dipendenza da cocaina droga sniffare

 

 

di Roberto Allieri

 

L’estremo stato di privazione e prostrazione in cui si vuole ridurre oggi i dissidenti del vaccino mi ricorda molto la condizione di quelle ragazze madri di cento anni fa, sedotte e abbandonate. O di donne di quei tempi rimaste sole con tre o quattro figli da sfamare, senza risorse e senza scelte di sopravvivenza tranne una: la prostituzione. Una via di uscita gravemente riprovevole per la società e anche rischiosa per la salute, in considerazione della possibilità di contagi di malattie veneree.

Altra situazione analoga che mi viene in mente è quella di bambini in stato di miseria nelle favelas che per sopravvivere scelgono di cibarsi di rifiuti pescati nei cassonetti della spazzatura, mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica.

Oggi succede qualcosa di simile per alcuni non vaccinati, appartenenti alla categoria maggiormente perseguitata e odiata dalla società. Qualcuno arriva a procurarsi il contagio per allentare una morsa non più sostenibile. La caccia agli untori ha portato a questo paradosso: le vittime incolpevoli, quelli che essendo iper-controllati e reclusi hanno meno responsabilità nella diffusione del virus, per evitare campagne di epurazione hanno sempre più convenienza a caricarsi spontaneamente della croce.

Irresponsabili, incoscienti, spregevoli. Gente da punire e da cui stare alla larga. Questa la reazione sdegnata dei benpensanti di oggi nei confronti di chi cerca di sopravvivere a tanto accanimento nel ghetto che gli è stato assegnato.

Quasi nessuno però di quelli che puntano il dito si interroga sullo stato di disperazione che spinge i dissidenti di oggi a scelte così azzardate; che è la stessa situazione della madre che si prostituisce per i figli o del bambino che si ciba di marciume negli esempi citati sopra. E allora chi è l’irresponsabile da esecrare? Su chi deve ricadere la vergogna? Sulla vittima deIla novaxfobia e del vacCINISMO che mette a repentaglio la propria incolumità per trovare una via d’uscita o su chi lo costringe a tale umiliazione?

Chi medita di infettarsi volontariamente di Covid ha un dramma e un grande peso sulle spalle (famiglia da mantenere, occupazione che non può permettersi di lasciare, vita sociale e amicizie che non vuole abbandonare). Se compie quel passo, se è disposto a rischiare la propria salute è perché sta soffrendo e vuole sfuggire a qualcosa di insopportabile. Si sacrifica nella speranza di avere un via di sopravvivenza e mette in conto gravi conseguenze. Non è uno scellerato ma un eroe. Oggi, infatti, bisogna essere eroici per resistere a tanta ferocia repressiva.

Ma c’è un’altra chiave di lettura per capire questa situazione. C’è qualcuno che il rischio lo calcola. Se nelle ultime settimane la media quotidiana dei casi di contagio è di 250.000 (e si parla solo di contagi accertati, escludendone forse altrettanti che non emergono) e quella dei morti è di 250 (peraltro comprendente non solo morti di covid ma anche morti di altre patologie e positivi al covid) vuol dire che la probabilità di morire, per difetto e sottostima, è una ogni mille contagi. Forse per chi va in moto per una vacanza facendo qualche centinaio di chilometri o per chi va a sciare il rischio di avere incidenti (=casi positivi) è maggiore. Ma allora per costoro avere diverse probabilità su mille di incorrere in incidenti è un motivo valido per rinunciare? Per chi è molto prudente forse sì, per altri no. In ogni caso, imporre obblighi o divieti contro la libera circolazione per rischi così bassi sarebbe una follia.

Nella vita di ogni giorno Il rischio è ineliminabile: occorre riconoscerlo, gestirlo e saperci convivere. E gestirlo. Altrimenti non si vive o si vive molto male. Ci sono persone, del resto, che vanno incontro a rischi ben più grandi: chi pratica sport estremi ad esempio si assume rischi estremi eppure può farlo liberamente.

Qualcuno dirà: sì perché, al limite, può danneggiare sé stesso ma non gli altri. Chi non si vaccina invece infetta e quindi attenta alla salute degli altri. E se si ammala contagia di più. Tale narrazione è però tanto palesemente contraddetta dai fatti (ovvero i vaccinati che contagiano e si ammalano in ugual misura dei non vaccinati, illusi dalla protezione di uno scudo che non funziona) che non merita neanche di essere presa in considerazione. Al contrario, è chi con mezzi coercitivi e disumani riduce alla fame i non vaccinati che attenta alla salute psico-fisica dei cittadini. Non dimentichiamoci poi del fenomeno dell’autolesionismo e di suicidi, indotto dalle misure dispotiche di questo regime.

E, a proposito di autolesionismo, andrebbe approfondita la forma mentis di chi ‘sniffa Covid’ non disperatamente ma con la lucidità del risk manager. Di chi cioè è esperto ed abituato a gestire situazioni di stress e rischio professionale in vari ambiti produttivi o commerciali. Secondo un’interpretazione minimalista e calcolatrice dell’attuale situazione di rischio covid, contrarre il virus può essere da un punto di vista statistico (e quindi scientifico) un rischio accettabile.

Opzione, questa, per niente condivisibile da chi non tollera che qualcuno possa sottrarsi ai rastrellamenti di pulizia etnica in corso.

E qui veniamo al terzo punto di vista: chi non si sottopone all’obbligo vaccinale in questo modo o con qualsiasi altro mezzo è sempre marchiato spietatamente come ‘furbetto’. Se invece il non vaccinato accetta che gli venga tolto ogni mezzo di sussistenza, accetta gli arresti domiciliari e di essere ridotto alla fame allora sì che acquista dignità e nessuno può etichettarlo come ‘furbetto’! Bella soddisfazione!

Chi sono dunque i furbetti, quelli che si sottraggono ai rastrellamenti e alle regole? Proviamo a fare una carrellata di esempi. Quando introdurranno l’obbligo di tagliare la mano a chi non si vaccina sarà considerato furbo chi scappa per non farsi prendere. Potremmo considerare altrettanto furbetti gli ebrei che invece di consegnarsi ai nazisti si rifugiavano sotto le botole o i cristiani che invece di bruciare un granello di incenso agli dei romani fuggivano nelle catacombe. O i perseguitati politici del fascismo che, piuttosto che prestare giuramenti di fedeltà o adesione ai ‘green pass’ dell’epoca che attestavano lo status di buon cittadino fascista, fuggivano all’estero.

Dunque, riassumendo, ecco le sfaccettature in cui possiamo considerare, in genere, chi si oppone alle coercizioni più estreme del vacCINISMO: eroe, ragioniere o furbetto. Voi che punto di vista avete?

 

 

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