di Nicola Pasqualato
Vostro figlio che frequenta la scuola primaria non riesce a capire e svolgere i compiti a casa?
Vostra figlia consuma un tubetto di colla ogni settimana?
Non preoccupatevi, la sua insegnante potrebbe usare il metodo “Toner”. Vostro figlio non comprende le consegne? Non disperate. Chiedete alla maestra, potrebbe aver adottato il nuovo metodo “toner” per l’educazione scolastica.
Verificate il numero di fotocopie realizzate ogni giorno dalla scuola di vostro figlio e capirete se è arrivato anche da voi il nuovo metodo “toner”. Basta al vecchio sistema che prevedeva di fare lezione spiegando il concetto e poi verificare se si è capito. È roba da medioevo. Le maestre moderne ora usano il metodo “toner”: il metodo che appena arrivati in classe mette sotto al naso dei bambini una bella fotocopia da “capire in autonomia” e completare a libera scelta. La bella fotocopia sarà poi incollata sul quaderno pronto per voltare pagina. Vi siete chiesti perché vostro figlio consuma uno tubetto di colla alla settimana? Semplice, la maestra ha adottato il nuovo metodo “toner”. Il metodo educativo che prevedeva la “banale” spiegazione all’inizio della lezione, ora che ha tirato le cuoia San Giovanni Bosco, al motto di “occhio non vede e cuore non duole” è stato sostituito dalla somministrazione di fotocopie con consegne direttamente ai bambini allo scopo di “osservare” ciò che capiscono. Vi chiederete: “ma almeno una volta al mattino verrà pure spiegata la lezione?” Ebbene no cari amici.
Dai fatti del 11 settembre 2001, a seguito degli attentati alle torri gemelle, la maestre delle scuole elementari (ora abilmente soprannominate insegnanti di scuola primaria), hanno preso a cuore la sicurezza nazionale e per non far conoscere al nemico, che è sempre in agguato, il livello di conoscenza raggiunto dal mondo occidentale non tengono più la lezione in classe. Al motto di “non insegnare che il nemico ti ascolta”, per confondere il nemico straniero, il quale potrebbe carpire i segreti della sicurezza nazionale, la lezione viene “strategicamente” sostituita dalla somministrazione di fotocopie con domande e piccoli esercizi. Questo nuovo metodo, corredato della consegna del “silenzio” da parte delle maestre verso i genitori, consente al nostro paese di trattenere entro i confini nazionali la conoscenza strategica per non fornire preziose informazioni al nemico. Permette di produrre anche un quaderno interamente incollato di fogli da rendere superfluo comprarne di nuovi. Quindi, cari genitori, se i vostri figli della primaria hanno difficoltà a capire i compiti potrebbe essere dovuto ad una alta questione di sicurezza nazionale.
La strategia innovativa arriva direttamente da Reggio Calabria ove, già nel dopoguerra, il signor Denis Palaghezzi, ideò la turnazione di operai e contadini alla vigilanza dei marmocchi per consentire ad operai e contadini il lavoro nelle fabbriche e nei campi. Egli eresse questi “allevamenti di bambini”, con buona pace di San Giovanni Bosco, scomparso da oltre mezzo secolo, ben distanti dai campanili, dai sacerdoti e dalle parrocchie e con il preciso scopo di formare i nuovi insegnati di scuole elementari in 10/12 secondi. Ci riuscì in molto meno tempo, al punto che attualmente sono sempre più numerosi, nel mondo, i bambini nati competenti e dotati dei “99 linguaggi”, tutti già pronti all’uso per il mondo adulto. Naturalmente, dato che i bambini sono già competenti non hanno bisogno di imparare nulla. Vietato educare è lo slogan. Diventa necessario dunque che schiere d’insegnati rinuncino a studiare, a preparare le loro lezioni, ma che soprattutto rinuncino ad insegnare. Riusciranno ad evitare di prepararsi la lezione il giorno prima per non contaminare i bambini già istruiti? Riusciranno a trattenersi, magari costringendosi a dedicarsi allo svago, il giorno precedente alle lezioni? Ebbene qualche educatrice pronta al martirio è stata trovata. Inizialmente non fu facile convincere maestre a dimenticare la professione (non la scuola), fino al minuto prima di entrare in classe per affidarsi, prima che suoni la prima campanella, alla “liberazione del fotocopiatore”. Il “toner” rende l’insegnante libero. I nipotini di Palaghezzi col tempo ci riuscirono anche a liberare i maestri dal medievale insegnamento grazie a infiniti laboratori d’arte espressiva. Laboratori ove il tempo passa veloce e si “permette l’espressività dei bambini frustrati in famiglia”.
Laboratori artistici assolutamente liberi da vincoli. I travestimenti e gli schiamazzi fecero la loro naturale comparsa a coronamento del sogno educativo di Palaghezzi solo successivamente. Il metodo “toner” utilizzato da “insegnati” osservatori si sposa dunque benissimo con il metodo del Palaghezzi. Metodo che ora è invidiato e ricercato in tutto il mondo. Sempre più nutrite sono infatti le schiere di educatrici, dal pulsante veloce, che loro malgrado, sono costrette a non “preparare” lezioni ai bambini dato si che sanno già tutto e sono già ben pronti a ricevere somministrazioni di fotocopie evitando che il nostro bel paese rischi anche nella sua sicurezza nazionale per l’effetto (ora si scongiurato) che qualche maestra trasferisca la sua conoscenza col rischio di rivelare importanti segreti di stato.
Con il metodo toner si può arrivare a far fare le divisioni con seconda cifra già in terza, quando prima erano argomento di quinta. La fotocopiatrice esiste da 30 anni ma le sue “potenzialità didattiche” sono state realmente scoperte solo di recente grazie al sig. Palaghezzi ed a illuminate maestre che hanno compreso appieno l’importanza del rapporto fra docente discente coniugati alla sicurezza nazionale del buon vecchio toner, valido anche per le scuole cattoliche e materne parrocchiali. Don Bosco riposi in pace.
Il paese è al sicuro, la cultura è salva, i toner hanno protetto la sicurezza nazionale! Le future generazioni ringraziano le maestre attuali.
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