Rosso Romano di Nicoletta Latteri
“Il punto era proprio quello, un favore nato da un capriccio molto costoso. Un lusso che aveva deciso di concedersi, d’altronde in quale altro modo dare un senso alla propria vita?” .
Sullo sfondo di una Roma sfacciatamente bella, il passato e il presente si intrecciano dando luogo ad un complesso sistema di specchi posto a custodia di una collezione d’arte scomparsa ai tempi dell’invasione napoleonica.
Un ladro, due musicisti e un giovane frate, coinvolti loro malgrado nella caccia al tesoro, si troveranno costretti a giocare contemporaneamente una spietata partita a scacchi con un avversario senza volto … e tra colpi di scena e suspense i sampietrini si tingeranno di rosso sangue.
“ Fin dall’inizio aveva avuto una sgradevole sensazione. Ricordava bene di aver sostato davanti al quadro senza sapere che dire alle due suore in abito bianco che lo guardavano attendendo con ansia un responso.
« Allora? » gli avevano chiesto.
« Sorprendente » non sapeva come definire altrimenti la crosta che aveva davanti.
« È un quadro molto antico, pare che ci abbia messo mano più d’uno » suor Paola, la superiora dall’aspetto matronale e lo sguardo amorevolmente sveglio, in qualche modo sembrava comprendere i suoi dubbi.
Aveva annuito. La tela raffigurava una S.Giovanna d’Arco mal riuscita che era stata più volte rimaneggiata, al punto da rendere poco leggibile la stessa figura della santa raffigurata in arme accanto ad una grande croce.
« Qual è il problema? ».
« L’arcivescovo Severtigni sta facendo pressione per averla » gli avevano spiegato con grande sincerità.
« Averla o comprarla? » si era informato prendendo il cellulare per spegnere la suoneria. Non capiva perché non volessero cedere quella crosta.
« Non fa differenza dato che non vogliamo dargliela » era sbottata la piccola e irrequieta suor Serafina.
La superiora gli spiegò.
« Vede, noi non è che siamo proprio sceme, ci rendiamo conto che questa tela non è il massimo della bellezza, con tutto il rispetto per S.Giovanna d’Arco, proprio per questo le pressioni dell’ arcivescovo ci hanno come dire… insospettite ».
« Con tutto il rispetto non ci è mai piaciuto » aveva aggiunto suor Serafina con una smorfia.
« Pensiamo che possa valere molto di più di quanto potrebbe sembrare » aveva ammesso la superiora, confessando che era il denaro a motivare il rifiuto.
« Vi serve una perizia? ».
« Una perizia non calmerebbe l’arcivescovo, preferiremmo che lei ci aiutasse a metterlo al sicuro, diciamo, ecco… ».
Suor Paola cercava di usare tutta la delicatezza possibile nell’esprimersi.
« Però una perizia potrebbe essere utile a fronteggiare le richieste dell’alto prelato… ».
Suor Serafina aveva preso ad agitarsi, non poteva scavalcare la superiora rispondendo, ma si vedeva che faticava non poco a tacere.
« Preferiremmo evitare controversie inutili e senza il quadro… si risolverebbe ogni cosa ».
« Non penso abbiate difficoltà a nasconderlo, in cosa posso esservi d’aiuto io? ».
« Lo devi rubare figliolo! » suor Serafina non aveva più resistito, con grande disappunto della superiora che le aveva dato una gomitata. Era seguito un attimo di imbarazzato silenzio durante il quale il cellulare riprese a vibrare.
« Sappiamo che lei è un gran bravo ragazzo… così pulitino… e ci chiedevamo se in via del tutto eccezionale potesse risolvere il nostro piccolo problema » suor Serafina, aveva cercato di rimediare al passo falso, senza però riuscire ad astenersi dal chiedere con morbosa curiosità « È la fidanzatina? ».
« No, mia madre. Sì, posso ».
Poteva, perché nonostante la giovane età e ricercatezza nel vestire, lui era un ladro, uno dei migliori, almeno questo era ciò che gli piaceva credere.
« Ma che bravo! Ha visto Madre che bel ragazzo, che sguardo intelligente. Si vede che è proprio bravo » ma la superiora non aveva gradito l’intromissione.
« E dacce n’ taglio! » rivolta a lui con un sorriso materno aveva ripreso « Siamo felici che sia venuto, adesso può anche rispondere a sua madre ».
« Lo faccio dopo, non è niente d’urgente. Che sistema d’allarme avete? ».
« La povertà » aveva risposto la superiora.
« E … a parte quella? ».
« Una serratura che funziona male, però ci siamo dette che… forse aspettiamo un paio di giorni a cambiarla ».
Incredibile, risparmiavano persino sulla sicurezza.
« Video sorveglianza? ».
« Ce l’hanno i vicini perché gli hanno rubato le macchine, ma se può essere d’aiuto… » suor Serafina sembrava volersi fare perdonare.
« Preferisco che non facciate niente, se permettete… » aveva indicato l’uscita.
La situazione era abbastanza imbarazzante, voleva andare via, si era diretto alla porta con le suore che gli correvano dietro come due cagnolini senza sapere che altro dire.
Sulla porta, suor Paola aveva affrontato a mezza voce l’aspetto più scottante.
« Per quanto riguarda il suo disturbo… ».
« Non si preoccupi, è un favore che devo a padre Ugo. È a posto così. Buonasera Madre ».
Si gioca una partita a scacchi senza esclusione di colpi che ha come posta in gioco il ritrovamento di una collezione d’arte scomparsa ai tempi dell’invasione napoleonica.
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Rosso Romano
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