di Sabino Paciolla

 

No, non sto dicendo che siamo nell’imminenza di una nuova recessione, vorrei però porre alla vostra attenzione alcuni grafici del mercato americano che mi hanno fatto pensare.

Il primo è il seguente:

Grafico n. 1

Grafico n. 1

Notate come la curva in neretto, che raffigura la differenza delle curve dei rendimenti a dieci e a due anni, sia vicina allo zero. Inoltre, notate la sua continua e sempre più ripida tendenza verso il basso. Confrontate il suo andamento nel corso degli ultimi due decenni. Oggettivamente non fa ben sperare. Guardate, ora, l’andamento della curva rossa, che è un indicatore della occupazione. Essa è rappresentata in forma invertita in modo da indicare che più punta verso l’alto, maggiore è l’occupazione.

In questo caso, il grafico, formato dalle due curve così rappresentate, soprattutto dopo il loro incrocio, ci dà una utile indicazione: la recessione, nelle precedenti situazioni, è avvenuta quando la Banca Centrale americana ha cominciato ad irrigidire la politica monetaria. Proprio quello che sta avvenendo in questo momento. Per cui, se si continuasse in questo modo, e dati i valori estremi assunti dalle due curve (rossa e nera), è probabile che potremmo essere, nel corso dei prossimi mesi, nella fase iniziale di una nuova recessione.

Qualcuno potrebbe osservare che gli ultimi dati dell’occupazione americana del dicembre scorso, molto molto buoni, 312.000 buste paga non agricole, farebbero pensare, al contrario, che, data la perdurante forza nel mercato del lavoro, la situazione sia piuttosto tranquilla, e che dunque non ci sia nulla di che preoccuparsi.

Guardate però questo grafico:

Grafico n. 2

Grafico n. 2

 

 

Come dice il titolo del grafico, non facciamoci prendere in giro dalla forza dei dati del mercato del lavoro. Infatti, se ritorniamo a guardare il grafico, notiamo che l’accelerazione dei dati salariali è abbastanza frequente nei periodi che precedono le fasi recessive. Poco prima dell’ultima recessione iniziata nel dicembre 2007, i salari sono saliti bruscamente in ottobre, ed esattamente la stessa cosa è successa prima dell’inizio della precedente recessione nel marzo 2001. Il dato dei salari definisce un indicatore ritardato del ciclo economico. Esso può addirittura diventare un indicatore fuorviante, nascondendo alla vista quello che sta maturando nell’economia. Il dato dei salari non aiuta a prevedere le recessioni.

Infine, diamo un’occhiata al mercato azionario americano:

Grafico n. 3

Grafico n. 3

Beh, come si può immediatamente percepire ad un primo sommario sguardo, la situazione non è affatto rosea. C’è stata una forte sterzata. Ad uno sguardo più attento, e tecnico, si nota un testa e spalla in formazione. Cruciale il valore di 2600 di SP500. Mentre salvavo il grafico, è venuta fuori la notizia che il ministro dell’economia tedesco Altmaier ha detto che il governo dovrebbe agire prima che ci sia una recessione. La notizia si è sovrapposta al grafico. L’ho lasciata perché in tema con quello che sto esponendo.

Che dire? La risposta è semplice: prudenza!

 

Facebook Comments
Print Friendly, PDF & Email