Agricoltura e della sovranita alimentare
Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della sovranita alimentare

 

 

di Pietro Marinelli

 

Il ministro dell’agricoltura Lollobrigida parla della necessità di aumentare la natalità in Italia e del rischio che il popolo italiano sia sostituito da altre etnie, e si scatena la solita “bagarre” mediatica della sinistra. Anzitutto si nota per l’ennesima volta la modalità censoria e distruttiva della stampa del “politicamente corretto” contro il “diversamente pensante”: lo si attacca, che sia un qualunque insegnante o un ministro non fa alcuna differenza, coprendolo di infamie gratuite e soprattutto bollandolo di complottismo, che è il termine che adesso la sinistra utilizza per definire quelli che ritiene fascisti. Peccato che in tal modo si usi proprio il metodo fascista, che bollava di “disfattismo” coloro che osavano schierarsi contro la propaganda di regime! Quelli che accusano gli altri di essere fascisti si servono esattamente dello stesso metodo per zittire gli oppositori! Si favorisce nel contempo il “linciaggio mediatico” del ribelle sulle reti sociali, facendolo coprire di insulti e denigrazioni da soggetti diversi, consapevoli del fatto che il malcapitato non riuscirà a denunciare tutti per diffamazione, limitandosi a bloccare i profili e a cancellare i messaggi. Giornalisti e conduttori televisivi di una certa parte politica, convinti da sempre di godere di totale “immunità”, rispetto alle affermazioni proferite, aggrediscono con virulenza coloro che proferiscono frasi non “allineate” alla narrazione sul tema in questione. In buona sostanza, invece di aprire un dibattito, si scagliano luoghi comuni ideologici contro il reietto, secondo il noto adagio milanese “chi vusa pussee la vaca l’è sua” (chi urla di più ottiene la mucca).

Nello specifico degli argomenti di cui si tratta, credo sia abbastanza evidente il fenomeno della denatalità che affligge l’Italia già da anni e quindi ritengo che una politica a favore dell’aumento delle nascite sia assolutamente da condividere. Si può discutere sulla questione della “sostituzione etnica”, ma appunto sarebbe opportuno, da parte dei mezzi di comunicazione, discuterne e non mettere a tacere chi la pensa diversamente. Certo è strano che coloro che hanno appoggiato in tutti i modi l’aborto indiscriminato entro i primi tre mesi ed hanno favorito l’eliminazione di otto milioni di italiani, dall’entrata in vigore della 194 ad oggi, siano totalmente a favore dell’entrata indiscriminata e illegale degli stranieri! E che affermino esplicitamente che abbiamo bisogno assolutamente dei lavoratori immigrati per le attività produttive italiane, perché mancano le braccia! Prima i limita la procreazione in Italia e poi si dice che è indispensabile far entrare persone dall’estero che possano svolgere quei lavori che gli italiani, pochi di numero, non possono più fare! Ciò apparentemente potrebbe sembrare contraddittorio, se si presuppone che si voglia il bene degli italiani: se invece si ipotizza un’altra possibilità, la logica è stringente! Ma per evitare di far sì che gli italiani prendano coscienza della situazione e non approfondiscano le questioni, cercando di capire chi c’è dietro tale posizione, si usa la categoria della “cospirazione”, del “complotto”; così in ogni caso, sia nelle faccende sanitarie (vedi la censura sulle reazioni avverse), sia in quelle belliche (la narrazione univoca sull’Ucraina “buona” e sulla Russia “cattiva”), sull’identità di genere (non si può dire che determinati comportamenti non siano conformi alle leggi della natura), e così via.

Stiamo andando a passi veloci verso un “totalitarismo del pensiero” che vieta di parlare e di criticare su molte questioni, considerate peraltro un tutt’uno. Chi infatti osa alzare la voce su uno di questi argomenti viene automaticamente accusato di essere dalla “parte sbagliata” anche su tutti gli altri: essendo un complottista è ovvio che sia anche omofobo, no-vax, filoputiniano, e, di conseguenza, fascista! Che fare allora? Rimanere al 58° posto nel mondo per libertà di informazione? Per risalire la china e cercare di rimanere una democrazia degna di tal nome occorre semplicemente avere il coraggio di dire la verità, o meglio ancora, come sosteneva Vaclav Havel, autore de “Il potere dei senza potere” e firmatario di Charta 77, di “Vivere nella verità”.

 


Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.


 

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