Andrea Tornielli e Gianni Valente, due giornalisti di Vatican Insider – La Stampa, molto vicini a Papa Francesco, hanno appena scritto un libro dal titolo “Il giorno del giudizio”, il cui fine, a loro parere, è quello di smascherare la cospirazione che si nasconde dietro il dossier Viganò. Andrea Tornielli ha rilasciato un’intervista in cui parla proprio di questo libro. Rod Dreher, che alcune settimane fa è stato in Italia per promuovere l’edizione italiana del suo libro L’opzione Benedetto, ha letto questa intervista e l’ha commentata. Vi propongo tale commento nella quasi totalità come contributo alla discussione che anima attualmente la Chiesa cattolica.
Riporto l’intervento di Rod Dreher nella mia traduzione.
Una delle cose più scioccanti con cui mi sono imbattuto nel mio viaggio in Italia questo autunno è stata la convinzione che le critiche a Papa Francesco sugli abusi e la corruzione – specialmente le accuse di Viganò – sono il frutto di una congiura organizzata dai ricchi cattolici americani. Ho pensato che questa fosse una battuta le prime due volte che l’ho sentita, ma alla fine ho capito che no, questo è ciò che molti cattolici italiani – specialmente nella cerchia vaticana – credono davvero.
Ecco, oggi c’è un‘intervista in lingua italiana ad Andrea Tornielli, il giornalista vaticano considerato il più vicino a Francesco. Ecco la teoria del complotto in breve, dalla bocca di Tornielli:
Sappiamo che il documento di Viganò è stato bene accolto dagli ambienti anti Francesco europei e americani . In particolare vi soffermate, giustamente, su quelli Americani. Un mondo fatto di collusioni tra ambienti ecclesiali, politici e la grande finanza. Quali sono i loro obiettivi politici e non solo?
Questi ambienti non sopportano che ci sia un Papa divenuto un’autorità mondiale credibile sui temi della Dottrina sociale. Francesco con i suoi interventi e le sue encicliche – pensiamo alla Laudato si’ – ha posto una domanda seria sulla sostenibilità dell’attuale modello economico-finanziario, chiedendo a tutti di considerare dei rimedi. Ha indicato per la prima volta lo stretto collegamento che esiste fra problemi solitamente considerati slegati, quali la crisi ambientale e la difesa del creato, le guerre, la povertà, le migrazioni, il sistema economico-finanziario. Questo fa paura, perché certi poteri non sopportano che si sollevino queste domande e preferiscono farci credere che viviamo nel migliore dei sistemi possibili, anche per la fede cristiana, e che al massimo bisogna insegnare alla gente ad essere onesta. Francesco ha invece mostrato come esistano dei problemi strutturali. Ci sono quelle che già Giovanni Paolo II nella Sollicitudo rei socialis (1987) chiamava «strutture di peccato».
Nel libro prendete in esame l’inquietante “Red Hat Report” (“Rapporto berrette rosse”). Che cosa è esattamente e quali finalità si propone? Chi vuole colpire?
Il Red Hat Report è soltanto uno – il più inquietante al momento – dei fenomeni che mostrano come vi siano laici e anche vescovi, purtroppo, che confondono la Chiesa con una corporation pensando che pulizia e lotta alla corruzione verranno da norme aziendalistiche sempre più precise. Ma questa è soltanto la parte per così dire più “nobileˮ dell’operazione. C’è anche un evidente intento di pilotare il prossimo conclave sulla base di dossieraggi resi pubblici e che hanno già preso di mira il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato.
Lasciate che vi spieghi. Tornielli dice che i ricchi cattolici americani usano lo scandalo (degli abusi sessuali, ndr) per stare alle calcagna di Papa Francesco perché lo odiano per aver detto che il capitalismo ha qualche responsabilità per la distruzione dell’ambiente. Non credo che nemmeno i cattolici liberali più favorevoli a Papa Francesco negli Stati Uniti sosterrebbero questa linea, perché è ridicolmente stupida.
I cattolici americani, sia di destra teologica che di sinistra – sono furiosi nei confronti di Papa Francesco, così come nei confronti dei vescovi statunitensi, perché sono nauseati e stanchi degli abusi sessuali e della corruzione all’interno della Chiesa istituzionale. Sono disgustati dal caso del cardinale McCarrick, e da come, a quanto pare, sia salito ai vertici del potere sotto tre papi – due conservatori e uno liberale – nonostante la sua corruzione sessuale fosse un segreto di pulcinella all’interno delle alte sfere ecclesiastiche. Sono stufi dell’incapacità dei vescovi di riformarsi e dell’ostinato rifiuto di Papa Francesco di prendere sul serio lo scandalo degli abusi. L’aver tarpato le ali ai vescovi americani all’inizio dell’incontro della Conferenza Episcopale dei vescovi USA della scorsa settimana è stato solo un altro colpo alla credibilità del pontefice. (qui Rod Dreher si riferisce allo stop dato all’ultimo momento dal Vaticano ai vescovi statunitensi affinché non votassero sulla istituzione di una commissione indipendente che indagasse sugli abusi sessuali, in particolare sul caso dell’ex cardinale McCarrick, l’abusatore seriale. La cosa ha irritato parecchio i vescovi statunitensi perché qualche giorno prima il Vaticano aveva “benedetto” l’istituzione da parte dei vescovi francesi di una similare commissione indipendente per l’indagine sugli abusi sessuali francese, ndr)
Qualunque ruolo abbiano giocato i ricchi conservatori cattolici americani nella risposta allo scandalo, non solo è folle, ma pericolosamente folle, caratterizzare la situazione nella Chiesa come una minaccia fantasma inventata da capitalisti oscuri. Dico “pericolosamente folle” perché credere a questa menzogna egocentrica – come, mi è stato detto, fanno moltissimi fedeli a Francesco in Vaticano e sulla stampa italiana – rende impossibile affrontare la crisi attuale.
Il materiale del “Red Hat Report” è un riferimento a un’iniziativa americana finalizzata ad indagare professionalmente i cardinali e a preparare dossier su di essi. L’idea è nata dalla frustrazione per la mancanza di trasparenza nel governo della Chiesa, e dalla speranza che i laici possano impedire ai cardinali corrotti di salire al potere – specialmente al papato. È certamente insolito, e comprensibilmente controverso, che i laici cattolici cerchino di rendere i cardinali responsabili in questo modo, ma la risposta (che è stata data, ndr) che potremmo sintetizzare nel “Come osi?!” non è lontanamente adeguata di fronte a una corruzione così oltraggiosa come è stato rivelato – in particolare nelle testimonianze di Viganò, che Francesco ha lasciato senza una risposta.
Ora, una volta che vi rendete conto che ciò che Tornielli sta dicendo qui è ciò che molti intorno a Francesco, e in verità Francesco stesso, credono veramente, capirete meglio perché il Vaticano stia indulgendo in un inspiegabile auto-sabotaggio. Qualunque sia il modo giusto per riformare la Chiesa cattolica, esso deve essere basato su fatti reali e dati affidabili. Questa teoria di Tornielli è bizzarra – ma, ancora una volta, è ampiamente diffusa nei circoli italiani. Tornielli farebbe bene a venire a trascorrere un paio di settimane negli Stati Uniti a parlare con i cattolici laici, sia liberali che conservatori, per avere un vero senso delle condizioni sul campo.
(…)
Fonte: blog di Rod Dreher
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