Piazza Tienanmen (foto AFP)

 

 

di Giuliana Ruggieri

 

l libro di Rose Hu La gioia nella sofferenza con Cristo nelle prigioni della Cina ( edizioni Piane) offre una testimonianza diretta delle persecuzioni dei cristiani nella Cina della rivoluzione culturale.

Battezzata a 17 anni dopo essersi convertita al cattolicesimo, ha portato la croce di Cristo per un calvario lungo 26 anni. All’epoca aveva vent’anni. Rinchiusa nei campi di “rieducazione” comunista, sotto il regime di Mao, si è rifiutata di rinnegare la Fede nonostante i lavaggi del cervello, le torture e le innumerevoli altre persecuzioni. Finalmente libera, dopo aver trascorso la sua giovinezza nei laogai cinesi, nel 1989 emigrò negli stati Uniti dove si scontra con un’altra rivoluzione, quella che nel frattempo aveva invaso la Chiesa…

“Dovete raccontare quello che avete vissuto nei campi di lavoro perché non vengano dimenticati i sacerdoti, le religiose, e i fedeli che hanno bagnato con il loro sangue le pagine della storia della Chiesa cattolica”.  Rose diventa cattolica dopo l’incontro con padre Shen, insegnante di dottrina nel collegio per ragazze LAurora, alla fine del 1948, mentre l’Armata Rossa si preparava a raggiungere Nankino e Shangai, Padre Shen spiegava che, non potendo esserci un compromesso tra la Chiesa cattolica e il comunismo, i cattolici sarebbero stati perseguitati, ma in un modo completamente diverso da quello usato nella Roma antica. Per loro non ci sarebbe stato il Colosseo. Non avrebbero potuto morire subito per la Fede. Il regime avrebbe usato tecniche di manipolazione di massa poiché la cosa peggiore che fanno i comunisti è manipolare e dividere. Infatti, la politica del PCC fu quella di spingere i cinesi, in massa, a denunciarsi l’uno con l’altro: i figli denunciavano i genitori, mariti e mogli si accusavo a vicenda…

Sono però sorprendenti le parole con cui Padre Zang, il suo direttore spirituale, la saluta per l’ultima volta prima della sua partenza per gli Stati Uniti: “Ci sono molte croci che l’attendono (si ammalerà di tumore con una lunga agonia. Muore il 13 ottobre 2012, anniversario di un‘apparizione della Madonna a Fatima, aveva 79 anni). Sia pronta a subire l’assalto delle persone più vicine, dei fedeli, dei preti, dei vescovi.  Un giorno può essere che sarà scomunicata (Rose nel 2003 fece la professione come membro del Terz’Ordine della Fraternità Sacerdotale San Pio X) e che quelli che hanno perduto la fede saranno considerati i buoni. Custodisca la sua fede in ogni circostanza!  La aspetterò in Cielo”.

Rose conclude il libro: “Tutto è Provvidenza! Ho scritto qualcosa che, nel suo piccolo, si iscrive nella grande storia della Chiesa, per far conoscere la fedeltà di moltissime persone nella prigionia, nella tortura, nel martirio……. Ci sono ancora dei campi di lavori in Cina ai nostri giorni. Ce ne sono nelle province di Anhui e di Xin Jiang, dove sono chiusi molti prigionieri. Pregate per loro.”

Rose Hu raccontando il martirio della Chiesa e del popolo cattolico cinese, vescovi, sacerdoti, religiose e intere famiglie,  è molto discreta, asciutta, pacata, si sofferma poco sugli orrori di cui è stata testimone (tutto questo periodo è stato ben descritto da Jean Monsterleet,  Les Martyrs de Chine parlent : L’Empire de Mao Tsé-Toung contre l’Église du Christ. Préface de Jean de Fabrègues ) ma ciò che mi ha colpito, e che riguarda tutti noi, oggi, sempre: “Avevamo perso la libertà perché eravamo testimoni della verità”(pag. 243).

Il cristianesimo germoglia tra le vicende del mondo solo per l’attrattiva della verità, della grazia: “anche una persona molto forte e molto santa non avrebbe potuto sopportare questo genere di persecuzioni per così tanti anni con le sue sole forze”. Il martirio è la testimonianza pubblica più evidente di questo.

Preghiamo per i nostri martiri, soprattutto dei martiri in Cina. II E a proposito di San Benedetto,  San Giovanni Paolo II un giorno, era il 23 marzo 1980, disse; “Era necessario che l’eroico diventasse normale, quotidiano, e che il normale, quotidiano diventasse eroico”. L’eroicità è il santo, il martire è colui che riconosce e rende testimonianza a Cristo, alla Verità…A questo  siamo chiamati tutti.

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