Una storia commovente.
Una mamma che abortisce. Un aborto non riuscito. Sua nonna infermiera che assiste chiede che la bambina sia lasciata morire (come al solito). Ma un’altra infermiera prende la bambina e la porta via…..
Un articolo di John Jalsevac, nella mia traduzione.
Nel 1977, la madre allora diciannovenne di Melissa Ohden, subì un estenuante aborto salino di cinque giorni. Alla fine, partorì quello che i medici si aspettavano fosse il cadavere della sua bambina.
Invece, Melissa nacque viva. Sorprendentemente, tuttavia, alla madre naturale di Ohden non fu mai detto che la sua bambina era sopravvissuta – non, almeno, fino a tre decenni dopo, quando Ohden stessa iniziò il contatto.
La nonna biologica di Ohden lavorava come infermiera nell’ospedale dove era avvenuto l’aborto ed era in sala parto il giorno dell’aborto. Come poi Melissa scoprì da un’altra infermiera, fu la nonna biologica che chiese che Melissa Ohden fosse lasciata morire, come accade a tanti altri bambini che sopravvivono all’aborto.
Invece, due infermiere intervennero e la trasportarono in fretta nella Unità di Cura Intensiva Neonatale (NICU). Un’infermiera che era nella NICU quella notte che contattò Melissa solo due anni fa disse a lei che poteva ricordare perfettamente quella notte. “La porta della NICU si aprì e questa alta infermiera bionda ti ha portato dentro in fretta”, Ohden ricorda che questa infermiera le ha detto questo. “Ha detto che il maledetto dottor Kelberg [l’abortista] ha fatto un casino”.
L’infermiera disse a Melissa che lei continuava ad avere un “respiro ansimante” e per questo decise che non poteva abbandonarla. “Quell’infermiera ha fatto ciò che la gente pensava fosse impensabile”, ha detto Melissa Ohden a Jonathon van Maren durante una recente partecipazione a The Van Maren Show, il nuovo podcast settimanale di LifeSite. “Non mi ha portato a morire in quella stanza”.
Invece di dire alla madre naturale di Melissa Ohden che la bambina che pensava fosse stata abortita era ancora viva, sua nonna la fece tranquillamente adottare. Melissa Ohden fu adottata da una famiglia amorevole. Ha scoperto per caso la verità sulle circostanze della sua nascita, quando aveva 14 anni – qualcosa che Melissa Ohden ricorda essere stata devastante e che le ha cambiato la vita.
Dopo che Melissa ha saputo di essere una sopravvissuta all’aborto, dice di aver sempre pensato che sua madre naturale avrebbe dovuto sapere che lei era una sopravvissuta. Melissa dice che è stata la “più grande bomba” apprendere sei anni fa che sua madre naturale non aveva idea che la sua bambina era una sopravvissuta.
Dopo che Melissa Ohden decise nel 2007, all’età di 30 anni, di iniziare a condividere pubblicamente la sua storia, decise che aveva il dovere di mettersi in contatto con la famiglia della sua madre naturale, nel caso essa avesse casualmente ascoltato la sua testimonianza.
“Non volevo che fossero ulteriormente traumatizzati dal fatto che io mi facessi avanti con la mia storia”, ha raccontato. “E così sì, volevo prima avere qualche contatto con loro, e così ho fatto”.
Inizialmente Melissa si mise in contatto – senza successo – con il padre naturale, e poi con i genitori di sua madre, perché non riusciva a trovare la madre naturale. Il nonno materno rispose. Ma a quel tempo nessuno dei nonni biologici di Melissa Ohden ebbe contatti con la loro figlia – la madre di Ohden.
Tra il 2007 e il 2013, Ohden non sentì altro dalla sua famiglia biologica. Poi, nel 2013, una delle sue cugine biologiche si rivolse a lei. Il motivo del contatto era che Ohden si era appena trasferita a Kansas City, la stessa città dove, così è successo, viveva la madre naturale.
Poco dopo Ohden e la madre naturale iniziarono a inviarsi l’un l’altra delle e-mail. Ohden seppe che aveva anche due sorellastre biologiche. Ma nessuno osava ancora suggerire un incontro di persona.
“Mia madre naturale era così traumatizzata dall’aborto, non conoscendo nulla di tutti quegli anni in cui ero sopravvissuta”, ricorda Ohden. “Anche se viveva con un tale incredibile rammarico, aveva anche paura di me”.
“Non aveva mai incontrato prima di allora nessuno che l’avrebbe amata incondizionatamente nella sua vita. … E così si chiedeva se avrei potuto amarla nel modo in cui ho detto che l’ho amata. Si chiedeva se avrei potuto perdonare davvero tutti loro. … Quindi ci sono stati questi ostacoli emotivi che abbiamo dovuto superare”.
Passarono tre anni. Poi, un giorno, Ohden decise di affrontare l’argomento di un incontro tra lei e la sua famiglia biologica in una e-mail inviata a una delle sue sorellastre. Sua sorella rispose con entusiasmo. “E così ci siamo incontrate faccia a faccia in occasione della festa della mamma un paio d’anni fa”.
L’incontro vero e proprio, dice Ohden, è stato “tutto quello che speravo, ma non è stato come mi aspettavo che fosse”. E’ stato, ha detto, “uno di quei momenti così sacri che non si può nemmeno tradurre in parole”.
Ohden ora ha contatti regolari con la madre naturale e con le sorelle. I figli di Ohden sanno che sua madre naturale è la loro nonna e conoscono i loro cugini.
Per quanto straordinaria sia la storia di Ohden, tuttavia, è solo una delle oltre 250 persone che l’hanno contattata nel corso degli anni, dicendo che anche loro sono sopravvissuti all’aborto.
Fonte: LifeSiteNews
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