Rilancio un articolo del vaticanista Phil Lawler, pubblicato su Catholic Culture. Eccolo nella mia traduzione.
Dopo anni di confusione dottrinale e incoerenza disciplinare, eminenti cardinali stanno chiaramente crescendo in risentimento riguardo alla gestione di Papa Francesco.
Oggi il cardinale George Pell ha rilasciato una dichiarazione pubblica molto insolita, chiedendo un rimprovero del Vaticano ad altri due prelati di spicco le cui dichiarazioni pubbliche hanno suggerito un “rifiuto totale ed esplicito” degli insegnamenti della Chiesa sulla sessualità.
E lo stesso giorno, un importante giornalista italiano ha reso pubblico un memorandum che, ha detto, sta ora circolando tra i membri del Collegio Cardinalizio, dichiarando “che questo pontificato è un disastro sotto molti o troppi aspetti: una catastrofe”.
Sandro Magister de L’Espresso, che ha pubblicato il memorandum bomba, è un osservatore vaticano veterano, con fonti eccellenti, che non evita le polemiche. Magister scrive che l’autore “è sconosciuto, ma si dimostra un profondo conoscitore della materia. Non si può escludere che egli stesso sia un cardinale”.
La nota – come la dichiarazione pubblica del cardinale Pell – punta alla gerarchia tedesca, il cui “Percorso sinodale” è diventato un condotto aperto per il dissenso dall’insegnamento della Chiesa, e al cardinale Hollerich – a cui il Papa ha affidato la guida del prossimo Sinodo mondiale dei vescovi – che (come dice la nota) “rifiuta l’insegnamento cristiano sulla sessualità”. Il silenzio del Vaticano in risposta a queste espressioni di dissenso, continua lo pseudonimo autore del memo, contrasta nettamente con la “persecuzione attiva dei tradizionalisti e dei conventi contemplativi”.
“Se non ci fosse una correzione romana di tale eresia, la Chiesa sarebbe ridotta a una confederazione sciolta di chiese locali, con punti di vista diversi, probabilmente più vicina a un modello anglicano o protestante, che a un modello ortodosso”, avverte la nota.
L’autore del memorandum, che si identifica solo come “Demos”, continua a lanciare un’accusa generale all’attuale direzione del Vaticano. Dedica diversi paragrafi alla cattiva gestione finanziaria, ma lamenta anche il caotico stile amministrativo che ha esacerbato le tensioni all’interno del Vaticano e demoralizzato i fedeli. Tra le sue lamentele:
- “Le intercettazioni telefoniche sono regolarmente praticate”.
- “La situazione finanziaria del Vaticano è grave”.
- Non c’è stato “…alcun sostegno pubblico per i fedeli cattolici in Cina…”, né “per la comunità cattolica in Ucraina, specialmente i greco-cattolici…”.
- Il Collegio Cardinalizio è stato “indebolito da nomine eccentriche…” e poiché il Papa non ha permesso riunioni del Collegio, i cardinali sono ora “sconosciuti gli uni agli altri”.
- Gli estesi preparativi per il Sinodo sulla sinodalità “consumeranno molto tempo e denaro, probabilmente distraendo energie dall’evangelizzazione e dal servizio…”
- Il Sinodo sull’Amazzonia non ha praticamente accennato al “disastroso declino del numero di cattolici e all’espansione protestante in Sud America”.
Ci sono segni di speranza, dice Demos, osservando per esempio che i giovani sacerdoti sono “quasi completamente ortodossi, a volte abbastanza conservatori”. Ma la situazione generale, insiste, è grave e richiede un’azione decisiva. Nella sua nota, guardando al prossimo conclave papale, egli riassume la sfida che i cardinali che leggono questa nota dovranno affrontare:
I primi compiti del nuovo papa saranno di ristabilire la normalità, ristabilire la chiarezza dottrinale nella fede e nella morale, ristabilire un adeguato rispetto della legge, e assicurare che il primo criterio per la nomina dei vescovi sia l’accettazione della tradizione apostolica.
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