Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Thomas Colsy e pubblicato su Catholic Herald. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione.
Marko Ivan Rupnik, ex gesuita al centro di polemiche per le accuse di abusi spirituali e sessuali, ha ottenuto il permesso di tornare al ministero sacerdotale nella diocesi di Capodistria, nella sua Slovenia.
La decisione fa seguito alle consultazioni del vescovo Juri Bizjak con alti prelati di Roma e a un rapporto pubblicato a settembre sul Centro Aletti, l’istituto artistico fondato da Rupnik, dopo una visita canonica che ha indagato sui rapporti del sacerdote accusato.
Il vescovo Bizjak, che guida la diocesi di Capodistria dove Rupnik è stato incardinato, ha discusso la linea d’azione con il nunzio apostolico sloveno Jean-Marie Speich, l’avvocato canonico Giacomo Incittii e il cardinale Angelo De Donatis, vicario della diocesi di Roma.
Il nunzio Speich ha salutato con incoraggiamento e approvazione la decisione di incardinare Rupnik in Slovenia, definendola una “soluzione eccellente” e non prevedendo ulteriori problemi “perché comunque non c’era alcuna condanna”.
Il rapporto di settembre sosteneva di aver riscontrato “ragionevoli dubbi” sulla scomunica di don Rupnik a causa della presunta individuazione di “irregolarità nelle procedure”. Il Centro Aletti, nel frattempo, avrebbe avuto “una sana vita comunitaria… che si svolge… senza particolari fattori critici”.
Il rapporto è stato accolto con forte indignazione e opposizione dalle vittime di abusi dell’epoca, che accusano i prelati coinvolti, compreso il Papa, di insabbiamento.
Il ritorno di padre Rupnik al ministero arriva nonostante la sua espulsione ufficiale dall’ordine dei gesuiti a luglio e la conferma della sua scomunica laetae sententiae da parte del superiore generale dei gesuiti, padre Arturo Sosa, nel dicembre 2022.
A Rupnik, accusato da oltre 25 donne (la maggior parte delle quali sono religiose), era stato impedito di ascoltare le confessioni, di essere una guida spirituale e di condurre gli Esercizi Spirituali Ignaziani con altri, oltre che di farsi vedere in pubblico senza il permesso del suo superiore. Rupnik ha disobbedito alla maggior parte di queste richieste ed è stato successivamente scomunicato.
È significativo notare che Papa Francesco ha dato personalmente un’ulteriore udienza privata a Maria Campatelli, stretta collaboratrice di Rupnik e direttrice del Centro Aletti, nel mese di settembre, un mese prima della diffusione di questa notizia.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.
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Due pesi e due misure.
Don Minutella ha ricevuto DUE scomuniche, la sospensione a divinis e la riduzione allo stato laicale per aver avuto il coraggio di dire la verità sul disastro di questo ‘pontificato’. Il gesuita Rupnik, autore di ripetuti delicta graviora contra sextum, ma facente parte della cerchia ‘giusta’, può tornare tranquillamente ad esercitare il ministero sacerdotale, perché la scomunica prevista e che meritava è magicamente evaporata…