In Irlanda tra due settimane si svolgerà un referendum costituzionale in cui si voterà per l’eventuale abolizione dell’ottavo emendamento. Nel caso venisse abolito vi sarebbe una generale liberalizzazione dell’aborto. Di tale questione ho già parlato in questo articolo (qui).
Dai sacerdoti della Chiesa cattolica ci si aspetterebbe un sostegno della parte che sostiene il diritto alla vita del nascituro. E invece no. È quanto ha fatto l’Associazione dei Sacerdoti Cattolici irlandese, che si dice raccolga circa 1.000 membri, che ha rifiutato di prendere posizione.
Leggendo il comunicato che tale associazione ha emesso si capisce quanti danni abbia prodotto una certa concezione della “coscienza”, la convinzione che la realtà “non è bianca e nera ma molto spesso grigia”, che “la vita umana è complessa”, che bisogna essere “sensibili” pastoralmente e, ovviamente, che non bisogna essere “giudicanti”. Questa concezione crea una incredibile confusione nei semplici fedeli. Ovviamente, si parte sempre con la scontata affermazione dei principi della dottrina, ma poi, ambiguamente, la pratica va nel senso totalmente opposto.
La cosa più ridicola poi è quando i sacerdoti affermano che in materia di aborto, cioè del rispetto del diritto alla vita di ogni essere umano, non possono essere dogmatici perché non sposati (sic!!!).
Concludono dunque con una posizione pilatesca: vedetevela voi.
Come si può capire, un totale disastro!
Ecco il comunicato (qui), nella mia traduzione.
“Nel mezzo del dibattito e della discussione nel nostro paese sul prossimo referendum per l’abrogazione dell’ottavo emendamento della Costituzione, noi, il direttivo dell’Associazione dei Sacerdoti Cattolici, rilasciamo la seguente dichiarazione.
Come associazione che rappresenta i sacerdoti cattolici, sosteniamo pienamente l’insegnamento cattolico secondo il quale tutta la vita umana, dall’inizio alla fine, è sacra e che ogni persona umana condivide il diritto fondamentale alla vita.
Siamo anche consapevoli, e ci viene costantemente ricordato nel nostro ministero, che la vita umana è complessa, perché crea situazioni che sono più spesso grigie che in bianco e nero e che richiedono da noi un approccio pastorale sensibile e non giudicante. Inoltre, in quanto leader di un’associazione composta da uomini non sposati e senza figli, non siamo nella posizione migliore per essere in alcun modo dogmatici su questo tema.
Non vogliamo dire a nessuno come votare. Tuttavia, incoraggiamo sia noi che i cittadini che potrebbero essere interessati al nostro punto di vista a fare del nostro meglio per conoscere esattamente ciò per cui ci viene chiesto di votare e quali potrebbero essere le possibili conseguenze del nostro voto. Dopo averlo fatto al meglio e averlo seguito con il compito, spesso doloroso e difficile, di consultare la nostra coscienza, esprimiamo il nostro voto.
Un voto espresso secondo coscienza, qualunque sia il risultato, merita il rispetto di tutti.
Indubbiamente c’è un contenuto morale in questo referendum, ma come in molte altre questioni, ci sono anche dimensioni sociali, politiche e pastorali. Per questo motivo siamo preoccupati che alcune parrocchie cattoliche permettano che i loro pulpiti siano usati dagli attivisti durante la Messa. Poiché tra i fedeli cattolici che si recano in chiesa vi è una grande varietà di opinioni su questo voto, crediamo che sia inappropriato e insensibile e che sarà considerato da alcuni come un abuso dell’Eucaristia.
Riteniamo che sarebbe meglio se questa pratica cessasse per il resto della campagna.
Auguriamo buona fortuna al popolo irlandese per questa importantissima decisione che ci attende. Il direttivo dell’Associazione dei Sacerdoti Cattolici non avrà più alcun impegno in questo dibattito.”
di Sabino Paciolla
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