Quando i peschi sono in fiore
S’io t’avessi incontrata
quando i peschi sono in fiore,
e non avessi problemi del tempo
prima che tu ci fossi – io nato
quando i peschi sono in fiore,
e non avessi problemi del tempo
prima che tu ci fossi – io nato
troppo presto, e tu tardi –
e non abitassi al di là del muro,
vicino al quale ora sento i tuoi passi, ma
vicino al quale ora sento i tuoi passi, ma
prima neppur ti vedevo;
mi farei vento,
per portarti con me mentre soffio sul mare,
ti solleverei
più alta dell’onda, e ti spingerei
su lidi lontani,
abbracciata, cullata, ridente.
Non ti stancheresti mai,
sarebbe gaiezza il tuo viso
ed origàmi la tua danza.
più alta dell’onda, e ti spingerei
su lidi lontani,
abbracciata, cullata, ridente.
Non ti stancheresti mai,
sarebbe gaiezza il tuo viso
ed origàmi la tua danza.
Ora cammino di fianco a quel muro
e sogno almeno un sospiro.
Non che serva per compiermi,
già mi ha compiuto incontrarti.
Se ti avessi incontrata
su quei ciottoli dei tuoi primi passi,
ti avessi vista al di là del giardino,
avessi percorso quel tratto,
con te breve, di strada,
polverosa di terra e di pietre,
per me ora sarebbe infinita.
per me ora sarebbe infinita.
Giocherei a lanciarti nel cielo,
a riprenderti, a correre insieme,
come aquilone nelle mani di un bimbo,
per tornare alla sera felice.
Ci avremmo l’un l’altra come l’onda ha il suo mare,
in cui si perde, ed in cui ha la vita,
e gioca, si agita, scalpita
per poi riposarsi appagata.
Ti darei tutto il mio tempo,
quel tempo piccino ma grande
che sembra sempre mancare,
o finire, ed invece… un attimo è il Tutto.
di Giorgio Canu
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