Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto dal prof. Leonardo Lugaresi e pubblicato sul suo blog . Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione. 

 

neonato

 

Elena, che tra poco ha quattro mesi ed è già fortemente interessata al mondo che la circonda, risponde con un largo, divino sorriso a ogni volto umano che le si avvicini, le parli, le sorrida. Sempre e a tutti: ogni volto è bello, per lei; ogni volto è fonte di gioia. Tra un po’ di tempo, come sappiamo, comincerà a distinguere tra volto e volto e risponderà in modo diverso a quelli “suoi” e a quelli estranei (alcuni dei quali forse non le piaceranno, o le faranno paura). Tutti saluteremo con soddisfazione questo cambiamento, come segno della sua buona crescita: se avverrà presto diremo con orgoglio “com’è precoce!” e comunque vedremo come un fatto importante e necessario questo primissima fioritura del discernimento, o della krisis, nella sua piccola mente. Giustamente, dal punto di vista umano; ci mancherebbe altro.

Eppure io ora trovo che vi sia qualcosa di superiore, di più grande e di più alto – oserei quasi dire che c’è un’impronta divina – in questa sua incondizionata accoglienza dell’essere. Ogni volto è bello, buono e vero agli occhi di Dio che li fa, uno per uno, amandoli tutti. Quel Dio creatore che, come insegna la Genesi, tanto godette nel creare il mondo che, ad ogni cosa che faceva, gli usciva un grido di meraviglia: “e Dio vide che era cosa buona”.

A noi uomini, per quanto fatti a sua immagine e somiglianza, la totalità è preclusa: per amare tutto dobbiamo preferire qualcosa (e qualcuno). Crescere in umanità vuol dire dunque coltivare, affinare, approfondire e purificare le nostre preferenze. I like my choice: questo sia il nostro motto. Dio solo può preferire tutto.

Certo, anche per la piccola Elena la mamma è più di qualunque altra cosa nell’universo, e il suo abbraccio, il suo seno, sono “altro” rispetto ad ogni altro bene, e poi vengono il babbo e i fratellini, ma questa gerarchia, questo elementare ordo amoris, giace su un fondo di positività assoluta, in cui, come dice il nostro Poeta, «l’anima semplicetta che sa nulla» imita, come mai più sarà dato all’uomo di fare, «la bontà infinita» che «ha sì gran braccia, / che prende ciò che si rivolge a lei».

Noi adulti di solito trepidiamo per lo sviluppo degli infanti, ansiosi di vederli crescere: è naturale e inevitabile che sia così. Non lasciamoci però sfuggire l’occasione di contemplare in essi – così vicini alla matrice divina da portarne in modo peculiare il segno – quello che, rubando a un altro poeta, chiamerei il prodigio della divina in-differenza.

Leonardo Lugaresi

 

Leonardo Lugaresi ha conseguito il Dottorato di ricerca in “Studi Religiosi: Scienze sociali e studi storici delle religioni” presso l’Università di Bologna e presso l’École Pratique des Hautes Études – Section des Sciences Religieuses. Fa parte del “Gruppo Italiano di Ricerca su Origene e la Tradizione Alessandrina” e della “Association Internationale d’Études Patristiques”. Già docente a contratto di Letteratura cristiana antica presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna, sede di Ravenna; nell’a.a. 2007-2008 è stato docente a contratto di Storia del Cristianesimo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Chieti. 

 


Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.


 

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