Nell’altro articolo di oggi, quello di Robert Royal (qui), si fa cenno, in merito alla divergenza in seno ai vescovi tedeschi a proposito della intercomunione, alla questione del progressivo decentramento di alcune funzioni alle Conferenze episcopali. Riporto dunque un passo di una intervista all’allora card. Joseph Ratzinger che tratta proprio di questo argomento.
Foto: card. Joseph Ratzinger

Foto: card. Joseph Ratzinger

«Nessuna Conferenza episcopale ha, in quanto tale, una missione di insegnamento; i suoi documenti non hanno un valore specifico ma il valore del consenso che è loro attribuito dai singoli vescovi». Perché l’insistenza del Prefetto su questo punto? «Perché – risponde – si tratta di salvaguardare la natura stessa della Chiesa cattolica, che è basata su una struttura episcopale, non su una sorta di federazione di chiese nazionali. Il livello nazionale non è una dimensione ecclesiale. Bisogna che sia di nuovo chiaro che in ogni diocesi non c’è che un pastore e maestro della fede, in comunione con gli altri pastori e maestri e con il Vicario di Cristo. La Chiesa cattolica si regge sull’equilibrio tra la comunità e la persona, in questo caso la comunità delle singole chiese locali unite nella Chiesa universale e la persona del responsabile della diocesi».
Succede, dice, che «certa caduta del senso di responsabilità individuale in qualche vescovo e la delega dei suoi poteri inalienabili di pastore e maestro alle strutture della Conferenza locale rischiano di fare cadere nell’anonimato ciò che deve invece restare molto personale. Il gruppo dei vescovi uniti nelle Conferenze dipende in pratica, per le decisioni, da altri gruppi, da appositi uffici che producono tracce preparatorie. Avviene poi che la ricerca del punto di incontro tra le varie tendenze e lo sforzo di mediazione diano luogo spesso a documenti appiattiti, dove le posizioni precise sono smussate». 
Ricorda che nel suo Paese una Conferenza episcopale esisteva già negli anni Trenta: «Ebbene, i testi davvero vigorosi contro il nazismo furono quelli che vennero da singoli presuli coraggiosi. Quelli della Conferenza apparivano invece un po’ smorti, troppo deboli rispetto a ciò che la tragedia richiedeva».
da “Rapporto sulla fede”,  libro-intervista al card. J. Ratzinger, Vittorio Messori, 1984
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