Durante una “via Crucis amazzonica” che si è tenuta sabato scorso fuori del Vaticano, organizzata nell’ambito di una serie di eventi semiufficiali legati al Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia in Vaticano, è ricomparsa la ormai celebre figura lignea di una donna nuda  amazzonica che che è stata variamente descritta come immagine della Vergine Maria, come simbolo religioso indigeno della Pachamama, o Madre Pasqua, o come simbolo della vita.

Ce ne parla in questo articolo lo staff del Catholic News Agency . Ecco l’articolo nella mia traduzione.

 

“Via Crucis amazzonica” fuori la basilica di San Pietro a Roma

“Via Crucis amazzonica” fuori la basilica di San Pietro a Roma

 

Una “Stazioni Amazzoniche della Via Crucis” è stata pregata fuori dal Vaticano sabato, organizzata nell’ambito di una serie di eventi semiufficiali legati al Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia in Vaticano.

Il 19 ottobre si è tenuta la “Via Crucis Amazonico” nell’ambito del progetto “Casa Comune”, un’iniziativa che promuove più di 115 eventi ospitati da una rete di liberi gruppi, collegati in varia misura alla Chiesa cattolica.

Tra le organizzazioni coinvolte nel progetto vi sono un’organizzazione di difesa sostenuta dalle conferenze episcopali in America Latina, due organizzazioni di aiuto e sviluppo della Conferenza episcopale tedesca e una confederazione di gruppi di giustizia sociale con sede a Bruxelles.

Alle Stazioni della Via Crucis di sabato hanno partecipato persone indigene della regione amazzonica e i loro sostenitori, insieme a religiosi, sacerdoti e vescovi che hanno partecipato al Sinodo sull’Amazzonia, una riunione vaticana dei vescovi chiamati a discutere il ministero pastorale della Chiesa nella regione amazzonica dal 6 al 27 ottobre.

Tra i vescovi partecipanti, il cardinale Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo e vicepresidente della Rete Ecclesiale di Panama (REPAM) – principale organizzatore del progetto Casa Comune, insieme al vescovo Roque Paloschi, arcivescovo di Porto Velho e presidente del Consiglio Missionario Indigeno (CIMI) – un’altra delle organizzazioni che sponsorizzano l’iniziativa Casa Comune.

Le Stazioni della Via Crucis, come la maggior parte degli eventi organizzati dal progetto Casa Comune, hanno incluso sia i simboli tradizionali cristiani sia l’uso di simboli e immagini derivanti dalla cultura dei gruppi amazzonici indigeni.

La Via Crucis è iniziata nei pressi di Castel Sant’Angelo, a circa un chilometro da Piazza San Pietro, e si concludeva fuori dalla Basilica di San Pietro.

I partecipanti hanno portato con sé oggetti simbolici della cultura amazzonica, tra cui una grande canoa, ciotole con cibo, strumenti musicali indigeni e la controversa, e ormai familiare, immagine di una donna nuda incinta, che è stata variamente descritta come immagine mariana, come simbolo religioso indigeno della Pachamama, o Madre Pasqua, o come simbolo di vita.

All’inizio delle stazioni, i partecipanti hanno messo a terra la canoa, l’immagine della donna e le fotografie dei “martiri dell’Amazzonia”, tra cui San Oscar Romero, l’unico dei rappresentati che è stato canonizzato dalla Chiesa cattolica.

Le altre persone identificate come “martiri amazzonici” sono state Suor Cleusa Coelho, Marçal de Souza, Josimo Morales, P. Vicente Cañas, Suor Inés Arango, Galdino Pataxó, P. Alcides Jiménez, Suor Dorothy Stang, Mons. Alejandro Labaka, P. Ezequiel Ramín, P. Rodolfo Lunkenbein, P. Simao Bororo e Chico Mendes.

Dopo i canti iniziali, si è spiegato il significato della celebrazione: “Ricordare i martiri del cammino, le vite date dal Regno della vita. Ricordiamo anche le nostre vite, le gioie e le speranze che ci hanno portato qui, e la tristezza e l’angoscia del nostro popolo della Panamazonía e della terra. ”

Poi, il fumo di alcune piante che bruciavano in una ciotola è stato diffuso tra i partecipanti con una piuma.

Dopo questa cerimonia iniziale, la stessa “Via Crucis” è iniziata con le sue 14 stazioni, più una 15ª stazione dedicata alla resurrezione. Una grande croce di legno, in cui sono stati inchiodati un rosario e le fotografie dei martiri, ha guidato il gruppo.

Le 14 stazioni sono state adattate dalle tradizionali stazioni della Via Crucis e ogni stazione è stata accompagnata da una frase o da un tema: “diritti umani”, “i grandi progetti di ‘sviluppo’ nel bacino amazzonico”, “riconciliazione”, “incontro”, “le culture di Panamazonía”, “una chiamata per tutti”, “la distruzione della natura”, e altri ancora.

Alla fine di ogni stazione, una persona diversa ha letto una breve riflessione. Tra i messaggi che sono stati trasmessi c’era “Madre Terra piange per l’eccessivo sfruttamento che si commette nei 9 paesi della Panamazonía”.

Il perdono è stato chiesto anche “per gli errori commessi come Chiesa e come umanità; specialmente attraverso gli abusi della colonizzazione, la sistematica violenza ai diritti umani e l’etnocidio di tanti popoli in tutto il continente”.

Una riflessione avvertiva che “gli scienziati e gli ambientalisti preannunciano tenebre e ombre di morte per la nostra terra se non fermiamo l’uso indiscriminato delle risorse”. Pertanto, “la chiamata come Chiesa è quella di annunciare il Vangelo di Gesù e denunciare gli abusi che sorella Madre Terra sperimenta”.

Arrivati in Piazza San Pietro, mentre si meditava sulla stazione finale, alcuni partecipanti giacevano a terra, sulle fotografie dei cosiddetti martiri dell’Amazzonia, fingendo di essere morti. Alla fine della 15ª stazione, dedicata alla Resurrezione, le persone sdraiate a terra si sono alzate, portando la resurrezione dai morti e alzando le mani al cielo in segno di ringraziamento.

Infine, il volto di una donna è stato dipinto con segni amazzonici, adornato con una corona di piume e poi sollevata in canoa, tra canti e applausi dei partecipanti.

 

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