di Wanda Massa

 

Gli avvocati De Petro e Fiasconaro in due interessanti video commentano le conseguenze legali di un vaccino commercializzato e reso obbligatorio, senza essere stato sottoposto ad alcuna verifica sperimentale, che ne testasse l’efficacia nel prevenire il contagio da SARS-CoV-2.

Janine Small, responsabile dei mercati internazionali di Pfizer, in audizione al Parlamento europeo in sostituzione dell’AD Albert Bourla, ha candidamente dichiarato che il colosso farmaceutico non ha mai testato la capacità del vaccino di bloccare il contagio.

È assodato che i sieri anti Covid non hanno efficacia sterilizzante, non fornendo protezione né dall’infezione, né dal contagio.

Crolla dunque il pilastro delle leggi che nel nostro paese hanno introdotto l’obbligo vaccinale ed è un fatto particolarmente significativo, considerando che a fine novembre è atteso il pronunciamento della Consulta sulla sua costituzionalità. Già affermata dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 7045 di ottobre 2021, che è stata utilizzata dai giudici amministrativi per rigettare tutte le centinaia di richieste di sospensiva e ricorsi da parte di persone – prevalentemente operatori sanitari – lese nei propri diritti fondamentali.

L’avv. Vittorio Fiasconaro, alla luce delle nuove evidenze, anticipando i contenuti di un saggio di prossima pubblicazione, illustra in un video come l’impostazione logica del pronunciamento del Consiglio di Stato sulla costituzionalità dell’obbligo sia completamente fallace e perciò insostenibile.

In particolare il principio di precauzione, che avrebbe imposto di scongiurare l’obbligatorietà di un siero dalla dubbia efficacia e dagli effetti avversi ignoti, è stato completamente surclassato in nome della tutela della salute pubblica, presumendo che i vaccini anti Covid preservassero dal contagio.

Premessa ampiamente smentita dai fatti e oggi persino dalla stessa casa farmaceutica.

In un altro interessante video, l’avv. Roberto De Petro, che sta seguendo la causa di un venticinquenne deceduto due giorni dopo l’inoculazione coatta, anticipa tre possibili nuove “scoperte dell’acqua calda” (per utilizzare la metafora d’esordio del video), cioè le seguenti nuove ammissioni, dinanzi all’opinione pubblica, di verità ricavabili dalla mera lettura delle norme vigenti (da cui l’ironica definizione di “scoop“) e cioè:

  • i trattamenti iniettivi a base di mRna non sono vaccini, poichè la Dir. UE 83-2001 esclude dal novero di vaccini i farmaci ad acido nucleico per la cura delle malattie infettive;
  • lo scudo penale non esiste, è una norma placebo, un sogno da cui i medici vaccinatori si risveglieranno bruscamente;
  • per l’inoculazione degli “elisir di lunga vita” occorre una prescrizione scritta, cioè la ricetta RRL, così come previsto dalle AIC (Autorizzazione all’Immissione in Commercio) pubblicate in Gazzetta Ufficiale.

Sotto costrizione” aveva scritto sul modulo di consenso informato il ragazzo ucciso dal siero killer, come l’ha definito l’avv. De Petro.

La sua famiglia e con loro tanti altri nostri connazionali chiedono giustizia.

È ora che si metta la parola fine al capitolo più vergognoso nella storia della nostra Repubblica.

I giudici della Corte Costituzionale il 30 novembre prossimo hanno la possibilità di farlo. Che non perdano questa occasione.

 


 

 

 

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