Un professore universitario mi scrive a proposito del green pass e l’università. Ecco la sua bella lettera.

 

 

Caro Dott. Paciolla, 

non riesco più a tacere; sono veramente basito da ciò che sta accadendo in generale, ma più  ancora in una istituzione in cui io ho trascorso oltre quaranta anni di vita ed attività:  l’Università. E’ mai possibile che solo poche centinaia di Professori abbiano contestato il  “Green Pass” su una popolazione di varie decine di migliaia di studiosi/ricercatori?  L’Università è, o dovrei dire era, il luogo deputato al pensiero libero, alla critica  metodologica, alla Scienza con S maiuscola in cui si insegna che le teorie si dimostrano o si  confutano sulla base di dati sperimentali e/o fattuali. Un supino accomodamento ad una  norma, che, a detta degli stessi promotori politici, non ha alcun fondamento scientifico, ma  semplicemente una “gentile“ modalità di convincimento dei cittadini a “vaccinarsi”. 

Ancor più grave è il supino ed acritico asservimento dei Rettori che dovrebbero rappresentare  la guida della più alta Istituzione deputata a formare le classi dirigenti e produrre quella  Ricerca e Conoscenza che, ancor più oggi, è il motore della crescita. Tutto questo ricorda  purtroppo un passato non troppo lontano in cui quasi tutta l’Accademia firmò ed aderì ad un  manifesto ed a leggi che non voglio neppure citare. Come è possibile che anche nel mondo  accademico si sposi senza alcun criticismo l’opzione “vaccinarsi”, come un mantra, come se  le parole, da sé stesse, avessero un potere dogmatico che impedisce qualunque riflessione, analisi  di dati e informazioni non controllate dal Potere. Non son le parole né i termini, che salvano,  ma ciò che oggettivamente rappresentano; ed in questo caso è anche troppo lampante che  non se ne vuole parlare, discutere e nemmeno porsi il problema di analizzare i dati,  confrontare soluzioni ed esperienze. Il Mantra è: il “vaccino” (ma quale fra i molti?), è la  soluzione perfetta. Possibile che qualunque analisi critica venga contestata a priori non  entrando mai nella dialettica dei dettagli? Sempre liquidata con la comoda etichetta: no-vax,  ovvero terrapiattisti od ancor di più “fascisti”. Un esempio? 

Ieri sera ascoltando(su La7) il Prof. Pregliasco che contestava con la sola aggettivazione  “demenziale“ quanto il dr. Stramezzi (sottotitolato come “dentista”!) stava illustrando circa  possibili cure alternative sono rimasto allibito; nessuna capacità di confrontare idee, solo il  Verbo che non riuscendo a confrontarsi usa l’offesa, come suggeriva Schopenhauer. Non so  chi ha ragione, ma certo che questo non è confronto che offre argomenti per capire/decidere. 

Io non riesco a capire come tanti colleghi brillanti nello sviluppare metodiche sofisticate di  progettazione e modellistiche di fenomeni complessi (mi limito al mio settore e non voglio  invadere quello giuridico e delle libertà) possano rinunciare a tutte le loro capacità critiche  di fronte al Dogma.  

Come potranno questi docenti avere autorevolezza presso i propri studenti se non sono in  grado di documentare, con chiari dati inconfutabili, le proprie scelte, acquiescenti al potere  politico? Il sessantotto è ben più lontano dei 50 anni anagrafici !  

Sullo stesso piano si scopre che anche il “Quinto Potere”, quello della stampa e dei media,  che dovrebbe fare da contrappeso a quelli istituzionali, è diventata una cinghia di trasmissione del potere politico. Una specie di nuova “Agenzia Stefani” ma molto più invasiva. E’ qui che  si affollano “professori” che invece di parlar per articoli scientifici sottoposti peer review,  parlano ex cattedra senza ammettere contradditorio, sono il “Verbo”! A niente vale che  nell’arco di 20 mesi abbiano detto tutto ed il contrario di tutto, son sempre loro, lì, pronti ad  imbonir una folla di impauriti e mantenuti tali con un terrorismo mediatico che non ha eguali  nel recente passato. Non si spiega la differenza fra il parametro letalità e mortalità, e non si  danno questi dati che potrebbero rendere più razionale lo scenario della pandemia, si  preferisce parlar di valori assoluti che sempre fanno molto più effetto emotivo (ma non si  citano i 1500-1600 morti al giorno di media pluriennale per varie patologie). Nella mia  professione, se avessi errato una previsione di rendimento di un impianto di Potenza, anche  di poco (1%), avrei chiuso con quel mestiere, invece qui sono ossequiati e interrogati come oracoli. Mah! 

Mi ha colpito un brillante giornalista che, citando un recente convegno di medici di base  sulle cure domiciliari, ha ironizzato sull’uso di “liquirizia” e “ivermectina”, senza però  averlo mai sentito ironizzare sulla terapia ufficiale :”vigile attesa”! 

Sento dire che il Presidente Draghi, che tutti ci invidiano, dice che la vaccinazione massiva è fatta per aiutare il rimbalzo dell’economia, sicuramente quello delle Big Pharma, ma dubito  che si tratti dell’economia nazionale.  

In una parola, la vecchia aspirazione hegeliana a formare il popolo riemerge sempre, e neppure l’istituzione per eccellenza deputata al pensiero critico, quale l’Università è, si azzarda ad  opporsi, anzi collabora. Che tristezza! 

 

Francesco Martelli 

Professor Emeritus 

c/o Dip. Industrial Engineering -University of Florence 

Via S.Marta, 3 50139 Firenze 

ITALY 

 

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